Roberto prese Emma dal polso e la alzò, urlandogli di correre.
Cosa che lei fece senza farselo ripetere due volte. Il cerchio di protezione era vicino, poteva farcela. Corse tra gli alberi schivando quelle pozze nere che si allungavano per prenderla e senza fiato riuscì a raggiungere il circolo che emanava una sottile luminescenza ai suoi occhi di strega.
Quando si volse verso Roberto per esultare con lui le si gelò il sangue.
Il cacciatore era rimasto indietro e solo grazie alle sue protezioni magiche e al fascio luminoso della torcia era ancora vivo.
Le ombre lo circondavano cercando di trovare una breccia nelle sue difese.
Si guardò attorno alla ricerca di Renata e Ted, ma non li vide. Il panico la assalì, doveva fare qualcosa, ma non aveva idea di cosa. Nessuno le aveva insegnato gli incantesimi giusti, lei era lì solo come veggente.
Vide Roberto piegarsi sulle ginocchia mettendosi le mani alle orecchie e il panico la invase totalmente.
Stava per uscire dal cerchio in una insensata corsa verso il cacciatore, quando una bolla luminosa fece scappare tra gli urli le immonde creature.
Emma corrugò la fronte cercando di capire cosa stesse succedendo.
Una figura femminile minuta si era avvicinata a Roberto e lo stava aiutando a rialzarsi. Insieme si diressero verso di lei e quando furono al sicuro nel cerchio di protezione la donna le sorrise.
Era molto bella, bionda, occhi azzurri, ma quello che colpiva era la luminescenza che emanava.
“Ciao, mi chiamo Valentina, non dovreste essere qui.” disse in un misto di preoccupazione e rimprovero.
“Ehm … ciao io sono Emma, ma ” la guardò bene “come mai quelle cose scappano da te?”
Vide la donna titubante su cosa dire e cosa no, poi si guardò intorno.
“Avete fatto voi questo cerchio?”
Emma annuì piano.
“Siete streghe?”
Ripetè il gesto con la testa.
“Ah, allora va bene! Sapete non so mai con chi posso parlare e di chi” disse scherzosamente. “si allontanano da me perché ho sviluppato un potere ultimamente, che prima non avevo perché non sapevo neanche che esistessero i poteri, e questo …” fece un gesto della mano “coso …. tiene lontane le cose cattive.”
“Wow!” rispose Emma spalancando gli occhi “che figata! Vorrei avercelo io!”
“Abiti qui?” chiese Roberto, che si era ripreso nel frattempo
“Si, lassù” disse indicando la collina alle spalle di quel terrificante Parco
“Non ricordo ci fosse nessuno del database qui” riprese il cacciatore sospettoso
La donna lo guardò perplessa.
“Database?”
Emma alzò gli occhi al cielo
“Lascialo perdere. Siamo qui per controllare la zona, non so se sai che ci sono altre creature buone in giro”
“Oh, si! Me lo ha detto Michele, mi ha parlato della Setta e del Conclave, voi fate parte di queste organizzazioni?”
Emma annuì, mentre il cacciatore continuava a guardare la donna sospettoso.
“Fantastico! Ho tante domande da farvi, ma perché non andiamo a casa mia? Lì le ombre non possono entrare” chiese speranzosa e sorridente.
“Dobbiamo prima recuperare i nostri amici, stavano pattugliando la zona a Sud” rispose preoccupata.
“Rimanete qui, vado io. A me non possono fare nulla, e poi andremo insieme a casa” disse Valentina.
Senza aspettare risposta trotterellò via verso Sud.
“Perché la guardi così?” chiese Emma
“Non mi fido, non si fa cenno di una creatura con quel potere nel censimento”
Emma alzò nuovamente gli occhi al cielo
“Sai quante nuove streghe riusciamo a trovare ogni mese, che non hanno la minima idea di cosa sono o dei loro poteri? Non è che quel database sia un testo sacro!”
Il cacciatore la guardò torvo.
