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Su Altri Piani di Ursula K. Le Guin – Recensione

Penso spesso a cosa renda davvero originale un libro. Lo si nota subito quando uno scrittore ha fantasia. A questo proposito, vi propongo uno dei miei libri preferiti in assoluto: Su Altri Piani. È stato il primo libro di Ursula Le Guin che abbia mai letto, quello che mi ha fatto innamorare perdutamente di lei. Si tratta di una raccolta di 16 racconti, uniti da un filo comune. Sita Dulip nell’introduzione ci dice che esistono innumerevoli piani, accessibili con una particolari condizioni di scomodità, tensione, indigestione e noia, mentre si attende all’aeroporto. I vari racconti sono una descrizione degli aspetti principali di alcuni piani, senza una trama precisa; a volte si seguono le vicende di alcuni personaggi, oppure ci si sofferma su un particolare aspetto della cultura degli abitanti. Parlerò brevemente di tutti i racconti, in modo che possiate farvi un’idea generale. A volte è Sita Dulip a recarvisi, altre volte sono resoconti di altri viaggiatori.

Su altri piani - Lande Incantate

Scheda del libro

Titolo Su Altri Piani
Autore Ursula K. Le Guin
Data 2003
Pubblicazione italiana 2005
Editore Editrice Nord
Traduttore Riccardo Valla
Titolo originale Changing Planes
Pagine 311
Reperibilità Normalmente reperibile su siti di e-commerce

1. Il semolino di Islac – Porridge on Islac

Illustrazione - Su altri piani - Lande Incantate

Illustrazioni di Eric Beddows per l’edizione americana

Sul piano di Islac la genetica è stata applicata in modo sproporzionato e pervasivo: nel genoma degli esseri viventi può ritrovarsi una percentuale di mais, pappagallino, forbicine… per le strade è possibile incontrare cani parlanti (che parlerebbero per ore di sesso, di cacca e degli odori che hanno annusato negli angoli), uomini-pollo (che girano in tondo agli incroci), ragazzi con la corteccia al posto della pelle e così via. Ad un certo punto il governo, consapevole che si erano spinti troppo in là con le mescolanze genetiche, ha pubblicato il Bandoil quale proibisce le sperimentazioni genetiche; tuttavia, gli impieghi statali e l’iscrizione agli albi professionali sono riservati a chi è umano al 99,44% (con le dovute eccezioni). Sita Dulip scopre tutto questo da una cameriera laureata in Patologia delle Piante: non vi anticipo nient’altro, ma la sua storia è commovente.

2. Il silenzio degli Asonu – The silence of the Asonu

Illustrazione - Su altri piani - Lande Incantate

Immaginate un mondo in cui gli abitanti non parlano. Non comunicano in alcun modo a gesti, né scrivono. I bambini parlano fino ai 6-7 anni, fino a diventare totalmente muti, pronunciando parole pochissime volte nella loro vita. Il silenzio degli asonu è proverbiale. Il loro piano è meta di molti turisti: gli asonu hanno una lunga tradizione di ospitalità. I visitatori del piano amano il silenzio, o amano parlare: alcuni confidano la propria esistenza ai padroni di casa, estasiati dall’avere finalmente trovato un ascoltatore che non li interrompe, non fa commenti e non ribatte con la notizia che sua cugina è stata operata di un tumore ancora più grosso del tuo. Numerose sono le ipotesi riguardo la peculiarità di questo popolo; in particolare un ricercatore, che ha studiato la loro lingua per 4 anni, ritiene che ci sia una sapienza segreta negli Undici Detti dell’Anziana di Isu… Uno dei racconti più ironici della raccolta.

