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Recensione – La Via dei Re di Brandon Sanderson

La fine era pace, ma vivere… quello è una tempesta.

Recensire La Via dei Re non è un compito facile. Ho rimandato di qualche settimana la stesura dell’articolo, vuoi per impegni vari, vuoi per assorbire lentamente l’impatto di quest’opera. Ho accumulato una ventina di pagine di appunti, che cercherò di organizzare nel modo più lineare possibile; inevitabilmente qualcosa rimarrà al di fuori della recensione. Preparatevi ad un articolo lungo!

Titolo La Via dei Re
Autore Brandon Sanderson
Data 2010
Pubblicazione italiana 2013
Editore Fanucci
Traduttore Gabriele Giorgi
Titolo originale The Way of Kings
Pagine 1146
Reperibilità Reperibile in ebook

La via dei Re - Lande Incantate

Trama

La trama è costituita da diversi intrecci, per cui preferisco trattare le vicende dei personaggi direttamente nei paragrafi a loro dedicati.

La Via dei Re è una storia di guerra, principalmente. Il re di Alethkar, Gavilar Kholinviene ucciso da un assassino assoldato dal popolo dei Parshendi (con i quali Alethkar si era appena alleata). L’omicidio dà il via alla guerra tra i due popoli nelle Pianure Infrante. Il Giuripatto impone agli Alethi di vendicarsi per il loro re, tuttavia la guerra a lungo andare diventa più una caccia alle Cuorgemme, delle gemme preziosissime che si trovano all’interno di creature chiamate grangusci. Quasi tutti i protagonisti de La via dei re ruotano a questa guerra: Kaladin Folgoeletto è uno schiavo pontiere al servizio degli Alethi; l’altoprincipe Dalinar Kholin e il figlio Adolin combattono nelle Pianure Infrante; Szeth-figlio-Neturo è l’assassino dei re Gavilar, anche se al momento è lontano dalla guerra; solo Shallan sembra apparentemente sconnessa rispetto alle altre vicende, almeno all’inizio.

char Sanderson è prolisso?

A me piacciono i libri lunghi, ma immagino che molti si trovino spaesati davanti un libro di questa portata. Sanderson si prende il suo tempo per presentarci le vicende e i personaggi: mi sono immaginato che stesse apparecchiando la tavola per farci assaggiare qualche antipasto, ma eravamo ancora lontani dalle portate principali. Non che non ci siano eventi importanti: però personalmente, arrivato a lettura avanzata, mi sono un po’ stufato di leggere l’ennesimo duello o descrizione di vestiti. Per fortuna però è valsa la pena arrivare alla fine: Sanderson rivela un sacco di sorprese. Purtroppo non posso parlarvene apertamente, ma fidatevi di me: non ve ne pentirete.

Worldbuilding

Credit: Isaac Stewart

Sanderson ha creato un mondo incredibilmente variegato, dalle razze alle piante, dalle divinità alla mitologia.

char Popoli

Credit:  BotanicaXu

Come potete vedere dall’immagine, sono numerose le etnie su Roshar. Noi siamo a contatto principalmente con gli Alethi, ma non solo: Szeth è uno Shin, e sono memorabili i Thaylenici le cui sopracciglia sono così lunghe da essere infilate dietro le orecchie.

La cultura Alethi viene spiegata a poco a poco, con qualche dettaglio qua e là. Uomini e donne hanno ruoli e interessi decisi arbitrariamente: ad esempio solo i maschi possono combattere, e solo le donne possono imparare a leggere e scrivere. Tuttavia non ho percepito la cosa come discriminazione.

