Come sempre, dopo un libro molto lungo, mi piace leggere qualcosa di breve, o almeno di più leggero. Un mio amico mi parlava da mesi della serie di Lockwood & Co. di Jonathan Stroud, di cui al momento sono stati tradotti due libri (a fronte di quattro in inglese); ho deciso di dargli una possibilità!
Titolo | Lockwood & Co. – La Scala Urlante |
Autore | Jonathan Stroud |
Data | 2013 |
Pubblicazione italiana | 2014 |
Editore | Salani |
Traduttore | R. Cravero |
Titolo originale | Lockwood & Co. – The Screaming Staircase |
Pagine | 394 |
Reperibilità | Disponibile in libreria e in ebook |
Fantasmi. Di varie tipologie, con varie manifestazioni: l’Inghilterra è invasa dai fantasmi. Da quando il Problema si è palesato, le persone decedute tornano a infestare il mondo dei vivi sotto forma di fantasmi. Il governo inglese si è quindi attrezzato per affrontare la minaccia (dato che il tocco di un fantasma provoca la morte): coprifuoco dopo il tramonto, lampioni anti-fantasma per le strade… ma sono le grandi aziende ad affrontare concretamente la minaccia. Ci sono le agenzie grandi e “storiche”, come la Fittes e la Rotwell, che contano moltissimi membri, e ci sono le agenzie piccole e recenti, come la Lockwood & Co., che conta appena tre individui: Lucy, Lockwood e George. Noi seguiamo la storia della Lockwood & Co., in particolare da quando Lucy si unisce agli altri due giovani. La trama è ben strutturata e alterna momenti di azione a momenti esplicativi. Dalla metà del libro in avanti c’è un vero e proprio climax: i ragazzi vengono assoldati per sistemare il maniero più infestato di tutta l’Inghilterra. Per me che adoro le ville e i palazzi antichi è stata una parte sicuramente affascinante. Ecco una descrizione dei due misteri principali:
Ma di certo i due racconti più noti nel vicinato – le infestazioni fondamentali, se vuole – riguardano la Stanza Rossa e la Scala Urlante». Ci fu un silenzio profondo, rotto all’improvviso da un brontolio fortissimo proveniente dallo stomaco di George. Non si staccò l’intonaco dal soffitto, ma poco ci mancò. «Scusate» disse allegro. «Sto morendo di fame. Credo che prenderò un’altra ciambella, se non vi dispiace. Qualcuno ne vuole?» Nessuno gli prestò attenzione. Allungò la mano verso il piatto. «La Stanza Rossa?» chiesi. «La Scala Urlante?» Lockwood si spinse sul bordo della poltrona. «La prego, signor Fairfax, ci dica di più». «Mi delizia vedere tanto interesse» disse l’uomo anziano. «Vedo che la mia grande considerazione nei vostri confronti era corretta. Be’, la Stanza Rossa è una camera da letto al primo piano dell’Aia Ovest della casa. O, almeno, era usata come camera da letto in passato. Non più. Ora è completamente vuota. È uno di quei luoghi in cui la presenza soprannaturale è così potente che porta sciagure a chiunque la visiti. Nessuno può trascorrervi la notte e sopravvivere… o così dicono». «Lei c’è stato, signore?» chiese Lockwood. «Ci ho sbirciato dentro. Di giorno, naturalmente». «E l’atmosfera…?» «Pesante, signor Lockwood. Pesante e disgraziata». La vecchia testa si ritrasse; Fairfax ci guardò da dietro il suo enorme naso aquilino. «E ho buone ragioni per credere nella potenza di quella stanza, come vi racconterò tra breve. Ma poi c’è la Scala Urlante. Per me questa è la storia più misteriosa. La scala parte dalla galleria al pianterreno e con un’ampia ansa conduce al pianerottolo superiore. È costruita in pietra ed è molto antica. Io stesso non ho mai avuto esperienza di alcuna sensazione sgradevole su quei gradini, e non conosco nessuno a cui sia capitato di averne. Ma si dice che molto tempo fa siano stati teatro di un grande orrore, e che le anime di coloro che vi furono coinvolti siano intrappolate al loro interno. In certi momenti, forse quando la potenza dei Visitatori è al massimo, forse quando percepiscono la presenza di una nuova vittima, li si sente strillare in modo convulso. Le grida promanano direttamente dalla scala». «Cioè, si sente la scala urlare?» Lockwood parlò sottovoce. «Così pare. Io non l’ho mai sentita». «Tornando alla Stanza Rossa…» George stava finendo la sua ciambella; si fermò e deglutì. «Ha detto che si trova al primo piano? Sarebbe lo stesso piano della finestra nella foto?» «Sì… immagino che grossomodo potrebbe corrispondere.