3. Come sentirsi a casa tra gli Hennebet – Feeling at home with the Hennebet

Illustrazione - Su altri piani - Lande Incantate

Uno dei racconti più brevi: la protagonista, viste le apparenti somiglianze fisiche con gli Hennebet, è portata a pensare di essere simile a loro. Tuttavia, approfondendo le conversazioni con la famiglia di cui è ospite, a un certo punto non comprende più di cosa si stia parlando. Può essere che sia dovuto alla lingua notoriamente difficile degli Hennebet, ma forse è qualcos’altro. Sita prova a discutere con un adolescente della dicotomia corpo-anima, ma il ragazzo era assolutamente incapace di effettuare una qualunque distinzione tra materia e spirito. La confusionale discussione con la vecchia signora Tattava offre uno spunto di riflessione sulla questione della reincarnazione, tuttavia lascia una sensazione di sgomento e incertezza nella protagonista.

4. L’ira dei Veksi – The ire of the Veksi

Illustrazione - Su altri piani - Lande Incantate

Sono pochi coloro che si avventurano sul piano dei Veksi: solitamente è di interesse per gli studiosi del comportamento. I Veksi sono una razza costantemente impegnata in dispute, liti e aggressioni. La Le Guin fa una descrizione generale sugli usi, costumi, sulla religione e le regole non scritte. Nonostante sia una società pervasa dalla violenza, qualche sprazzo di amore qua e là si può notare: per esempio dalla descrizione del funerale dell’Uomo Bianco, pur trattandosi di un’amore collerico e disperato.

5. Le stagioni degli Ansar – Season of the Ansarac

Illustrazione - Su altri piani - Lande Incantate

Il mio preferito. Gli Ansar sono una razza simile a quella umana, con un’eccezione: la presenza di un becco. Il piano degli Ansar è visitabile solo in una grande isola lontana dal continente principale. Sita si ritrova a chiaccherare con Kergemmeg, da cui apprende la storia e le tradizioni del suo popolo. Gli Ansar hanno una Via, chiamata Madan, la via di tutte le cose, la via nascosta nella parola sempre: la loro esistenza è così divisa in due principali periodi. Quando migrano al nord e si stabiliscono lì, quella è la stagione della riproduzione, degli accoppiamenti, della famiglia. Tutto è tranquillo, nelle placide case in montagna, la vita scorre lenta. Quando tornano al sud, le famiglie si dividono, i figli iniziano la scuola, i genitori seguono i loro interessi. Le due vite, al nord e al sud, non potrebbero essere più diverse. Al sud, nelle grandi città, si fa tutto: si studia, si gioca, si crea, si discute, si lavora, ma non si fa l’amore. Il sesso non ha importanza quando non c’è sessualità. 

Arrivò un giorno in cui una razza molto aggressiva e indipendente, i Bayden, si recarono sul piano degli Ansar e li fecero vergognare del modo di vivere, istintivo, animalesco, scisso. Provarono a convicerli che potevano vivere la vita senza separazioni, senza rinunciare al sesso per metà della loro vita; che potevano spostarsi non a piedi, ma con macchine e treni, costruendo autostrade e binari; che con delle medicine potevano alterare il loro organismo per permettere alle donne di concepire in qualsiasi momento prima della menopausa, e così via. Non vi dico quale è stata la scelta degli Ansar, anche se è intuibile. Quello che vorrei riportare infine è un pezzo del racconto che dimostra di come la Le Guin si informi, prima di scrivere. Ovvio, mi direte voi, scontato… ma di questi tempi, non proprio.

Il loro mondo ha un sole piu’ grande del nostro, ma è più lontano dall’astro, cosicché, anche se la sua inclinazione e il suo periodo di rotazione sono pressappoco quelli della Terra, il suo anno dura 24 dei nostri. E le stagioni sono analogamente lunghe e senza fretta, ciascuna dura 6 dei nostri anni.

6. Il sognare in comune dei Frinth – Social dreaming of the Frint 

Illustrazione - Su altri piani - Lande Incantate

Probabilmente il piano in cui non vorrei mai vivere, tanto è allucinante. La peculiarità dei Frinth è presto detta: essi condividono i loro sogni. Se vivi in una comunità isolata i tuoi sogni possono essere appena più tranquilli, ma anche in quel caso essi si possono mescolare a quelli degli animali. In una piccola cittadina è più facile identificare da chi può partire una determinata immagine, mentre nelle grandi città i sogni si perdono in una sorta di grande minestrone: le sovrapposizioni di immagini sono così continue e confuse che i sogni si eliminano reciprocamente. Tuttavia, un sogno particolarmente importante o impressionato può prevalere sugli altri, portando tutti i sognatori del vicinato a sospirare, eiaculare, rabbrividire o svegliarsi senza fiato. Il sogno per questo popolo significa comunione: mette in connessione tutte le creature viventi, ponendo in dubbio il concetto di personalità individuale.

