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Recensione a “La legge dell’oblio” di Luca Simioni

Recensione a “La legge dell’oblio” di Luca Simioni

SINOSSI

Siamo nella Marca Occidentale dell’impero, territorio di confine presidiato dagli wadi, un combattivo popolo di soldati, noti per avere gli occhi rossi e essere in grado di vedere durante la notte. La comunità-torre in cui vivono gli wadi, tra cui Mado, il protagonista, viene improvvisamente attaccata da un misterioso e ben organizzato nemico proveniente proprio dal deserto, in cui, stando alle reminiscenze delle vecchie mappe imperiali, non dovrebbe esserci niente a parte oasi e resti di civiltà scomparse. Così Mado si ritrova al comando di una bizzarra spedizione, composta da cinque individui, decisamente diversi tra loro, al fine di indagare ciò che sta accadendo e mappare i cambiamenti del deserto. L’occasione per scoprire che tutto ciò che pensava sul deserto stesso, sull’impero e anche sulla sua civiltà era incompleto. È una guerra, quella che sta nascendo, di pensiero e stili di vita, prima ancora che un conflitto armato, e Mado e gli wadi rischiano di trovarsi proprio nel mezzo, schiacciati da soverchianti potenze che forse non hanno compreso del tutto.

La legge dell’oblio” è il nuovo romanzo epic fantasy, con tracce di steampunk, di Luca Simioni, edito da Limana Umanìta Edizioni.

La legge dell'oblio, Luca Simioni - Lande Incantate

La legge dell’oblio, Luca Simioni, Limana Umanìta Edizioni, 2015.

PERSONAGGI

Mado: è il protagonista del romanzo, il capitano degli wadi della comunità-torre che difende il deserto. Agile e forte, è un soldato ben addestrato. Del soldato ha anche la mentalità, che si riassume in tre comportamenti tipici di Mado: osservare, obbedire e proteggere. È scrutatore attento di ciò che lo circonda, dei suoi nemici (o, in generale, dei suoi interlocutori) e dell’ambiente in cui si trova (e in cui rischia magari di lottare); è pronto a obbedire alle richieste dei superiori, anche quando non le condivide o gli appaiono bizzarre, ma soprattutto è pronto a proteggere il proprio popolo e la sua famiglia, che mette sempre al primo posto nei suoi pensieri. È a loro che pensa, infatti, quando capisce che una nuova guerra è in arrivo. È integerrimo, crede nelle leggi e nell’ordine, anche se quel pensiero (a volte un po’ rigido) lo porta a scontrarsi con altri wadi o con suo padre. Non trae piacere dalla guerra, né dall’uccidere, semplicemente fa ciò che deve.

“Per farsi rispettare da un essere umano, uno wadi non ha altro modo che incutergli timore.”

Nessu: se Mado è l’ordine, Nessu è il caos. Se Mado è la comunità, Nessu è l’individuo. Se Mado è il rispetto delle leggi e l’obbedienza, anche servile, Nessu è l’anarchia e la libertà. Wadi rinnegato, accusato di aver fomentato una rivolta anni addietro, qualcuno lo dava per morto, in realtà Nessu si era unito a Tiberius a Gemale, anche se la sua unione, come si intuisce fin dalle sue prime battute, è più un’unione di comodo. Nessu è un tipo che pensa per sé, a ciò che favorisce il suo tornaconto, mutando alleanze quando muta il vento. Antagonista di Mado, suo rivale, ma anche sua nemesi da un certo punto di vista, condividerà assieme a lui un cammino simile.

“Vivere per se stessi è da umani. O al massimo da mazar.”

Aga: vecchio capitano degli wadi della comunità-torre. Forte come un toro, anche se ormai non ha più l’età per guidare una spedizione nel deserto, sebbene non voglia ammetterlo. Onesto, schietto nel modo di parlare, un valido soldato, è anche un maestro di vita per Mado.

La legge dell'oblio, Luca Simioni - Lande Incantate

Tiberius: il Primo Pastore. Ha riunito attorno a sé genti di razze diverse, provenienti dal deserto e dalle terre attorno, per creare una nuova comunità, anzi una vera e propria civiltà con il suo culto, il culto di Re Kalum, l’unico vero re, di cui lui si considera bocca e braccio armato. “Nessuno dopo Kalum” è il suo motto. Determinato a realizzare i propri obiettivi, non esita a sacrificare chiunque pur di raggiungerli, mascherando la sua spietatezza dietro una maschera di cortesia.

“Chi si ritiene l’unico artefice del proprio destino perisce in solitudine, dopo aver vissuto per nulla. Solo far parte di un grande disegno può salvarci dall’insignificanza.”

Brau: la senza sangue. Appartiene a una razza diversa, che molti altri popoli guardano con timore, proprio per la sua “originalità”, ovvero il non avere sangue nelle vene, che la rende molto difficile da ferire e uccidere. È un soldato esperto, sapiente e attento, con una missione segreta, che non esita a proteggere a costo della vita.

Rakira: sacerdotessa di Gemale, figlia di Lord Tiberius. Una fanatica sostenitrice del culto del Primo Pastore.

Farrall: Wadi silente, accompagna Brau e Mado nel deserto, in cerca di una pace che l’impero troppo a lungo gli ha negato.

