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Recensione “La porta tra i mondi” – Saga di Wise (I) di Artemisia Birch

SINOSSI

La porta tra i mondi” è il primo libro della saga dei Sapienti di Wise, scritto da Artemisia Birch e edito di recente da Panesi Edizioni, in formato digitale. Il romanzo è ambientato in un mondo fittizio, la Gabria, suddivisa nel regno di Arras e in quello di Birchen, retti da sovrani che in passato sono stati in guerra tra loro ma che adesso sembrano aver raggiunto un certo equilibrio. Nel villaggio di Wise, poco distante dalla rocca di Arras, vivono le Muthras, sacerdotesse che celebrano il Dio, signore della natura, sapienti ed esperte nell’uso delle erbe e nella cura delle malattie. Le Muthras, come i Guardiani Silenti, possiedono un’antica sapienza ereditata da Màlia, la Regina Sanguemisto, nata dall’appassionata unione di una creatura fatata di grande pregio e di un uomo, dotato di grande intelletto e disponibilità interiore all’insondabile volontà divina.

“Le intime energie proprie delle diverse razze si fusero e intrecciarono così tra loro, animate da un amore sublime e senza pari, moltiplicandone e esaltandone la duplice Forza”.

La piccola creatura Sanguemisto divenne sovrana dei due popoli e Madre, termine da cui deriva il sacro nome delle Potenti, le Muthras, che ricevettero in dono poteri e favore divino. Per molti anni le due razze vissero in amore e in pace, finché un giorno maledetto una delle fedeli a fianco della Madre insinuò con rabbia un dubbio sulla legittimità della Regina Sanguemisto, senza ottenere orecchio alle sue insensate invettive. La rabbia cieca della fata ribelle crebbe, alimentata dall’idea di sopraffazione, fino a mettere in serio pericolo la vita della Madre, così fu condannata all’esilio nel mondo incantato delle foreste di Swoon, assieme ai suoi pochi sostenitori, costretti a vagare senza fine in uno stato di coscienza annebbiato. E lì avrebbe dovuto rimanere, in quel mondo chiuso da un sigillo.

È su queste premesse che si innestano le avventure di Moldra, Misandra, Ardan e i due regni di Arras e Birchen, nel difficile tentativo di contrastare una minaccia subdola e pericolosa per i territori della Gabria, perpetrata da creature fatate ribelli, da tempo rinchiuse in uno stato di non-vita, rappresentato materialmente dalle incantate foreste di Swoon, da cui sarebbe stato impossibile uscire se non attraverso la porta tra i mondi, un varco magico custodito da una fata dell’antico popolo. Ma il sigillo è stato infranto…

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PERSONAGGI

MISANDRA: la Morgana della situazione (chi ha letto Le nebbie di Avalon” della Zimmer Bradley capirà il riferimento). Giovane donna, erborista esperta e dotta, molto affascinante, ha una figlia piccola che viene marchiata col segno dell’Acqua. Pur dedita alla congrega delle Muthras, teme di non essere all’altezza, cadendo spesso vittima dei propri sentimenti che la legano al Sapiente Ardan e al capitano della guardia Gawen. Ma quando la situazione richiederà che prenda coscienza del suo ruolo, non esiterà a mettere da parti amori e capricci personali per il bene del regno e del ruolo che sarà chiamata a ricoprire.

ARDAN: Guardiano di Alagar, la nera torre dei Guerrieri Silenti, uomini con la rarissima capacità di compenetrare le energie degli Elementi. È il fedelissimo del Satnar di Alagar, destinato a succedergli, ma il suo amore per Misandra lo distoglie dalla missione, tanto più nel momento in cui viene corrotto dall’ombra. Ciononostante è un uomo di buon cuore, e anche attento alle vibrazioni del mondo, e riesce a capire che qualcosa di terribile sta per accadere.

MOLDRA: giovane figlia di Misandra, viene marchiata col segno dell’Acqua, un elemento sfuggente e pericoloso, che dai tempi di Màlia nessuna novizia, né Muthras, aveva più avuto (e infatti le sue compagne hanno Aria, Terra e Fuoco). Questo le garantisce il controllo sull’elemento, riuscendo a far piovere a comando, e una notevole capacità di visione, con cui può vedere cose lontane e anche cose che non sono ancora accadute. Capisce di essere destinata a una grande missione quando la fata delle Weeping Willows le appare ripetutamente in sogno.

LIETRA: Somma Sacerdotessa delle Muthras, è anziana ma ancora sveglia. Rappresenta il tramite tra la volontà del Dio e quella degli abitanti di Wise, ed è infatti lei, per bocca del Dio, a indicare gli elementi delle novizie. Ed è sempre lei la prima a percepire lo strisciare di un’ombra su tutta la Gabria. Rasna è la sua fedele amica che la aiuta nell’espletamento del suo ruolo.

GAWEN: Abile guerriero, Capitano della Guardia di Arras. Infatuato di Misandra.