7. I reali di Hegn – The royals of Heng

Illustrazione - Su altri piani - Lande Incantate

Questo racconto è deliziosamente ironico. Hegn è un piano piccolo e accogliente, dove la natura fornisce spontaneamente il cibo già pronto senza bisogno di cucinarlo o trattarlo. Gli abitanti di Hegn sono quasi tutti nobili. Ci sono 817 re. Hanno tutti vari e tranquilli hobby: ricevimenti di classe, uno sport incomprensibile, e soprattutto il Grado di Consanguineità. Il Libro del Sangue descrive le genealogie dei regnanti di Hegn: tutti conoscono a memoria le parti relative alla propria famiglia. Esso fornisce l’argomento di discussione principale; tuttavia c’è un’altra ossessione capace di far dimenticare i problemi di discendenza: i cittadini Comuni. Non sono menzionati come nel Libro del Sangue, e sono pochissimi in tutto il piano. Alla morte della comune Sissie, tutti i reali si riuniscono al funerale per piangere in modo irrazionale; la regina posa nella bara una spilla di diamanti mai toccata da altri che non fossero della famiglia. Tutti possiedono un suo quadretto in casa, tutti ne parlano come se fosse un argomento di gossip. Una società invertita, in cui non sono i ”comuni” ad essere interessati morbosamente delle vicende dei re, ma l’esatto opposto.

8. Storie dolorose del piano di Mahigul – Woeful tales from Mahigul

Illustrazione - Su altri piani - Lande Incantate

La storia che meno preferisco e che leggo di rado. È una raccolta nella raccolta di storie di un piano, storie di guerra e di sangue. Tuttavia, il preludio è ciò che mi ha colpito di più.

Quando sono a Mahigul, […] trascorro la maggior parte del tempo alla Biblioteca Imperiale. Molti la considerano un’attività noiosa, quando si è in un altro piano, o anche nel proprio, ma io, al pari di Borges, penso al paradiso come a qualcosa di simile a una biblioteca.

Interessante il riferimento a Borges, un autore che ha sicuramente ispirato la Le Guin. La Biblioteca è sotterranea: ma al di sopra vi sono ampie piazze e parchi in cui poter leggere indisturbati.

9. Grande Gioia – Great Joy

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Grande Gioia è un marchio registrato che ha preso il controllo di un piano ancora non conosciuto per farne un immenso parco divertimenti. C’è l’Isola del Natale, dove è sempre natale, è pieno di neve artificiale, negozi, recite, locande e indigeni travestiti da Babbo Natale; l’Isola di Pasqua, piena di conigli e uova; l’Isola di Hollo-Een!, con castelli stregati, tunnel degli orrori e Dolcetto o Scherzetto Tutte le sere! Sicuro! Controllato! (Tutti i dolci sono garantiti, sicuri e privi di additivi nocivi); L’Isola Quattro Luglio, un monumento al patriottismo americano; L’Isola del Nuovo Anno, che ha semplicemente un grande hotel in cui si festeggia ogni giorno l’anno nuovo. La cugina Sulie fornisce gran parte delle descrizioni e vi assicuro che l’ironia trabocca.

10. L’isola della Veglia – Wake Island

Illustrazione - Su altri piani - Lande Incantate

Una vita senza sonno? Gli scienzati di Hy Brisal ci hanno provato. Il sonno rende stupidi: questo affermano gli scienziati, che coi loro esperimenti sul sonno volevano avere un vantaggio sulla nazione rivale di Nuum. Dopo gli iniziali fallimenti, i bambini prosperarono pur non dormendo affatto. Tuttavia, a quanto pare il prezzo per una vita senza sonno si è fatto sentire… l’immagine vi darà qualche indicazione!