La battaglia era un’arte maschile. Una donna che voleva andare sul campo di battaglia era come… be’, come un uomo che voleva leggere. Innaturale.

char Altempeste

Le Altempeste sono delle perturbazioni atmosferiche violente, che si presentano regolarmente e possono essere previste dai guardatempesta. Sono fenomeni così devastanti che la vegetazione ha trovato un modo per resistervi:

La zona attorno a quei carri sbatacchianti era spoglia, però. Quando si avvicinavano, l’erba si ritraeva, ogni singolo filo si ritirava in un forellino nella pietra. Dopo che i carri erano passati, l’erba faceva di nuovo timidamente capolino e poi si protendeva ancora verso l’aria. E così le gabbie si muovevano in quella che sembrava una grande strada di roccia, sgombrata apposta per loro. Così, all’interno delle Colline Indipendenti, le altempeste erano incredibilmente potenti. Le piante avevano imparato a sopravvivere. Era quello che bisognava fare: imparare a sopravvivere. Farsi forza, sopportare la tempesta.

Le Altempeste sono frequenti tutto l’anno ad eccezione delle ultime settimane dell’anno.

Segnava la fine di un anno vecchio e l’arrivo di uno nuovo, quattro intere settimane di pioggia in un’incessante cascata di gocce tetre. Mai furiosa, mai appassionata come un’altempesta. Lenta, costante. Come il sangue di un anno morente che stava portando via i suoi ultimi passi arrancanti verso il tumulo. Mentre altre stagioni climatiche giungevano e se ne andavano imprevedibili, il Pianto non mancava mai di tornare nello stesso periodo di ogni anno. Purtroppo.

char I Chull

Credit:  Isaac Stewart

I Chull sono dei crostacei enormi utilizzati dall’uomo perlopiù per il traino di oggetti pesanti.

[…] i chull dal carapace rosso che si agitavano e le loro antenne che si muovevano avanti e indietro. Quegli animali squadrati avevano gusci rocciosi sporgenti e spesse zampe rosse simili a tronchi. Da quello che Kaladin aveva sentito, le loro chele potevano staccare il braccio di un uomo. Ma i chull erano docili, in particolare quelli addomesticati, e lui non aveva mai sentito di qualcuno nell’esercito che avesse subito più di una pizzicata poco convinta da uno di essi.

char Gli Stratoguerrieri (Shardbearer)

Gli Stratoguerrieri sono equipaggiati o con una Stratopiastra (Shardplate), o con una Stratolama (Shardblade), o con entrambe. Le Stratolame sono armi imponenti capaci di tagliare qualsiasi materiale inanimato; esse uccidono gli uomini recidendo l’anima. Per essere utilizzate devono essere evocate: compariranno nella mano del possessore dopo dieci battiti del cuore.

Dieci battiti di cuore.
Uno.
Era il tempo necessario a evocare una Stratolama. Se il cuore di Dalinar batteva veloce, il tempo era più breve. Se era rilassato, ce ne voleva di più.
Due.
Sul campo di battaglia, il passaggio di quei battiti poteva durare un’eternità. Si infilò l’elmo mentre correva.
Tre.
L’abissale calò una zampa, fracassando il ponte pieno di attendenti e soldati. La gente urlò, scaraventata nella Voragine. Dalinar scattò in avanti su gambe potenziate dalla Piastra, seguendo il re.
Quattro.
L’abissale torreggiava come una montagna di carapace interconnesso di una tinta viola scuro. Dalinar riusciva a capire perché i Parshendi definissero dèi queste cose. Aveva un volto contorto e simile a una punta di freccia, con una bocca piena di mandibole dentellate. Sebbene assomigliasse vagamente a un crostaceo, non era un massiccio e placido chull. Aveva quattro terribili chele anteriori fissate su ampie spalle, ciascuna delle dimensioni di un cavallo, e una dozzina di zampe più piccole serrate contro il fianco dell’altopiano.
Cinque.
La chitina emise un rumore stridente contro la pietra quando la creatura terminò di issarsi sull’altopiano, afferrando con una rapida chela un chull che stava trainando un carretto.
Sei.
«Alle armi, alle armi!» tuonò Elhokar davanti a Dalinar. «Arcieri, tirate!»
Sette.
«Distraetelo dalla gente inerme!» gridò Dalinar ai suoi soldati.
La creatura frantumò il guscio del chull – dei frammenti delle dimensioni di vassoi caddero con gran fracasso sull’altopiano – poi si ficcò la bestia tra le fauci e iniziò a guardar giù verso gli attendenti e le scrivane in fuga. Il chull smise di belare mentre il mostro lo inghiottiva.
Otto.
Dalinar saltò da una sporgenza rocciosa e si librò per cinque iarde prima di atterrare con un tonfo sul terreno, gettando in aria pezzetti di roccia.
Nove.
L’abissale emise un orribile verso stridente. Risuonò con quattro voci, ciascuna che si sovrapponeva all’altra.
Gli arcieri incoccarono. Elhokar gridò ordini proprio di fronte a Dalinar, il suo mantello blu che svolazzava.
La mano di Dalinar pizzicava di anticipazione.
Dieci!
La sua Stratolama – Giuramento – si formò nella sua mano, condensandosi dalla nebbia, comparendo al decimo battito di cuore nel suo petto.

