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I Silmaril di Feanor

Nel reame incatato di Valinor, l’unione di Finwe e sua moglie Milìan aveva generato il primo erede dei Noldor, il principe Feanor (Fëanáro, in Quenya) che significa “Spirito di fuoco”. Fu chiamato così perché  sua madre, nel partorirlo, sentì la forza del proprio spirito e del proprio corpo infondersi in lui, tanto da rinunciare alla vita e trovare asilo nelle Aule di Mandos. Dopo la morte della moglie, re Finwe si unì con Indis dei Vanyar, da cui ebbe due figli, Fingolfin e Finarfin. La nuova famiglia non fu, però, vista di buon occhio da Feanor che li evitava in ogni modo.

Tolkien lo descrive:

« Feanor crebbe rapidamente, e un segreto fuoco gli si accese dentro. Era alto, bello di volto e destro, i suoi occhi erano lucenti e penetranti, i capelli neri come ala di corvo; e nel perseguimento dei propri scopi, era perseverante e risoluto. Ben pochi riuscivano a distoglierlo dai suoi scopi con la parola, nessuno con la forza. Divenne, di tutti i Noldor allora e dopo, quello dalla mente più duttile e dalla mano più abile. »

(Silmarillion)

Fu, in seguito, testimone delle scarcerazione di Melkor che si dichiarava pentito delle azioni compiute in passato. Le sue bugie riuscirono a convincere i Valar prima e i Noldor dopo. Infatti Melkor decise di risiedere insieme agli elfi ad Aman e condividere con loro la sua conoscenza e saggezza, mentre tesseva le fila del dissenso e dell’incertezza nei primi Figli di Iluvatar. Il suo vero obbiettivo erano i tre preziosi gioielli creati da Feanor, i Silmaril (in Quenya Silmarilli).

« Pure, il cristallo era, per i Silmaril, null’altro che ciò che il corpo è per i Figli d’Ilúvatar: la dimora del suo fuoco interiore, che è in esso e insieme in ogni parte di esso, e che ne costituisce la vita »

(Silmarillion)

Essi erano tre gioielli dall’immensa bellezza e perfezione in cui Feanor racchiuse la Luce dei Due Alberi, ed essi splendevano di luce propria. Nessuno capì mai come Fëanor fosse riuscito a creare simili oggetti; nessuno riuscì mai a duplicarli, nemmeno lo stesso Fëanor. Il loro valore era inestimabile anche per i Valar tanto da spingere Varda ad incantarli cosicché nessun mortale, mano impura o essere malvagio potesse toccarli, a meno di rimanere bruciato e storpiato per sempre.

Melkor, bramando i Silmaril più di qualsiasi altra cosa, sfruttò il temperamente di Feanor per spingerlo contro il suo fratellastro Fingolfin che, secondo le parole dell’Oscuro Signore, bramava il trono del padre e gli stessi Silmaril. Feanor arrivò a minacciare con la spada Fingolfin e per questo fu esiliato dai Valar a Formenos, roccaforte nella quale Fëanor portò il suo tesoro racchiuso in uno scrigno blindato. Con il passare del tempo, Fëanor sviluppò un amore maniacale ed estremamente possessivo per i tre gioielli, e non sopportava nemmeno di tirarli fuori dal loro nascondiglio per mostrarli.

Anche Finwë si ritirò a Formenos, per solidarietà al figlio maggiore, lasciando come reggente Fingolfin.

Non passò molto tempo prima che Melkor bussò alla porta della nuova dimora di Feanor per rafforzare ulteriormente le ostilità con Fingolfin, ma stavolta il principe dei Noldor non credette alle sue parole e lo scacciò, furioso e colmo di ira. Il Vala fuggì ad Avathar dove strinse un alleanza con Ungoliant. In questo stesso periodo Feanor e Fingolfin furono chiamati dai Valar per rialacciare i loro rapporti e fu Fingolgin a farsi avanti:

« Fratello a mezzo nel sangue, fratello intero nel cuore voglio esserti. Tu guida e io ti seguirò. Che nessun’afflizione ci divida. »

Intenti nei festeggiamenti, gli elfi e i Valar furono nuovamente immersi nell’ombra dopo la caduta dei Pilastri perchè in quel preciso istante Melkor e Ungoliant avevano colpito i Due Alberi, consumando la loro luce e la loro vita. Yavanna chiese a Fëanor di darle i Silmaril in modo da guarire gli Alberi, ma Fëanor disse che mai avrebbe li avrebbe ceduti di propria volontà e se i Valar lo avessero costretto non si sarebbero rivelati migliori di Melkor. Dopo poco, un messaggero da Formenos portò la notizia della morte di re Finwe in combattimento e il saccheggio dei suoi tesori, compresi i Silmaril, ad opera di Melkor. L’ira del principe dei Noldor non ebbe limiti e incolpò i Valar dell’accaduto per averlo tenuto lontano dalla sua dimora.

Fu allora che Feanor soprannominò Melkor con l’appellativo di Morgoth ossia Oscuro Nemico del Mondo.

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Noxed

- State tutto il tempo intorno ad un tavolo a lanciare dadi strani e a immaginare di essere cavalieri in cerca di gloria o farabutti in cerca di oro? - Fondamentalmente è così. - E dov'è la parte pratica? Dov'è il vero gioco? - La "parte pratica" è su questi manuali. La vera avventura è nella tua testa. - Nella mia testa? - Sì. Per quanti libri o manuali possano essere stati scritti non troverai mai un avventura straordinaria e potenzialmente infinita come quella nella tua testa. - Cioè? - La fantasia.
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