11. La lingua degli Nna Moy -The Nna Moy language

Illustrazione - Su altri piani - Lande Incantate

In seguito a una ecocatastrofe, il piano degli Nna Moy si è notevolmente semplificato. Sopravvivono pochissime specie animali e vegetali, e gli Nna Moy. Vegetariani per necessità, questo popolo non utilizza denaro e passa il tempo cucinando, lavorando gioielli e sviluppando il loro linguaggio. La loro lingua infatti è quanto mai complessa e difficile da comprendere, non si sviluppa in orizzontale o in verticale ma a raggiera. Le poche informazioni che si hanno sono solo speculazioni, poiché nessuno è mai riuscito a comunicare con loro. Un amico di Sita, Laure, le fornisce qualche indicazione per comprendere il loro linguaggio, anche se ammette di potersi sbagliare completamente a riguardo. Ogni sillaba è dotata di un potenziale di significato che varia al variare delle sillabe che stanno intorno, cosicché ogni sillaba ha quasi sempre un significato diverso. Non infinito, ma incredibilmente numeroso. Gli Nna Moy, tuttavia, hanno tutta la vita per impararlo…

12. L’Edificio – The Building

Illustrazione - Su altri piani - Lande Incantate

Sul piano di Qoq sono presenti due specie razionali, che discendono da un antenato comune. I daqo vivono in modo modesto e nelle città, gli aq sono molto meno, circa quindicimila, e vivono tutti sul continente meridionale. A circa due anni, i bambini aq iniziano a costruire degli edifici in miniatura con pietre e fango. Non ci giocano e non inventano storie su essi, pare che li creino per il piacere di costruirli. Questa passione rimane in alcuni bambini, in altri scompare. Quelli che continuano a costruire, dopo l’adolescenza partono per il Pellegrinaggio delle Pietre. Al termine del viaggio, carichi di riqimite, una pietra verde chiaro e liscia, si recano sull’Altopiano del Mediro per continuare la costruzione dell’Edificio. Esso è immenso, sviluppato verso l’alto con torri e pinnacoli, ma soprattutto in orizzontale, con padiglioni, ali e portici tutti collegati tra loro da interminabili corridoi. Probabilmente è uno degli edifici più grandi di tutti i piani. Gli aq lo costruiscono da tremila, quattromila anni. E non ci abitano nemmeno: le proporzioni non sono quelle giuste per loro. Le risposte degli aq circa lo scopo della costruzione sono sempre vaghe e incerte; tuttavia, se chiedi a una vecchia signora di Katas…

13. I volatori di Gy – The fliers of Gy

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Gli abitanti di Gy hanno un aspetto non molto diverso da quello degli uomini del nostro piano, a parte il fatto che hanno le piume e non il pelo. Popolo tradizionalista e antiquato, si oppongono alle innovazioni provenienti dagli altri piani e preferiscono scriversi lettere con le loro penne e camminare a piedi. Ogni tanto, un individuo può nascere con quello che per loro è un handicap: le ali. Il processo di crescita è dolorosissimo ed è impossibile arrestarlo: avviene alla fine dell’adolescenza. Alcuni volatori decidono di non aprire e provare le ali per niente al mondo, altri invece imparano presto a volare e divengono capaci di percorrere lunghe distanze senza stancarsi o addirittura addormentandosi durante il volo. Le ali, per quanto perfette nella loro funzionalità, possono smettere di muoversi in modo improvviso e fatale. Non si è mai riusciti a capire perché. Vengono descritte quindi le esperienze personali di due volatori, ed è molto interessante osservare i punti di vista differenti sul fatto di possedere le ali.

