E così sei venuto qui per “trattare”, eh?
Trattare. Una parola così graziosa… e così abusata. Ormai la si invoca al primo segno di pericolo. La si considera la soluzione di tutti i problemi. Un tempo era il modo in cui molti vampiri dei Clan inferiori preservavano la propria esistenza notte dopo notte: rendendosi utili e vendendo bene i loro servigi. In quelle notti lontane, mai mi sarei immaginato di vedere un membro della nobiltà della notte abbassarsi fino a questo punto.
Pensi di potertela cavare in ogni situazione semplicemente trattando, non è vero?
In effetti, comprendo cosa ti abbia portato a pensarla in questo modo. Il mondo moderno in cui sei cresciuto ha da tempo scordato l’antica saggezza. Il potere ha perso le sue sacre prerogative, diventando sempre più sinonimo di cose grette e volgari: soldi, beni materiali, agi. Gli umani hanno dimenticato cosa sia il vero potere, e così hanno fatto, col tempo, anche i figli di Caino – persino coloro che appartengono al Clan che più di tutti dovrebbe capirne l’essenza più profonda. Mi sono sforzato di insegnare ai più giovani l’antica via percorsa dal nostro fiero lignaggio, ma molti di essi si sono dimostrati semplicemente indegni del proprio sangue.
Come te, ad esempio.
I Sangue Blu hanno rinunciato alla corona per diventare che cosa? Politicanti da quattro soldi, banchieri, mercanti. Novellini come te osano persino venire alla porta di un Anziano e blaterare di “accordi”, come se si trovassero alla piazza del mercato e non in una corte: non si rendono neppure conto che in questo modo macchiano il loro stesso buon nome e insultano l’ospite di cui si auguravano di trovare il favore.
No, ragazzino, non ho nessuna intenzione di trattare.
Io sono un re, non mercante.
Avrei provato almeno un briciolo di rispetto nei tuoi confronti se ti fossi presentato qui armato, pronto a combattere, sbattendomi in faccia il tuo diritto su queste terre. E invece ti sei dimostrato un inetto come tutti i tuoi simili nella Camarilla. Preferisci svilire il tuo Sangue e prostituire i tuoi talenti e il tuo dominio piuttosto che correre il rischio di una guerra. Il tuo Sceriffo, di cui ti ho fatto recapitare la testa la notte scorsa, nonostante il suo sangue non fosse nobile valeva dieci volte te!
Mi disgusti in un modo che dubito tu possa comprendere: ci vorrebbe un vero re per farlo.
Ora ti dirò come andrà la nostra trattativa.
Tu morirai nei prossimi minuti, e quel Sangue che evidentemente non meriti servirà almeno a rafforzare il mio – anche se dubito uno come te mi darà particolare nutrimento. Dopo averti dato la Morte Ultima, prenderò possesso del tuo rifugio e di tutto ciò che possiedi, come è mio diritto in quanto vincitore, e lo spartirò con il resto del mio branco. Ai tuoi due Infanti sarà data la possibilità di scegliere: unirsi a noi oppure seguire il tuo stesso destino. In base alla loro scelta, capirò il loro valore.
Ora, ti prego: fai che almeno il tuo ultimo combattimento sia qualcosa di dignitoso. Odio cibarmi dei vigliacchi e di coloro che fuggono di fronte al nemico. Saremo solo io e te, armati di spada e niente altro, quindi offrimi una sfida dignitosa.
E magari nella tua prossima vita rinascerai come un vero Ventrue.
-Emiliano di Paolo, Templare
Soprannome: Crociati
Discipline di Clan: Ascendente, Dominazione, Robustezza
Debolezza di Clan: I Crociati soffrono dello stesso difetto dei loro “cugini” Sangue Blu.
I sofisticati gusti dei Ventrue sono rispecchiati anche dal difetto del loro Clan; questi vampiri infatti possono bere sangue soltanto da una ben determinata categoria di persone. Che si tratti solo di appartenenti a una determinata etnia, o solo di donne vergini, oppure di qualcosa di ancora più strano, il sangue ingerito da esseri umani non appartenenti alla categoria prediletta dal Cainita viene vomitato all’istante, senza perciò dare alcun sostentamento. Questa restrizione non si applica al sangue di altri vampiri.
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