Infine, qualche considerazione sotto spoiler per chi ha già letto il libro.
Stroud è stato bravo nel delineare un mondo in cui improvvisamente i fantasmi sono passati da leggenda a realtà; vediamone insieme qualche caratteristica.
I fantasmi sono legati alle Sorgenti, solitamente oggetti che sono stati importanti quando i Visitatori (altro nome utilizzato per indicare i fantasmi) erano in vita: scopo del lavoro dei protagonisti è individuare la Sorgente per distruggerla.
Fin dai tempi in cui Marissa Fittes e Tom Rotwell condussero le loro celebri investigazioni, nei primi anni del Problema, trovare la Sorgente di un’infestazione è sempre stato un fatto centrale nel lavoro di ogni agente. Sì, facciamo anche altra roba: aiutiamo a innalzare le difese nelle abitazioni di famiglie preoccupate e forniamo consulenza a singoli clienti circa la loro protezione personale. Possiamo installare trappole di sale nei giardini, posare strisce di ferro sulle soglie, appendere talismani sopra le culle e rifornirti di rametti di lavanda, luci antifantasma e altri articoli spicci di sicurezza. Ma l’essenza del nostro ruolo, la ragione stessa della nostra esistenza, è fondamentalmente una: individuare il luogo o l’oggetto specifico connessi a un particolare membro dei morti senza pace. Nessuno conosce davvero la funzione di queste ‘Sorgenti’. Alcuni sostengono che i Visitatori siano effettivamente contenuti al loro interno, altri che marchino i punti dove i confini tra i mondi si sono assottigliati a causa di un’azione violenta o di emozioni estreme. Comunque stiano le cose, gli agenti non hanno tempo da perdere in speculazioni. Noi siamo troppo occupati a cercare di evitare di essere toccati da un fantasma per metterci a filosofeggiare. Come aveva detto Lockwood, una Sorgente poteva essere molte cose. Il luogo preciso di un delitto, magari, o un oggetto intimamente connesso con una morte improvvisa, o forse un bene particolarmente amato da un Visitatore quando era in vita. Il più delle volte però (il 73 percento, stando alle ricerche condotte dal Rotwell Institute), è associata a ciò che il Manuale Fittes chiama ‘resti organici personali’. Potete immaginare da soli che cosa vuole dire. Il punto è che finché non vai a guardare, non lo sai.
Il Problema può essere definito l’enigma principale dell’intera serie. A un certo punto della storia dell’uomo i fantasmi si sono manifestati in modo pervasivo e massiccio. Nonostante le ricerche e l’impegno profuso dalle varie organizzazioni, il mistero non è stato ancora districato.