E ancora Lord Cavu, cartografo dell’impero, incuriosito all’idea di viaggiare nel deserto e tracciare nuove rotte; il barone Tobal, gran maestro della tecnica e consigliere particolare del ministro della guerra, un mazar; il gran maestro generale Saber, rappresentante degli wadi presso l’Impero; il vecchio Imperatore e i suoi figli, tra cui la figlia Zila, l’accecata.

TRAMA

La trama di “La legge dell’oblio” segue il percorso di Mado, sia inteso come spostamenti da un luogo all’altro, sia come apprendimento individuale di ciò che sta accadendo oltre le mura della comunità-torre e che gli mette di fronte (e lo mette anche al lettore) tutto un mondo nuovo. I capitoli fondamentalmente seguono Mado e il lettore scopre con lui i pericoli del deserto, la nuova civiltà di Gemale e gli intrighi e i giochi di potere in atto tra Tiberius e l’impero. È una trama lineare ma ben elaborata, con rivelazioni progressive, colpi di scena, qualche cambio di fronte e numerosi scontri e battaglie (pagine molto incalzanti, soprattutto l’attacco alla fortezza volante!), una trama che mantiene l’attenzione del lettore, che impara presto che il deserto non è una semplice e noiosa distesa di sabbia, ma un luogo temibile e da rispettare, ove il pericolo è sempre in agguato. E anche la sorpresa, la scoperta, la conoscenza. È un viaggio, quello di Mado, nel deserto, nella Marca Occidentale, nell’impero, ma anche nella storia stessa di un mondo che pensava di conoscere e che forse non è soltanto così, che forse offre qualcosa di più. È un mettere in discussione fedi e certezze, ideali e modelli di vita consolidata, qualcosa che per Mado è molto difficile da fare. È un viaggio, infine, tra razze diverse (mazar, wadi, senadi, senza sangue e quant’altro la fantasia dell’autore ha partorito), ciascuna con le sue caratteristiche, ciascuna con la sua diretta relazione con l’impero, ciascuna in grado di offrire qualcosa che forse l’impero non ha mai compreso del tutto o ha soltanto sfruttato. Una trama ricca, con varie sottotrame che comunque si richiudono tutte in vista del finale, ma ben controllata, senza che niente si perda nel deserto.

“A volte l’oblio è un dolce sollievo, non una condanna”.

STILE

Lo stile di Luca Simioni è molo curato, ogni termine scelto con cura, evidenziando un’ottima conoscenza della lingua italiana. È uno stile anche tecnico, soprattutto in campo strategico e bellico, quando compaiono parole tipiche di quei settori, che il lettore può così apprendere. È uno stile, in definitiva, da leggere con attenzione, ricco (come ricca e variegata è la trama e la cosmogonia stessa alla base del romanzo) e ben più alto della media dei romanzi di molti scrittori emergenti.

La legge dell'oblio, Luca Simioni - Lande Incantate

CONCLUSIONE

“La legge dell’oblio” è una lettura interessante, per una serie di motivazioni. È, intanto, un romanzo scritto bene, piacevole da leggere, curato e senza le tante violenze all’italiano a cui molti scrittori emergenti, forse per colpire il lettore, si abbandonano. È un romanzo che incuriosisce e appassiona il lettore, deciso a scoprire, assieme a Mado, i segreti del deserto, della nuova inaspettata civiltà di Gemale e a dipanare i fili degli intrighi tessuti sia da Lord Tiberius, che da Nessu e dall’impero stesso. È un romanzo, anche, sperimentale, se dir si voglia, dove l’autore mescola componenti tipiche del fantasy classico (un regno immaginario, popoli diversi, creature bizzarre, piromanzia, pirocinesi, cristalli magici) a elementi più “moderni”, di carattere steampunk (l’entrata in uso del carbone e delle macchine a vapore, che condizionano l’andamento della guerra). È un romanzo, infine, che fa riflettere, poiché tocca nervi scoperti della società odierna, passandoli dalla realtà a un libro cartaceo, ponendo interrogativi su cui il lettore attento non può fare a meno di riflettere. Lord Tiberius vorrebbe eliminare le differenze tra le razze e tra i culti, in nome di un nuovo unico culto che sopprima ogni diversità; parole forse già udite nel “nostro” mondo? Nessu, che combatte per sé, che non ci sta a essere imbrigliato nella rete del potere imperiale o di Gemale, è forse un po’ Lucifero, che con la caduta diede agli uomini il libero arbitrio e anche la possibilità di scegliere? Mado, con il suo vivere in comunità, con il suo proteggere sempre e comunque gli equilibri, mantenendo un millenario status quo (anche a costo di non chiedersi perché), rappresenta forse il conservatorismo, l’attaccamento ai valori, la non volontà del cambiamento? Interpretazioni possibili, non esaustive, ma di certo meritevoli di essere approfondite, assieme ad altri temi toccati nel corso del romanzo, in un’unione tra edonismo e riflessione, tra fuga in un mondo fantastico e trascinare, in quel mondo, alcuni aspetti e problemi di quello attuale.

“Amico o nemico, al capitano non interessava più. Perché la morte è un paciere a cui non si può disubbidire”.

(209)

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