“E tu sai quante creature malvagie nascondono la loro vera essenza dietro una bella facciata?”
I due si guardarono in cagnesco per qualche minuto.
“Voi cacciatori siete proprio testardi!”
“E voi streghe delle femminucce ingenue!” rispose lui facendo bollire il sangue di Emma che sgranò gli occhi.
L’aria intorno a loro vibrò violentemente.
“Ahia. Mi stai facendo male.” disse il cacciatore che si stava massaggiando il petto, ma senza scomporsi troppo.
A quelle parole Emma si calmò all’istante, spaventata di quello che stava facendo.
“Scusa … scusa davvero, non so nemmeno … non so ..” cominciò a balbettare indietreggiando.
“Niente, niente. Lascia stare, discutere con voi streghe non porta mai a niente di buono, dovevo ricordarmelo” le disse facendole un mezzo sorriso per smorzare l’atmosfera tesa.
“No davvero, scusami. Non lo volevo!”
“E’ che quando vi arrabbiate succedono sempre cose strane, ci hanno detto mille volte di non farvi innervosire, durante gli allenamenti, ma tu mi fai uscire di testa. Lasciamo perdere.”
Emma era allo stesso tempo spaventata e curiosa di questa nuova potenzialità. Ci stava ragionando sopra quando vide arrivare la sua amica Renata con il cacciatore e la nuova arrivata.
Una ventina di minuti più tardi erano seduti in uno spazioso salone a sorseggiare del tè caldo.
“Quindi tu hai sempre vissuto qui?” chiese Ted
“Si, da sempre, mio nonno era il guardiano del Parco dei Mostri, io sono cresciuta lì”
“Posto interessante dove crescere” constatò il cacciatore
“Ancora di più da quando quel demone e le sue ombre vi si sono stabiliti!”
La Task Force congiunta di streghe e cacciatori guardarono con lo stesso sguardo allibito la giovane donna.
“Cosa sai di questo demone?” chiese con cautela Roberto.
La donna fece un gesto di esasperazione con la mano per aria.
“E’ un mostro! Ha tentato prima di sedurmi, poi di rapirmi e infine di uccidermi!”
Il viso le si era colorato tutto di rosso e ad Emma sembrò di avere a che fare con un cartone animato.
“Scusa la franchezza” disse Renata “ma come hai fatto a sfuggire ad un demone?”
“Mi ha aiutato il mio angelo custode ovviamente!”
Tutti sgranarono gli occhi.
“Il tuo che?” chiese Renata
“Angelo custode, tutti noi ne abbiamo uno, il mio è arrivato in carne ed ossa. Poi, mentre ero lì e guardavo il combattimento, sapete il mio angelo stava perdendo e mi stavo arrabbiando molto, è uscito fuori questo nuovo potere” prese fiato guardandolo con gli occhi blu sgranati “e Boom!” mimò con le mani un’esplosione.
“Cos’è successo?” chiese con curiosità Emma
“Ah non lo so” rispose la donna che si era rimessa con la schiena appoggiata alla sedia “sono svenuta”
Emma sospirò
“E del demone? Cosa ci puoi dire?” chiese Roberto interessato
“Non si è più fatto vedere, non ho idea se l’ho ammazzato o solo ferito o come dice il mio angelo custode, riportato al suo piano, che non ho idea di cosa significhi. So solo che le ombre sono ancora qui, di lui nessuna traccia.”
I cacciatori si guardarono l’un l’altro.
“Sarà il caso di avvertire il direttore” disse Ted alzandosi ed andando a parlare al telefono nell’altra stanza.
“E l’Alta Sacerdotessa” disse Renata facendo altrettanto.
Emma guardò prima Roberto e poi Valentina.
“Mi sa che avrò tanto lavoro da fare da questo momento” disse affranta.
La donna le indirizzò uno sguardo incuriosito.
Emma si appoggiò allo schienale della sedia guardando il soffitto.
“Sono la veggente, dovrò trovare Berith” disse chiudendo gli occhi.
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