Le Stratopiastre sono armature prive di punti deboli che garantiscono a chi le indossa una protezione eccellente; è l’unica corazza capace di fermare una Stratolama.

I muscoli di una persona reagivano con velocità, forza e destrezza aumentate quando indossava l’armatura, e ci voleva esercizio per usarla correttamente.

Gli Strati sono piuttosto rari nel mondo e sono principalmente concentrati nei regni di Alethkar e Jah Keved; uno Stratoguerriero completo è molto difficile da sconfiggere da chi non lo è, tuttavia non è un’impresa impossibile.

Credit:  Isaac Stewart

char La Guardiana della Notte

Pare che in una valle al centro di Roshar ci sia una divinità da cui si recano in molti per ottenere una grazia; la dea dà sempre una benedizione (ma non sempre associata alla richiesta fatta) e una maledizione (che in molti casi è così terribile da non giustificare il pellegrinaggio).

«Potrei formulare la mia richiesta alla perfezione» disse Baxil.
«Non funziona a quel modo» disse Av. «Non è un gioco, non importa come cercano di descriverlo le storie. La Guardiana della Notte non ti inganna o distorce le tue parole. Tu chiedi un favore. Lei ti dà quello che lei pensa che tu meriti, poi assieme ti dà anche una maledizione. A volte collegata, a volte no.»
«E tu sei un esperto?» chiese Baxil. La padrona stava sfregiando un altro dipinto. «Pensavo che avessi detto di non esserci mai andato.»
«Non l’ho fatto» disse Av. «Sono un esperto perché ci sono andati mio padre, mia madre e ciascuno dei miei fratelli. Pochi hanno ottenuto quello che volevano. Molti di loro si sono pentiti della maledizione, tranne mio padre. Lui ottenne un cumulo di buona stoffa; la vendette per non farci patire la fame durante la carestia di carape qualche decennio fa.»

char Gli Spren

Gli spren sono esserini che compaiono in associazione a qualcosa: può essere una sensazione o un sentimento, e allora avremo i dolorespren o i gloriaspren; può essere un fenomeno atmosferico, allora ci saranno ventospren o pioggiaspren. Uno dei personaggi minori de La via dei re, Axel, è a caccia di spren rari o poco conosciuti.

«Gli spren appaiono quando qualcosa cambia: quando compare la paura o quando comincia a piovere. Sono il cuore del cambiamento, e pertanto il cuore di tutte le cose.»

char Magia

Esistono diversi tipi di magia, che permettono di cambiare in modo diverso il mondo fisico – per esempio, gli animutanti possono trasformare un tipo di materia in un altro, e sono quindi essenziali per procurare cibo in guerra. Quello che tutti i tipi di magia hanno in comune è che hanno bisogno di Folgoluce, una forma di energia che arriva su Roshar durante le altempeste, e che può essere infusa nelle gemme.