Alcuni sostengono che il Problema sia sempre stato con noi. I fantasmi non sono niente di nuovo, dicono, e si sono sempre comportati allo stesso modo. Già quasi duemila anni fa, per esempio, lo scrittore romano Plinio il Giovane raccontava la storia di un erudito che aveva comprato una casa ad Atene. La casa era economica in modo sospetto, e l’uomo aveva realizzato in fretta che era infestata dai fantasmi. Lo Spettro di un vecchio smagrito, in catene, si era manifestato già la prima notte. Il Visitatore gli aveva fatto cenno di avvicinarsi, e invece di scappare l’uomo aveva seguito il fantasma fuori in giardino, dove l’aveva visto scomparire dentro la terra. Il giorno dopo l’erudito aveva ordinato ai suoi schiavi di scavare in quel punto. Come c’era da aspettarsi, ben presto avevano trovato uno scheletro incatenato. Diedero ai resti una giusta sepoltura e il fantasma scomparve. Fine della storia. Un classico fantasma di Tipo Due, deducono gli esperti, con un classico, semplice proposito: il desiderio di raddrizzare un qualche torto. Proprio come succede oggi. Perciò non è cambiato proprio niente. Scusate, ma io non la bevo. Okay, è un buon esempio di Sorgente nascosta: conosciamo tutti un mucchio di esempi del genere. Ma fate caso a due cose. La prima: nella storia, l’erudito non sembra per niente preoccupato che il fantasma possa toccarlo facendolo gonfiare, diventare blu e morire di una morte dolorosa. Forse era solo uno stupido (oltre che fortunato) o forse i Visitatori nei tempi antichi non erano pericolosi come lo sono adesso. E di certo non erano altrettanto comuni. Che è la seconda cosa. La casa infestata nella storia di Plinio? Probabilmente era l’unica di Atene, il che spiega perché costasse così poco. Qui nella Londra moderna ce ne sono decine, e per quanto le agenzie si diano da fare ne saltano fuori sempre di nuove. A quei tempi i fantasmi erano piuttosto rari. Ora ce n’è un’epidemia. Perciò a me sembra abbastanza evidente che il Problema sia una cosa diversa da come andavano le cose una volta. All’incirca cinquanta o sessant’anni fa è iniziato senza dubbio qualcosa di strano e nuovo, e nessuno ha la minima idea del perché. Se leggete dei vecchi giornali, come fa George tutto il tempo, scoprirete che i fantasmi sono spuntati all’improvviso nel Kent e nel Sussex intorno alla metà del secolo scorso. Ma fu solo grossomodo una decina di anni dopo che una serie di casi sanguinosi come il Terrore di Highgate e il Fantasma di Mud Lane attirò seriamente l’attenzione. In quelle occasioni, un improvviso scoppio di fenomeni soprannaturali fu seguito da una quantità di morti raccapriccianti. Le indagini convenzionali non portarono a nulla, e morirono persino uno o due poliziotti. Alla fine due giovani ricercatori, Tom Rotwell e Marissa Fittes, riuscirono a ricondurre ogni apparizione alla rispettiva Sorgente (nel caso del Terrore, un teschio murato; in quello del Fantasma, il cadavere di un bandito legato a dei picchetti presso un incrocio. Il successo attirò su di loro una grande fama, e per la prima volta l’esistenza dei Visitatori restò profondamente impressa nell’opinione pubblica. Negli anni che seguirono vennero alla luce molte altre infestazioni, prima a Londra e nel Sud dell’Inghilterra, per poi allargarsi lentamente in tutto il paese. Il panico dilagò. Ci furono manifestazioni e proteste; chiese e moschee fecero grandi affari con chi cercava la salvezza della propria anima. Ben presto, sia Fittes che Rotwell fondarono la propria agenzia metapsichica per rispondere alle crescenti richieste d’intervento, aprendo la strada a una quantità di concorrenti minori. Alla fine si mosse anche il governo, istituendo il coprifuoco al calare della notte e installando a tappeto lampioni antifantasma in tutte le città più grandi. Nessuna di queste cose risolse davvero il Problema, naturalmente. Si poteva dire tutt’al più che con il passare del tempo il Paese si era abituato a convivere con la nuova realtà. I cittadini adulti se ne stavano buoni buoni, facevano in modo che le loro case fossero ben rifornite di ferro e lasciavano che le agenzie contenessero la minaccia soprannaturale. Le agenzie, a loro volta, cercavano di impiegare gli operativi migliori. E siccome una spiccata sensitività metapsichica si trova quasi esclusivamente nei giovanissimi, intere generazioni di bambini come me si ritrovarono a far parte della prima linea.
Una cosa che mi ha incuriosito parecchio di questo romanzo è che sono i ragazzi a combattere i fantasmi: infatti solo da bambini si manifestano i vari Talenti che possono rendere una persona più o meno sensibile ai Visitatori. Questi Talenti scemano col passare degli anni, eccetto rari casi, negli adulti scompaiono: infatti gli adulti fanno da supervisori, ossia accompagnano i bambini nelle ronde o nelle missioni dando consigli e suggerendo il piano d’azione in base alla loro esperienza.
