Recensione di Semeru – la Grande Battaglia di Emanuele Petrilli
Il libro non mi è dispiaciuto. Una lettura veloce e godibile. Il secondo libro? Sì, perchè non leggerlo.
Sono trascorsi mille anni da quando Muren, Re degli Uomini, ha vinto la Grande Battaglia, relegando gli Uru’q ai margini del Regno di Eupheria. Eppure la sanguinosa lotta tra i figli degli Dei non è mai terminata: a risvegliarla è Semeru, un giovane ladro che ignora il proprio passato. Quando la città di Unnon è attaccata dagli Uru’q, il ragazzo viene portato all’Accademia di Nicomenia per ordine del Re. Qui diventerà uno dei Sette, gli indomiti guerrieri devoti al sovrano, maestri nell’uso della Dras’terya. Semeru crede finalmente di avere un destino da compiere, ma i confini tra Bene e Male sono spesso labili e il giovane dovrà fare una scelta che potrebbe cambiare le sorti dell’Umanità.
Semeru è il nostro protagonista. Ladro di professione e ragazzo da un potere che neppure lui conosce o almeno non è consapevole.
Muren, re degli Uomini, è un iceberg di cui si intravede solo la punta. In questo primo libro conosceremo la sua crudeltà e spietatezza, ma quale sono i motivi che lo hanno portato ad inaridire il suo cuore immortale?
Nimbes, ragazzo cieco che è in grado di combattere come e meglio dei cavalieri del re, è taciturno e molto criptico. Rappresenta a mio avviso una delle figure più affascinanti del romanzo.
I cavalieri del re. Mira e Tòran sono due dei sette cavalieri del re. Leggeremo di entrambi durante il libro. Lei è molto bella e molto letale, lui è dotato di una forza inimmaginabile.
Krytes è il primo dei sette, quello più vicino al re e colui che segue il re da sempre.
Lo stile dell’autore è semplice e scorrevole. Il romanzo fornisce un giusto numero di particolari durante la maggior parte delle descrizioni, dando dei buoni dialoghi e un giusto tocco di verosimiglianza. Alcuni passaggi narrativi, però, sono un po’ artificiosi.
La principale critica che muovo al romanzo è la netta separazione che si nota fra la prima e la seconda parte del libro, a mio avviso il passaggio sarebbe dovuto essere più graduale.
Altro elemento che mi fa storcere il naso è la presentazione dei personaggi, forse un po’ troppo scarna, non si hanno abbastanza elementi per poterli inquadrare correttamente.
La trama del libro è snodata appena in questo primo volume. Si intravede solo nel finale quanti elementi possono essere coinvolti in una trama più complessa e articolata di quanto ci si aspetti nei primi capitoli.
In questo primo libro leggiamo di come Semeru viene raccolto della strada e portato all’Accademia di Nicomenia. Qui conosceremo il suo mentore e il suo primo amore, nonché quello che diventerà il suo migliore amico.
Verranno, inoltre, presentati cinque dei sette cavalieri immortali fedeli al re degli Uomini e sue guardie infallibili.
Mi piace la mitologia creata dall’autore e la divisione fra le due razze, che nessuna delle due sia buona o cattiva lo si intuisce subito… e allora l’ago del lettore per quale dei due piatti penderà?
L’inizio è un po’ fiacco, invece, il finale fornisce molto elementi e spunti che mi fanno ben sperare per un bel secondo capitolo della saga di Semeru.
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