Purtroppo non sempre ciò che leggiamo è all’altezza delle nostre aspettative. Sono un grande appassionato dei film Ghibli, e considerando La Città Incantata un capolavoro assoluto, ho comprato questo libro entusiasta. Infatti il maestro Miyazaki sembra essersi ispirato a questo romanzo… ma il legame, come ho spiacevolmente scoperto, è davvero molto flebile.
Titolo | La Città Incantata al di là delle nebbie |
Autore | Sachiko Kashiwaba |
Data | 1987 |
Pubblicazione italiana | 2014 |
Editore | Kappalab |
Traduttore | Marta Fogato |
Titolo originale | Kiri No Muko No Fushigi Na Machi |
Pagine | 134 |
Reperibilità | Normalmente reperibile su siti di e-commerce |
È il primo viaggio da sola per Rina, una bambina di Shizuoka: deve dirigersi verso la Valle della Nebbia, ma sembra difficile recarvisi e reperire indicazioni. Grazie a un passaggio e a una corsa nel bosco, Rina arriva in un villaggio, presumibilmente il Villaggio della Miniera d’Argento. Qui inizia a lavorare presso i negozietti del paese: infatti non si può vivere in questo luogo senza darsi da fare. Questo è l’unico collegamento, a mio avviso, con il film dello Studio Ghibli: tuttavia i lavori che fa Rina sono molto diversi rispetto a quelli di Chihiro, ad esempio aiutare una ragazza in una libreria.
Lo stile è fiabesco e chiaramente destinato a un pubblico di bambini.
Il villaggio è simpatico ma non ci sono trovate originali. Esempio di descrizione:
Camminando per strada, Rina pensò che alla fine dei conto Strada Matta era davvero un nome adatto per quel posto. Tra le montagne c’erano sei magnifiche casette. Dal maniero Picotte svettavano ben sei camini: quello della stanza della signora Picotte, quello della cucina e i quattro della caldissima stanza di Icchy. Sebbene fosse piena estate, fiorivano camelie, narcisi e viole. L’albero di ginkgo biloba era giallo oro, gli aceri rosso scarlatto, e la strada lastricata di pietre era sempre bagnata nonostante non cadesse una goccia di pioggia. Inoltre vi abitavano persone il cui nome non suggeriva in alcun modo da quale paese venissero.
Rina è la protagonista: nel villaggio alloggia presso la signora Picotte e un assortimento di vari personaggi. Nulla di speciale, insomma.
Rina è solo una pallida imitazione di Chihiro…
Un libercolo così così, letto da adulti. Probabilmente avevo troppe aspettative a riguardo, e questo ha influito molto. In ogni caso, se siete curiosi del libro da cui è tratto il film, vi sconsiglio di comprarlo. Al massimo regalatelo a qualche cuginetto o nipotino: la storia è davvero molto semplice e gradevole.
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