Jasnah possedeva realmente un Animutante funzionante. E potente, perfino. Nove Animutanti su dieci potevano effettuare poche, limitate trasformazioni: creare acqua o grano dalla pietra; formare semplici edifici di roccia da un’unica stanza da aria o stoffa. Uno superiore, come quello di Jasnah, poteva effettuare qualunque trasformazione. Tramutare letteralmente qualsiasi sostanza in un’altra.

Personaggi

Credit:  botanicaxu

Se consideriamo che i personaggi di solito sono un punto di debolezza di Sanderson (con qualche eccezione, ad esempio Kelsier e Sazed in Mistborn – L’Ultimo Impero), ne La Via dei Re si è impegnato davvero tanto. I personaggi PoV sono tutti interessanti, approfonditi e coinvolgenti. La saga è strutturata in modo da alternare i punti di vista di tutti i protagonisti, più un focus sul passato per uno di loro: in questo libro è Kaladin ad avere più spazio degli altri con gli approfondimenti sulla sua infanzia. Vediamoli uno ad uno.

char Kaladin

Kaladin è un esperto lanciere, nonché chirurgo, che viene venduto come schiavo a inizio libro. Noi non sappiamo cosa abbia fatto per meritarsi tale condizione; i capitoli sul suo passato ce lo rivelano alla fine.
Kaladin è un personaggio oscuro, lacerato dai sensi di colpa e con frequenti pensieri cupi: potremmo dire, modernamente, che è depresso (tant’è che Sanderson ha fatto le sue ricerche per renderlo verosimile da questo punto di vista). Questo è uno dei motivi per cui Kaladin non piace a molti; a me invece è piaciuto proprio per questo.

Riconobbe cosa gli stava succedendo, questa malinconia, questo senso di disperazione. L’aveva preso spesso quando era più giovane, più di frequente durante la settimana del Pianto, quando il cielo era nascosto dalle nubi. Durante quei periodi, Tien lo aveva tirato su di morale, lo aveva aiutato a uscire dalla sua disperazione. Tien era stato sempre capace di farlo. Una volta perduto suo fratello, aveva affrontato questi periodi di tristezza in modo più difficile. Era diventato il derelitto: non gli importava, ma non si disperava neanche. Era sembrato meglio non provare nulla, paragonato al provare dolore.

Kaladin viene assegnato al Ponte 4: il lavoro dei pontieri è particolarmente duro e le perdite sono altissime. In pratica consiste nello spostare i ponti durante le sortite nelle Pianure infrante e permettere ai soldati di passare da un altopiano all’altro. A nessuno importa dei pontieri, e i pontieri non hanno nemmeno a cuore le loro vite; Kaladin cambierà le cose per il Ponte 4, rendendo i suoi uomini una squadra.

Questo edit trovato su Google Immagini include anche Syl, un ventospren che curiosamente si affeziona a Kaladin e gli sta vicino per tutto il tempo. Il rapporto tra i due è strano e in qualche modo si influenzano l’un l’altro; Syl col tempo sembra “evolversi”, acquisendo un linguaggio più evoluto e flessibilità di pensiero; inoltre aiuta Kaladin e i pontieri nelle loro missioni.

char Shallan

Credit: Michael Wheelan

Inutile dire che Shallan è la mia preferita tra i protagonisti. La sua famiglia è in difficoltà economiche dalla morte del padre, per cui coi fratelli elabora un piano complicato per risollevarsi: diventare la pupilla di Jasnah Kholin per rubarle l’Animutante. L’impresa non si rivela semplice, in quanto la principessa non sembra facile da raggiungere. Qualche considerazione spoiler sulle vicende di Shallan:

Spoiler su Shallan

char Jasnah Kholin

Credit: axt234

Sebbene Jasnah non abbia dei capitoli a lei riservati, mi è piaciuta così tanto da dedicarle un paragrafo.

