Sì, lo so, amici miei: siete infuriati. Furibondi, direi. Vi sentite traditi. Usati persino.
Vedo occhi carichi di odio fissi su di me, mentre aspettate una risposta alla domanda che avete posto: perché io?
C’erano state promesse tra di noi, dico bene? Solenni giuramenti. Ci eravamo impegnati ad abbattere insieme il tiranno che strangolava questa bella città, e a spartirci poi in modo equo il potere rimasto vacante, affinché mai più un altro della sua risma potesse degradare il luogo in cui viviamo e cacciamo. E così abbiamo fatto. Ognuno con i propri metodi e con le proprie – peculiarità – ha combattuto questa battaglia che in molti avevano bollato come senza speranza: con la nostra coesione e la fiducia reciproca siamo riusciti dove persino altri Anziani avevano fallito! Ricordate quanto sangue – nostro e dei lacchè di quel mostro – abbiamo versato? Rammentate la sua espressione quando i suoi stessi alleati gli hanno voltato le spalle?
Eppure, nonostante quanto abbiamo condiviso in questi ultimi dieci anni, ora voi mi guardate e vedete un nemico e un traditore. Io siedo su un trono e voi no, e tanto vi basta a dimenticare ogni altra cosa.
Ma io perdono tutta questa rabbia: è nella natura della nostra Bestia spingerci a rivoltarci contro chi amiamo pur di ottenere una briciola di potere o una stilla di sangue. Io so che nei vostri cuori sapete la verità, anche se la parte più oscura della vostra anima ancora non la accetta: io siedo sul trono perché io e io solo ho la forza di sopportare il terribile fardello di una città distrutta, di amici e nemici da placare, di una corte da ricostruire. Nel futuro, i miei sudditi guarderanno a me per avere spiegazioni di quanto successo questa notte, e l’intero biasimo per il sangue versato e per i Sire e Infanti distrutti questa notte ricadrà su di me – e non desidero che nessun altro debba sopportare questo peso.
Tuttavia, non fate l’errore di pensare di essere stati dimenticati. Non è così, statene certi. Voi avete lottato e sofferto al mio fianco nella nostra nobile crociata e per questo io vi chiamo miei fratelli, e vi innalzo al di sopra di tutti quei vigliacchi che, pur condividendo il mio stesso nobile lignaggio, hanno preferito nascondersi nelle loro ville e permettere che il nobile clan Ventrue venisse gettato nel ridicolo!
Questa notte di sangue segna l’inizio di una nuova e grandiosa era. Volete essere i primi a farne parte o preferite nascondervi nelle fogne e guardare altri innalzati agli onori che avrebbero dovuto spettare a voi? Inginocchiatevi a me, il vostro Principe, accettando ciò che i vostri cuori già sanno da tempo: io sono nato per comandare e voi per seguirmi. Giuratemi la vostra fedeltà qui e ora, così come un tempo io giurai di essere al vostro fianco in questa impresa: null’altro che questo piccolo gesto vi separa dalla gloria immortale.
Vedo nei vostri occhi che cominciate a capire.
Chinate dunque il capo, e accettate il mio diritto di governare – diritto sancito non già da semplici imprese, né da vuote promesse o rivendicazioni, ma dall’unica cosa che per noi è santa: il sangue.
Mi avete posto una semplice domanda: perché io?
Ecco dunque la mia risposta: per il sangue.
-Alessandro Gianmaria Galfano, Principe di Vicenza.
Estratto dal suo discorso di insediamento alla carica.
Soprannome: Sangue Blu
Discipline di Clan: Dominazione, Robustezza, Ascendente
Debolezza di Clan: I sofisticati gusti dei Ventrue sono rispecchiati anche dal difetto del loro Clan; questi vampiri infatti possono bere sangue soltanto da una ben determinata categoria di persone. Che si tratti solo di appartenenti a una determinata etnia, o solo di donne vergini, oppure di qualcosa di ancora più strano, il sangue ingerito da esseri umani non appartenenti alla categoria prediletta dal Cainita viene vomitato all’istante, senza perciò dare alcun sostentamento. Questa restrizione non si applica al sangue di altri vampiri.
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