Questa volta vi propongo un libro abbastanza conosciuto: Regina Rossa di Victoria Aveyard.
Mare Barrow è una ragazza di 17 anni, la cui famiglia appartiene ai Rossi. I Rossi sono gente povera, costretta ai lavori più umili al servizio degli Argentei, l’élite nobiliare che governa il paese. Gli Argentei sono dotati di poteri speciali, che si tramandano di famiglia in famiglia: il controllo del fuoco, dell’acqua, capacità taumaturgiche e così via.
Mare sa di non avere grandi capacità, oltre il rubacchiare in giro: chi non viene preso come apprendista presso un maestro viene costretto a prestare servizio militare. A differenza della sorella Gisa, che è brava con ago e filo, Mare pensa di seguire la strada dei fratelli nella guerra che dura da oltre cento anni.
Un giorno, durante una delle sue classiche incursioni a danno degli avventori di una locanda, Mare viene scoperta mentre sta cercando di derubare un uomo… ma la persona in questione, piuttosto che incazzarsi come una bestia, le da un’altra moneta e le trova un lavoro presso la corte. In realtà, l’oscuro signore non è nientemeno che il principe ereditario!
Mare inizia così il suo servizio presso la dimora estiva dei reali, che dura davvero poco. Infatti, durante il Torneo delle regine (evento in cui si sceglie la futura regina tramite una prova di potere), Mare viene a conoscenza del suo misterioso potere: è in grado di generare fulmini. La cosa è scioccante: nessun Rosso ha mai avuto un potere in vita sua, e nessun Argenteo è in grado di generare alcunché, ma solo di controllare. Urge quindi una soluzione al problema: al cospetto del re e della regina, il destino di Mare viene stabilito. Non è più Mare Barrow, quarta di cinque figli di una famiglia di Rossi, quanto Lady Mareena Titanos, figlia di lady Nora Nolle Titanos e lord Ethan Titanos, orfana e allevata da una famiglia povera. Mare viene promessa al secondogenito della famiglia reale, Maven, mentre il primogenito, Cal (quello che cercò di derubare), è fidanzato con Evangeline, una donna che ha il potere di controllare i metalli.
La storia quindi si dipana, aggiungendo intrighi di palazzo, cospirazioni, momenti di tensione: si viene a scoprire l’esistenza della Guardia Scarlatta, una organizzazione che vuole cambiare le sorti del mondo togliendo il potere agli Argentei.
Come i classici mondi distopici alla Hunger Games, il dualismo bene/male qui si taglia a fette: Rossi = poveri, costretti a lavori forzati, prospettive di vita scarse e poco soddisfacenti; Argentei = ricchi, agiati, oziosi che lottano per il potere. Si aspetta l’avvento di una eroina capace di rovesciare le condizioni non solo del regno di Tiberias, ma anche di tutti gli altri stati… e Mare sembra la candidata adatta a questo ruolo.
Il worldbuilding nel complesso ritengo sia poco curato. Abbiamo questi nobili con le loro particolari capacità, ma eccetto questo nient’altro. La classica nobiltà che lotta per il potere… sempre la solita roba.
Il libro è scritto in prima persona presente, dal punto di vista di Mare. Il PoV è ben saldo e non subisce scossoni; lo stile è molto chiaro e scorrevole. Ogni tanto spuntano degli infodump un po’ molesti: ad esempio un lungo spiegone sulla guerra in corso. Peccato che, senza una mappa, i nomi dei luoghi non si associno a nulla.
Mare è una ragazzina né carne né pesce. Non è esperta in nulla, si lamenta per tutto, e fa continui raffronti con la sorella. In generale i personaggi mi hanno lasciato indifferente, dalla famiglia di Mare, ai reali, ai principi Cal e Maven. Nulla di loro mi ha lasciato qualcosa.
Regina rossa è un libro che si fa leggere rapidamente. Forse si poteva eliminare un bel po’ di pagine, ma va bene lo stesso. Un po’ di curiosità me l’ha lasciata, ma non al punto da continuare i seguiti. In ogni caso, penso che sia una lettura che possa piacere ai fan degli YA distopici.
Voto: 5/10.
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