Shallan non si era aspettata che Jasnah Kholin fosse così bella. Era una bellezza solenne, matura, come quella che si poteva trovare nel ritratto di qualche studiosa del passato. Shallan si rese conto che ingenuamente si era aspettata che Jasnah fosse un’orrenda zitella, come le severe matrone che l’avevano istruita anni prima. In che altro modo ci si poteva raffigurare un’eretica prossima alla quarantina e ancora non sposata? Jasnah non era nulla del genere. Era alta e snella, con la pelle chiara, strette sopracciglia nere e folti capelli di un color onice intenso. Li portava parzialmente tirati su, avvolti attorno a un piccolo ornamento d’oro a forma di pergamena con due lunghi spilli che lo tenevano al suo posto. Il resto cadeva dietro il suo collo in boccoli stretti. Perfino attorcigliati e ricci com’erano, le arrivavano fino alle spalle; se li avesse lasciati sciolti, sarebbero stati lunghi come i capelli di Shallan, arrivando giù fin oltre a metà schiena. Aveva un volto squadrato e acuti occhi viola pallido. Stava ascoltando un uomo abbigliato in vesti color arancio bruciato e bianco, i colori reali di Kharbranth. Sua Luminosità Kholin era diverse dita più alta dell’uomo: a quanto pareva, la fama degli Alethi di essere alti di statura non era esagerata. Jasnah lanciò un’occhiata a Shallan, notandola, per poi tornare alla sua conversazione. Folgopadre! Questa donna era la sorella di un re. Riservata, statuaria, vestita impeccabilmente in blu e argento.

Jasnah viene definita una “eretica”: mi è piaciuta parecchio la parte in cui di fatto smonta la religione, in un dialogo col re di Kharbranth. La metto sotto spoiler perché è lunga, ma potete leggerla tranquillamente.

Dialogo sulla fede

char Dalinar Kholin

Credit: venamis ovwr

Dalinar è il fratello del defunto re Gavilar, padre di due figli (Adolin e Renarin), zio dell’attuale re Elhokar e di Jasnah. Soprannominato lo Spinanera, è un abile guerriero che possiede sia la Piastra sia la Lama.

Dalinar trasse un profondo respiro, sentendo montare l’Eccitazione per la battaglia ormai prossima. Uscì dalla sala di guerra a grandi passi, decisi e solidi. Attendenti e servitori si sparpagliarono davanti a lui, facendogli strada. Indossare di nuovo una Stratopiastra dopo così tanto tempo era come svegliarsi dopo una notte trascorsa intontito e disorientato. Lo scatto nel passo, l’impeto che l’armatura pareva conferirgli, gli metteva voglia di correre lungo il corridoio e… E perché no? Si lanciò in uno scatto. Teleb e gli altri gridarono dalla sorpresa, affrettandosi per tenere il passo. Dalinar li lasciò indietro facilmente raggiungendo i cancelli anteriori del complesso e balzandovi in mezzo, gettandosi giù per i lunghi gradini che costituivano l’accesso al suo enclave. Esultò, sogghignando mentre era sospeso in aria, poi piombava a terra. La forza incrinò il terreno sotto di lui e Dalinar si accucciò per assecondare l’impatto. Davanti a lui, file ordinate di caserme correvano per il suo campo militare, disposte a raggiera con un terreno d’incontro e una mensa al centro di ogni battaglione. I suoi ufficiali arrivarono in cima alle scale e guardarono giù stupiti. Renarin era con loro, con indosso la sua uniforme che non aveva mai visto una battaglia, la mano sollevata per schermarsi dalla luce del sole. Dalinar si sentiva sciocco. Era forse un giovane a cui era stato appena dato il suo primo assaggio di Stratopiastra? Torna al lavoro Smettila di giocare.

Dalinar ha delle visioni durante le altempeste: non sa da dove vengano, se siano soltanto allucinazioni oppure no; di certo lo mettono in cattiva luce davanti agli altri principi. Sulla natura di queste visioni dispiega parte della storyline di Dalinar, e posso dirvi che mi è piaciuta parecchio.

char Szeth

Credit: Ben McSweeney

L’assassino del re compare per pochi capitoli ne La via dei re, quindi non saprei bene cosa dire a riguardo. Chiunque possieda la sua Giuripietra può dargli qualsiasi ordine: Szeth è costretto ad eseguirlo. Non conosciamo i motivi di questa punizione, ma è facile immaginare come, negli anni, il potere e le abilità di Szeth siano state sfruttate.

