— Noialtri diciamo: fiero come uno scozzese, — mormorò Buckingham.
— E Noi. fiero come un guascone, — disse di rimando D’Artagnan. — I guasconi sono gli scozzesi della Francia.
Alexandre Dumas, I tre moschettieri, capitolo XXI La contessa di Winter
Cosa c’entrano i tre moschettieri con il fantasy? – No, non è né l’intrigo né l’ingenuo D’Artagnan a definirsi fantasy, neppure l’ambientazione in tempi più antichi. In fin dei conti, per Dumas all’epoca era quasi un romanzo contemporaneo e decisamente amava la logica più della fantasia, come dimostra ne Il conte di Montecristo. Quindi perché lo cito? Semplice: perché Alexandre Dumas non ci fa solo sognare di essere moschettieri o di fiancheggiare Il conte di Montecristo nella sua vendetta.
Le caratteristiche del genere letterario dello Sword and Sorcery – in italiano Spada e Stregoneria – sono soprattutto l’intrigo e le armi, fra cui ora nel fantasy per l’appunto la spada e la stregoneria. Il nostro caro Dumas c’entra con il fantasy: i racconti del genere letterario cappa e spada sono stati di maggiore ispirazione per gli scrittori dello Sword and Sorcery.
Lo Sword and Sorcery si è lasciato influenzare dai miti classici, per esempio l’Odissea e, come abbiamo già detto, dalla cappa e spada. In entrambi gli stili troviamo al centro dell’attenzione l’intrigo e la lotta contro chi trama nell’ombra. Riassumendo: la caccia alle prove per incastrare il “cattivo”, o comunque quello che ha agito contro gli ideali del protagonista.
La differenza, ovviamente, è che nello Sword and Sorcery troviamo oltre a spade e pergamene anche una buona dose di magia.
Il protagonista viene portato passo dopo passo a fare delle scelte, ma non tanto delle scelte se vuole difendere il bene o il male: piuttosto, come Kull nella serie Kull di Atlantide, deve scegliere la soluzione meno peggiore per sopravvivere, salendo più o meno intenzionalmente di livello sociale. Non è mai stata intenzione sua avere cariche importanti – membro di un paese, di un clan, si ritrova a dover fuggire per aver aiutato, mosso dalla pietà, un fuorilegge. Nel caso di Kull si trattava di una vecchia condannata a morte che aveva ucciso su sua richiesta affinché non dovesse essere bruciata. Insomma: morire per morire, l’ha uccisa, diventando fuorilegge al posto della donna. Da lì partono tutte le sue avventure.
Un altro esempio può essere La Spada della Verità: Richard Cypher aiuta Kahlan a sfuggire ai suoi aggressori ed è solo tramite a quel gesto che parte tutta l’avventura.
Molto bene, dopo un’infinità di protagonisti maschili, le nostre lettrici si chiederanno perché diamine le donne debbano continuamente coprire il ruolo della spalla, o peggio. Infatti sono pochi gli Sword and Sorcery che vedono donne attive e intraprendenti: piuttosto sono fanciulle indifese in situazioni spiacevoli dalle quali attendono di essere salvate.
Bene, vi tiro su il morale: un’altra donna si oppose a quest’immagine così “fragile” e non andò a spulciare liste di libri per trovare una protagonista donna. Lei iniziò a scrivere Sword and Sorcery con protagoniste donne! Ma sì, credo che qualcuno l’ha già capito: parlo di Marion Zimmer Bradley, autrice di Le Nebbie di Avalon e di molti altri fantastici Sword and Sorcery che non finirei mai di elencare ed elogiare.
Prendendo Le Nebbie di Avalon come esempio, troviamo Morgana che per quanto di nobile casa ha un ruolo secondario, specialmente quando la famiglia la accantona e ignora focalizzandosi sul “piccolo Artù”. La svolta della sua vita avviene quando Viviane, in seguito al tentato omicidio ad Artù, decide di proteggere entrambi i bambini, facendoli crescere divisi e nel segreto. Insomma: era sempre meglio crescere lontani da una reggia che rischiare di essere uccisi. Da lì Morgana fa la sua salita sociale, fino a prendere il posto di Viviane quando quest’ultima morirà e – in parole più o meno sue – sentirà che nonostante il cristianesimo ha conquistato l’Inghilterra, la Grande Dea che ha sempre servito continuerà ugualmente a vivere.
Per la prossima puntata:
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