L’autore crea diverse tipologie di fantasmi, tutte elencate nel Glossario a fine libro. In linea di massima si possono suddividere in tre grandi categorie: il Tipo Uno (i più deboli), il Tipo Due (più potenti, a volte intelligenti, a volte cattivi), il Tipo Tre (decisamente raro e poco conosciuto). Alcuni fantasmi sono molto interessanti: ve ne metto uno sotto spoiler.
Mi è piaciuto anche l’approccio scientifico al problema: gli agenti hanno vari indici per valutare la presenza dei fantasmi, oltre ad avere varie tipologie di arnesi per combatterli.
La storia viene raccontata in prima persona da Lucy. Non ci sono spostamenti del punto di vista. Stroud utilizza un linguaggio molto semplice e tratta con leggerezza un argomento potenzialmente macabro (morte e fantasmi); alcuni dialoghi sono divertenti e qualche metafora è particolarmente riuscita.
Stavo diventando una ragazza alta, dai lineamenti marcati, più robusta di quanto avrei voluto, con grandi occhi, sopracciglia spesse, un naso lunghissimo e labbra imbronciate. Non ero carina ma, come aveva detto una volta la mamma, la carineria non era la mia professione.
Lucy è la protagonista, ed è l’unica di cui conosciamo il passato; dopo aver vissuto per un periodo in famiglia lavorando alle ronde notturne, decide di spostarsi a Londra per un impiego più redditizio. Il suo talento è l’Udito, e questo le permette di captare diverse sensazioni dai fantasmi.
[…] Anthony Lockwood: vigoroso ed energico, impaziente di buttarsi a capofitto in ogni nuovo mistero; un ragazzo che non era mai tanto felice come quando entrava in una stanza infestata, con la mano leggera posata sull’elsa dello stocco.
Lockwood si fa sempre chiamare col cognome; ha ereditato la palazzina in cui adesso vivono i tre membri dell’associazione. Del suo passato si sa poco, e quel poco che si sa è avvolto nel mistero. A volte prende le cose con leggerezza (dimenticare le catene durante un’incursione può essere fatale), altre volte è molto previdente e lungimirante.
«Quello è il bagno, dovesse averne bisogno. Questa è la mia stanza, e lì c’è quella di George. Starei attento a entrarci. Una volta me lo sono ritrovato davanti che faceva yoga nudo». Con qualche difficoltà, allontanai quell’immagine dalla mente.
Credo sia il personaggio più interessante: lui e Lucy si prendono in antipatia fin dall’inizio, ma col tempo imparano ad apprezzarsi (un pochino!).
Considerate il suo aspetto. Possedeva qualcosa che scatenava i peggiori istinti di una persona. Aveva una faccia da schiaffi mai vista prima – una santa sarebbe diventata matta dalla voglia di dargli una sberla – mentre il suo sederone chiamava a gran voce un calcio ben assestato. Camminava ciondolante, si buttava a sedere di peso, strascicava i piedi in giro per casa come qualcosa di molle sul punto di sciogliersi. Gli usciva sempre la maglietta dai calzoni, indossava delle scarpe da ginnastica enormi e si trascinava dietro i lacci sciolti. Ho visto cadaveri rianimati comportarsi meglio di George. E quei capelli da sciamannato! E quegli stupidi occhiali! Di lui mi irritava tutto. Aveva anche una maniera particolare di fissarmi, vacua e inespressiva, che in qualche modo era anche maleducatamente contemplativa. Era come se stesse analizzando tutti i miei difetti e aspettasse incuriosito di vedere semplicemente qual era il prossimo che avrei mostrato. Da parte mia, feci del mio meglio per essere gentile durante la prima cena, e soppressi il mio istinto più profondo, che era di dargli un badile in testa.
Vale la pena leggere La scala urlante? Secondo me sì. È leggero, divertente, e non del tutto scontato. Spero che la Salani continui a tradurre questa serie!
Voto 8/10.
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Trovo molto figo che siano i bambini a combattere e gli adulti ad assistere, inverte i ruoli classici; la questione delle Sorgenti in effetti può fornire tantissimi spunti di trama e mi incuriosisce molto il glossario con le varie classificazioni e metodi. Non ho letto molti fantasy con i fantasmi come argomento principale, penso rimedierò a breve con questo romanzo. Recensione molto interessante! ^^