RHENDA: Capricciosa principessa di Arras, figlia di Re Roluas e della regina Melein, vuole che gli uomini cadano tutti ai suoi piedi, senza legarsi a nessuno di loro in particolare. Non si accorge, in realtà, di essere una pedina nelle mani della sua perfida serva, Liriel.

BALWIN: Principe ereditario di Birchen, figlio di Re Lohan e della Regina Liwea. È molto affezionato alla madre mentre ha un rapporto conflittuale con il padre, pur potendo contare sull’appoggio e sulla benevolenza del popolo e della corte. Di mente aperta, vuole conoscere e scoprire il mondo.

LIRIEL: serva di Rhenda, l’oscura dama di corte nasconde un terribile segreto, tramando di continuo contro il regno di Arras e i Sapienti di Wise, seminando zizzania, decisa a favorire l’avvento dell’ombra.

TRAMA

La trama di “La porta tra i mondi” è lineare e al tempo stesso complessa, ma mai dispersiva. Nel corso dei capitoli il lettore riesce a seguire le avventure di Misandra, Moldra e Ardan, e anche degli altri comprimari che appoggiano e ostacolano i protagonisti (la perfida Liriel, ad esempio, l’ardimentoso Gawen, la capricciosa Rhenda), avendo progressivamente un quadro generale della vita nella Gabria, delle dinamiche dei due regni, del modo in cui operano i Silenti e le Muthras e, soprattutto, del pericolo che l’intero reame sta correndo con la riapertura della porta tra i mondi.

La porta tra i mondi - Lande Incantate

È una trama solida, pensata ovviamente per dilatarsi nell’arco di una saga, quindi è ovvio che molte questioni risultano irrisolte al termine di “La porta tra i mondi”, in quanto saranno affrontate nei volumi successivi. Questo è un libro introduttivo, che porta il lettore nella Gabria, mostrandogli la varietà dei suoi paesaggi (dal villaggio di Wise, che ricorda i classici villaggi della campagna inglese, ai castelli di Arras e Birchen, dalle perigliose foreste di Swoon alle mistiche Weeping Willows, dimora del popolo fatato), il carattere e il ruolo dei vari personaggi e le sottotrame che proseguiranno nei libri successivi. Forse manca un po’ d’azione, nel senso più cruento di battaglie, scontri e morti, rispetto alle parti descrittive, ma ritengo sia frutto, come detto, di una decisione di strutturazione della trama globale nei vari volumi.

Gli appassionati di erbe troveranno tantissimi suggerimenti su come preparare le più svariate pozioni, d’amore, passione, sonno, guarigione e tanti altri usi che le piante possono offrire.

STILE

Lo stile è, al pari dell’ambientazione, un punto di forza del romanzo. Difficile trovare uno stile così curato, una proprietà di linguaggio così raffinata e elegante, in opere di scrittori emergenti. L’autrice dimostra non soltanto di saper scrivere ma anche di saper scrivere bene, con uno stile soffice e al tempo stesso epico. Soffice perché riesce a trasportare il lettore nel magico mondo della Gabria, intriso di sfumature mistiche, quasi avaloniane, una terra persa nelle nebbie del tempo, ove si respirano ancora vapori di magia, ma epico pure perché il ritmo, i personaggi, le situazioni che si intrecciano costituiscono i rami di una trama complessa, quasi un’epopea dei Sapienti dei Wise e delle terre della Gabria. Termini scelta con cura, a volte aulici, altre volte ricercati, mai eccessivi, mai inseriti solo per il gusto di far parlare di sé, ma sempre inseriti in un più complesso ritmo della narrazione che procede come se fosse cantata da un aedo. Onestamente, a tratti ho pensato di leggere Marion Zimmer Bradley, che è, tra l’altro, una delle fonti di ispirazione dell’autrice. Ce ne vorrebbero, in Italia, di scrittori che sanno scrivere così bene!

Nota di merito anche per la scelta dei nomi, sia dei personaggi che degli ambienti, che, anche soltanto a orecchio, danno proprio l’idea di un’ambientazione fantastica (di ispirazione celtica o avaloniana).

CONCLUSIONE

Tirando le somme, l’opera prima della scrittrice italiana Artemisia Birch (è uno pseudonimo, potete leggere sul sito dell’editore un’intervista all’autrice in cui, tra l’altro, ne parla) è un esordio di tutto rispetto, notevolmente superiore alla media a cui l’editoria italiana ci ha abituato nell’ultimo decennio. Un romanzo fantastico ricco di atmosfere, odori e sfumature prettamente avaloniane, con un forte ruolo dato ai personaggi femminili (non semplici angeli focolari ma sacerdotesse sapienti e consapevoli del loro ruolo nel destino del mondo) e il giusto equilibrio tra azione e magia, il tutto condito con una ricca dose di misteri che, di certo, saranno approfonditi e spiegati nei libri successivi. L’acquisto è quanto mai consigliato agli amanti del fantasy classico, epico e leggendario, che vogliono fuggire dai malanni della società odierna e rifugiarsi in una terra mitica di guerrieri eroici, sacerdotesse sapienti nell’uso delle erbe e diaboliche creature fatate corrotte dall’ombra.

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