14. L’isola degli Immortali – The island of the Immortals

Illustrazione - Su altri piani - Lande Incantate

Questo racconta illustra il viaggio della protagonista sul piano di Yende, dove si dice esistano degli immortali. Non ci sono molte descrizioni a riguardo, per cui Sita decide di verificare di persona andando sull’Isola degli Immortali. Un’isola molto povera, i cui abitanti sembrano mortalmente depressi, coperti interamente da una garza per difendersi dagli sciami di mosche. In un villaggio minuscolo, vede l’immortale, una creatura senza braccia e senza gambe. È cieco e sordo, e viene nutrito dalla famiglia con latte e semolino d’avena. Uno spettacolo molto triste. Non viene spiegata definitamente la causa dell’immortalità, tuttavia si lascia intendere qualcosa a riguardo…

15. La confusione di Uñi – Confusion on Uñi

Illustrazione - Su altri piani - Lande Incantate

Impossibile descrivere l’esperienza della protagonista su Uni. Diciamo che è un viaggio nella sua mente e nei suoi desideri più profondi. In particolare la riflessioni sui 3 grandi desideri vale la pena di essere letta:

“Quando avevo dodici o tredici anni, pensavo sempre a cosa avrei risposto se mi fossero stati concessi tre desideri. Pensavo che avrei detto: ‘Desidero, dopo essere vissuta bene fino a 85 anni e avere scritto alcuni ottimi libri, poter morire tranquilla, nella consapevolezza che tutte le persone a cui voglio bene sono felici e in buona salute’. E già allora sapevo che era un desiderio stupido, disgustoso. Pragmatico. Egoistico. Un desiderio da fifoni. Sapevo che non era giusto. Come desiderio non mi sarebbe mai stato approvato. Inoltre, una volta formulato quello, come avrei utilizzato gli altri due desideri? All’epoca pensavo che con gli altri due avrei potuto chiedere che tutti al mondo fossero più felici, o che si smettesse di fare la guerra, o che l’indomani mattina ci si svegliasse sentendosi davvero buoni e gentili con chiunque, per tutto il giorno, anzi, per tutto l’anno, anzi per sempre, ma a quel punto mi accorgevo che non credevo veramente a nessuno dei tre desideri e che li consideravo, appunto, solo desideri. Finché rimanevano nella categoria dei desideri erano ottimi, persino utili, ma non potevano andare più in là del desiderio stesso.”

Conclusioni

Ho amato tantissimo questa raccolta. La consiglio a chiunque ami viaggiare con la mente, esplorare luoghi sconosciuti, immaginare altri modi di vivere e concepire la vita.

VOTO: 10/10

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Ho indossato il Cappello Parlante insieme a Harry, Ron e Hermione; ho consultato l'aletiometro con Lyra; ho partecipato alla creazione di Ea e sono stato invisibile con Bilbo; ho viaggiato con Ged su migliaia di isole, tra diversi mondi con Pug, e su diversi piani con Sita Dulip; sono stato un reietto con Shevek e ho cavalcato draghi con Dany; ho sghignazzato con Bartimeus e cavalcato su Aslan; ho intrapreso viaggi interminabili con Frodo, Tasslehoff, Sutty, Drizzt, Phèdre, Morgon... E sono ancora qui.

3 Comments

  1. avatar Carlotta ha detto:

    Bella recensione!
    Il libro non l’ho letto, ma penso tu abbia colto nel segno l’essenza delle storie e le abbia descritte bene perché mi hai fatto visualizzare bene ogni mondo, ognuno diverso dall’altro, e mi hai anche invogliata a leggere (seppur non sia proprio il mio genere).
    Secondo me meglio di così non potevi fare. ^.^
    Bella anche l’idea di allegare le illustrazioni, penso che abbiano giocato un ruolo fondamentale nella tua esposizione.

    E la Le Guin sfoggia un’immaginario non da poco. 🙂

    • avatar Nymerios ha detto:

      Grazie! Se ti ho invogliata a leggerlo, mi fa molto piacere! E’ lo scopo di queste recensioni. La cosa delle illustrazioni l’ho scoperta per caso, non pensavo manco ci fossero per tutte le storie ^^’

      La fantasia della Le Guin non ha confini. E’ uno dei motivi per cui la amo 🙂

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