«Sei sprecato» disse la voce. «Non sei fatto per omicidi ed estorsioni meschine. Usarti così è come attaccare uno stallone Ryshadium a un carro sgangherato per andare al mercato. È come usare una Stratolama per affettare le verdure o come usare la miglior pergamena come esca per accendere il fuoco per l’acqua del bucato. È un crimine. Tu sei un’opera d’arte, Szeth-figlio-Neturo, un dio.»

Stile

Sanderson in questo libro inventa tantissime parole, aumentando sicuramente la difficoltà per ogni traduzione. Litobulbo, altempeste, ascigugi, cremling, spren, chull… sono solo alcuni dei neologismi utilizzati dallo scrittore per riferirsi alle cose del suo mondo. In effetti, un glossario e un elenco dei personaggi a fine libro sarebbe stato utile (pur essendoci la solita descrizione della magia).

Il punto di vista è gestito ottimamente. C’è un capitolo secondario con protagonista un pescatore, il quale pensa ai pesci, al trovare moglie… tutto è filtrato dalla sua visione del mondo. Ho amato come Sanderson ci abbia fatto intuire delle cose facendole passare inosservate al pescatore.

Visto che Shallan è un personaggio molto ironico e sfrontato, metto qui qualche pezzo di dialogo che mi ha fatto ridere.

«Dev’essere il vostro bel viso ad averci portato questo vento favorevole. I ventospren stessi sono stati ammaliati da voi, Luminosità Shallan, e ci hanno condotto qui!»
Shallan arrossì, meditando una risposta che non era particolarmente appropriata.
«Ah!» disse il capitano indicandola. «Vedo che avete una replica… lo vedo nei vostri occhi, signorinetta! Fuori il rospo. Le parole non sono fatte per essere tenute dentro, vedete. Sono creature libere, e se vengono segregate dentro scombussolano lo stomaco.»
«Non è cortese» protestò Shallan.
Tozbek proruppe in una risata. «Mesi di viaggio e ancora dite così! Continuo a ripetervi che siamo marinai! Ci siamo dimenticati come essere cortesi nel momento stesso in cui abbiamo messo piede su una nave; non c’è più redenzione per noi.»
Lei sorrise. Era stata addestrata a trattenere la lingua da balie e tutori severi… purtroppo, i suoi fratelli erano stati ancor più determinati nell’incoraggiarla a fare l’opposto. Shallan aveva l’abitudine di intrattenerli con commenti spiritosi quando nessun altro era nei paraggi. Ripensava con affetto alle ore trascorse presso il focolare scoppiettante della sala grande, con i tre fratelli più giovani dei suoi quattro accoccolati attorno a lei, ad ascoltarla mentre prendeva in giro i più recenti sicofanti di suo padre o un fervente pellegrino. Spesso aveva inventato versioni ridicole di conversazioni per riempire le bocche di persone che potevano vedere ma non udire. Questo aveva creato in lei quella che le sue balie avevano definito una ‘vena insolente’. E i marinai apprezzavano un commento spiritoso ancor più dei suoi fratelli. «Bene» disse Shallan al capitano, arrossendo ma ancora desiderosa di parlare. «Stavo solo pensando questo. Voi dite che la mia bellezza ha indotto i venti a portarci a Kharbranth con rapidità. Ma questo non implicherebbe forse che negli altri viaggi dovremmo incolpare la mia mancanza di bellezza per essere giunti tardi?»
«Be’… ehm…»
«Dunque, in realtà,» proseguì Shallan «in realtà mi state dicendo che sono bella precisamente un sesto del tempo.»
«Sciocchezze! Signorinetta, siete simile a un’alba mattutina!»
«Simile a un’alba? Con questo intendete troppo cremisi» diede un piccolo strattone ai suoi lunghi capelli rossi «e destinata a far brontolare gli uomini quando mi vedono?»
Lui rise, e diversi altri marinai nelle vicinanze si unirono a quell’ilarità. «D’accordo allora,» disse il capitano Tozbek «voi siete simile a un fiore.»
Shallan fece una smorfia. «Sono allergica ai fiori.»
Lui sollevò un sopracciglio.
«No, sul serio» ammise lei. «Penso che siano piuttosto affascinanti. Ma se doveste darmene un mazzo, scoprireste che vengo colpita da un attacco così energico che dovreste mettervi a cercare sulle pareti le lentiggini che mi si sono staccate dalla faccia per la forza dei miei starnutì.»
«Be’, anche se fosse vero, dico ancora che siete graziosa come un fiore.»
«Se lo sono, i giovani che hanno la mia stessa età devono essere affetti dalla medesima allergia, poiché si tengono sensibilmente lontano da me.» Trasalì. «Ecco, vedete, vi avevo detto che questo era scortese. Le giovani donne non dovrebbero comportarsi in maniera così irritante.»
«Ah, signorinetta» disse il capitano, inclinando il suo copricapo verso di lei. «Ai ragazzi e a me mancherà la vostra lingua arguta. Non so cosa faremo senza di voi.»
«Navigherete, probabilmente» disse lei. «E mangerete, canterete e guarderete le onde. Tutte cose che fate adesso, solo che avrete decisamente più tempo per portarle a termine tutte, dato che non dovrete preoccuparvi di imbattervi in una ragazzina che se ne sta seduta sul vostro ponte a disegnare e a borbottare tra sé. Ma avete i miei ringraziamenti, capitano, per un viaggio che è stato meraviglioso, anche se un po’ troppo lungo.»
Lui inclinò di nuovo il suo copricapo in risposta. Shallan sorrise: non si aspettava che stare in giro da sola potesse essere così liberatorio.

