In barba a quanto detto nel mio ultimo articolo del “Il Tempo e l’inchiostro” , ho scelto di leggere un altro libro: La nave di Cristallo di Simona Busto. Ed eccomi qui pronta a condividere le mie impressioni con voi, prima però un piccolissmo estratto:
Una voce sconosciuta ma familiare sussurrò loro alle orecchie: «Le falene sono le anime dei morti. Schiacciatene una e ucciderete un uomo per la seconda volta. A volte tornano, attratte dalla vita, attratte dal fuoco. E capita che portino con sé i vivi, per punirli.»
Lo stile è scorrevole e non è pieno di pizzi, merletti e trine che possono stonare in un romanzo dalle tinte young adult e rosa.
I dettagli dei luoghi sono ben descritti e anche i personaggi non mancano di spessore. Si riesce ad immaginare tutto senza sforzo.
In fin dei conti mi piace lo stile dell’autrice, solo le parentesi di amore profondo e repentino mi lasciano un po’ perplessa, forse, semplicemente, gli anni si iniziano a sentire e l’amore a prima vista non mi convince più nei romanzi.
Inoltre, usando la terza persona però alcune volta il focus cambia troppo velocemente e non si comprende bene chi è a compiere l’azione.
Alcune cose che proprio mi sono piaciute:
Ad essere sinceri, nei primi capitoli si ha proprio la voglia di richiudere il libro e dire: no, no e no, non leggerò l’ennesimo libricino di angeli caduti e dannati per amore. Tuttavia se si ha la costanza di superare il primo ostacolo fatto di qualche cliché di troppo, ci si accorge di star leggendo un libro consistente e coerente col mondo creato e con gli avvenimenti che accadono ai nostri protagonisti.
Non voglio fare nessuno esempio di cosa in particolare mi sia piaciuto, perché sono tutti colpi di scena e avvenimenti accaduti nella seconda parte del libro e quindi potrei svelare troppo. Posso però dire che nella parte finale la trama ha acquistato diversi punti e ti fa dire: “Davvero? Ed io perché non ci ho pensato?” Forse a sviarmi è stato proprio il preconcetto di non potermi aspettare nulla di nuovo da uno young adult.
Quasi quasi sto pensando che l’autrice abbia proprio voluto dare tal impronta all’inizio del romanzo, per sviare un po’ il lettore.
I personaggi che mi sono piaciuti di più sono l’enigmatica Ellinor e il cacciatore. Quest’ultimo ha un intero capitolo dedicato all’inizio del libro e devo dire che è reso proprio bene, soprattutto la sua cattiveria e la sua malvagità. Ho anche la sensazione che sia una chiave di volta nello svolgimento della trama, ma questo è solo una mia impressione.
Chi, invece, non mi è piaciuta troppo è Megan, donzella in pericolo fino alle ultime pagine del libro, ma la sua forza dov’è?
Un solo altro appunto va fatto ai dialoghi, alle volte troppo veloci e impersonali, si ha la sensazione che vengano usati per evitare di mostrare eventi o per facilitare il compito dello scrittore.
Gli angeli non proprio buoni e forse un po’ troppo umani, non so se mi sono davvero piaciuti.
Beh, cosa dire il finale è per alcuni versi inaspettato e quella che è iniziata come una lettura di un qualcosa già trito e ritrito ha assunto nuove sfumature, le quali ti spingono a chiedere cosa capiterà a Megan e al suo bell’angelo, ma anche a Giulia, al cacciatore o all’enigmatica Ellinor.
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