Come promesso nel precedente articolo, ecco a voi la mia recensione del libro la Le porte di Eterna – Compagnia dell’erede di Chiara Piunno.
Il giudizio sull’opera.
Il libro mi è piaciuto! Mi ero già affezionata a questi personaggi e sono avida di saper come continua la storia e se le Ombre inghiottiranno Eterna o il destino sognato e tracciato da Anèjolon non è ancora del tutto scritto.
La nostra guaritrice dovrà fare i conti con un nuovo viaggio e la vera sofferenza che da esso ne scaturirà.
Questa ragazza dallo sguardo bicolore è sempre stata energica e risoluta, eppure si dimostra pavida e scoraggiata sul finale di questo libro.
Il cacciatore di mostri e assassino è chiamato, in piccola misura, a pagare per quanto ha compiuto negli ultimi anni. Le conseguenza di questo pagamento, porteranno a conoscere nuovi lati del mezz’elfo, alcuni molto teneri.
Due aspetti del carattere di Mèl rimangono immutati, ossia l’orgoglio e l’aggressività.
Ebbene è finito il tempo per la fanciulla di Raya di piangere e disperarsi, rimanendo inerte. Chiamata da Flòx a suon di mal di testa, la ragazza scapperà dalle grinfie di Alexandra per intraprendere un viaggio in compagnia del suo assassino, dell’Erede e di Saphina.
In questo libro si delinea meglio chi è questa ragazza e si fa meno fatica a identificare in lei l’araldo di Saradea.
L’Erede di eterna è una bambina dalle doti molto particolari e grazie ad esse tesse le sue tele senza curarsi delle conseguenze. Potrebbe evitare molti eventi nefasti per i nostri protagonisti e invece sorride beata dopo che essi sono accaduti.
Questo comportamento non fa amare questa bambina dal nero sorriso.
Finalmente la compagni è riunita! Infatti, Lù, Mèlas e Saphina sono costretti da un erede non troppo accondiscendente a far rotta su Draco. Come la nostra fanciulla dagli occhi viola si adatti alla presenza costante del suo assassino, beh vale la pena di leggerlo senza anticipazioni…
In questo romanzo, leggeremo di lotte estreme che poteranno i nostri personaggi a sfiorare il pericolo molto da vicino e avremo un po’ di colpi di scena per ognuno dei protagonisti. Soprattutto quello che succede al nero cacciatore lascia sgomenti e inteneriti.
Inoltre si ineriscono molti nuovi elementi nella trama già complessa e non ancora districata, che preannunciano un libro finale scoppietante.
Devo dire, però, che abbiamo un ritmo della narrazione più lento rispetto agli altri libri. Questo perché La compagnia dell’erede è il secondo volume di una trilogia. In quanto tale funge da ponte tra quello che succede e quello che deve accadere.
Lo stile dell’autrice mi piace molto, ha la capacità di farti immergere nelle scene che descrive, sempre ricche di particolari, delicate e intense.
Un punto di forza del romanzo è la verosimiglianza: trovo che le debolezze umane siano parte caratterizzante di ogni personaggio. Questa storia non è fatta da eroi, bensì da persone disperate, da assassini e pavidi. Eppure essi si riscatteranno, evolvendo, mostrandosi pian piano e diventando ciò che non erano, migliorando.
I principali difetti che ho riscontrato nello stile:
1) Alcune volte, pur trovandole molto belle, le descrizioni vengono inserite durante un’azione di un personaggio e spezzano la scena;
2) In alcuni passaggi, il punto di vista passa troppo velocemente da un personaggio ad un altro.
Ovviamente farò in modo di avere il cellulare sempre carico e anche il portatile, così da poter continuare la mia opera di stalking in vista del terzo volume!
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