***

«So parlare con perizia di geografia, geologia, fisica e chimica. Ho effettuato studi particolari di biologia e botanica, dal momento che sono stata in grado di dedicarmici con un ragionevole livello di indipendenza nei possedimenti di mio padre. Ma se vi aspettate che sia in grado di risolvere l’Enigma di Fabrisan agitando la mano, sospetto che rimarrete delusa.»
«Non ho forse il diritto di fare richieste ragionevoli ai miei potenziali studenti, signorina Davar?» «Ragionevoli? Le vostre richieste sono ragionevoli quanto quelle fatte ai Dieci Araldi nel Giorno della Prova! Con tutto il dovuto rispetto, Luminosità, sembra che voi vogliate che le potenziali pupille siano già dei maestri studiosi. Posso trovare in città un paio di ferventi ottantenni che potrebbero essere idonei per i vostri requisiti. Potrebbero sostenere un colloquio per la posizione, anche se forse avrebbero qualche problema a sentire bene per rispondere alle vostre domande.»
«Capisco» replicò Jasnah. «E parli con tale ripicca anche ai tuoi genitori?»

Conclusioni

La via dei re è… tanta roba. Davvero. È la saga fantasy che mi mancava, quella da attendere con ansia, quella impegnativa e soddisfacente. Sanderson si conferma uno dei miei scrittori preferiti, e io non posso fare a meno di consigliarvi assolutamente questo libro.

Io quando ho finito La via dei re

Voto: 9/10.

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Ho indossato il Cappello Parlante insieme a Harry, Ron e Hermione; ho consultato l'aletiometro con Lyra; ho partecipato alla creazione di Ea e sono stato invisibile con Bilbo; ho viaggiato con Ged su migliaia di isole, tra diversi mondi con Pug, e su diversi piani con Sita Dulip; sono stato un reietto con Shevek e ho cavalcato draghi con Dany; ho sghignazzato con Bartimeus e cavalcato su Aslan; ho intrapreso viaggi interminabili con Frodo, Tasslehoff, Sutty, Drizzt, Phèdre, Morgon... E sono ancora qui.

2 Comments

  1. avatar Virginia ha detto:

    Vabbè, l’immagine finale della McGranitt mi ha fatta morirexD
    Tornando alle cose serie, recensire questo libro è quasi impossibile, per capirlo davvero puoi solo leggerlo. Nonostante ciò, sei riuscito in maniera molto efficace a sintetizzare i maggiori punti chiave della storia, a mio parere.
    Il worldbuilding è la vera chicca di questo libro, a mio parere, ma ciò che veramente mi ha presa al punto da rendermene dipendente è la magia. Una magia così complessa, stratificata, legata agli aspetti morali e caratteriali dei personaggi e della storia. Io l’ho amata, punto, e ancora non sappiamo nulla. Solo a pensarci mi viene una voglia matta di rileggere tutto (ma poi, Sanderson esci il terzo!!!).
    Dei personaggi, è incredibile come in più di 1000 pagine riesca ad analizzarne solo quattro o cinque. Nel senso, Martin e Jordan scrivono tomi enormi, ma con diecimila personaggi. Qui tutti gli eventi si legano sempre agli stessi POV ma per me non è mai noioso. Lo sai, per me è stato amore subito, completo e senza compromessi. I tempi morti ci sono (ehm, Dalinar, ehm), però io non li ho percepiti, ero troppo intrigata e “sconvolta” da tutto il resto. Amo Shallan e Jasnah (Jasnah è proprio una delle mie fav, spero in un libro su di lei, ho idea che ci sia qualche mistero anche dietro alla sua figura*-*); Kaladin mi è piaciuto molto, ma è forse il meno complesso; Szeth compare poco ma il suo è un ruolo chiave (e io non vedo l’ora di leggere il suo libro*-*). L’unico che, nonostante tutto, continuo a fare un po’ fatica a digerire è il povero Dalinar, ma non è colpa sua, porelloxD
    Interessantissimi anche i POV apparentemente casuali degli Interludi. Un’idea geniale per farci fare un giretto su Roshar ma anche per cominciare, a mio parere, a spargere indizi. Un giorno, alla fine di tutto, confido che potremo rileggere e dire “Che diavolaccio, aveva previsto tutto fin dall’inizio!”, un po’ come mi è capitato con la Rowling.
    Syllll*-* Mio amore, che farebbe quello scemo di Kaladin senza di te???
    Lo stile è semplice e diretto, perfetto per una serie tv a mio parere ( se ne vocifera… Dita incrociate!), ma come dici tu i tanti termini nuovi di zecca (che comunque non intralciano mai la comprensione) lo impreziosiscono.
    Unica pecca? Troppo brevexD Giuro, avrei voluto che non finisse mai e il secondo uguale. Solo a parlarne mi emoziono, ci sono alcune delle scene più epiche che io abbia mai letto (il finale? Vogliamo parlare del finale??), cosa che difficilmente ormai trovo in un fantasy.
    E niente, ricordiamoci: Vita prima della morte. Forza prima della debolezza. Viaggio prima della destinazione. Nuovo mantra di vita*-*
    Ps: Quando lo leggi il secondo???

    • avatar Nymerios ha detto:

      Innanzitutto grazie per i complimenti, sono contento che la recensione ti sia piaciuta!
      Che l’unica pecca sia la brevità mi ha fatto morire dal ridere XD io le ho sentite tutte quelle 1000 e passa pagine! Ma alla fine appunto ne vale la pena…
      Sulla magia in effetti ho parlato poco: è davvero complicata e riguarda più ambiti, quindi ho preferito accennarla e basta. Immagino scopriremo altre cose nei prossimi libri.
      Penso che il secondo lo leggerò d’estate! Adesso ho voglia di libri più brevi e meno impegnati (però devo ammettere che scrivere la recensione mi ha fatto tornare una voglia pazzesca di Sanderson!) 😀

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