Uno dei primi pensieri che ho avuto appena ho comprato il kindle è stato: finalmente potrò leggere i libri di Vaporteppa! Giro spesso su Amazon infatti, ammirando le copertine, leggendo le trame e così via. Aggiungo anche che ho una fiducia incrollabile nel Duca e nel suo lavoro, fiducia che è stata ben ripagata dal piacere di leggere La Casa sulle Sabbie Mobili. Non avevo mai letto nulla di bizarro fiction, per cui il saggio a fine libro di Gamberetta mi è stato utile.
Titolo | La Casa sulle Sabbie Mobili |
Autore | Carlton Mellick III |
Data | 2013 |
Pubblicazione italiana | 2016 |
Editore | Antonio Tombolini Editore |
Traduttore | Silvia Sciascia |
Titolo originale | Quicksand House |
Pagine | 187 |
Reperibilità | Disponibile in ebook |
Tick e Polly sono due bambini che hanno sempre vissuto nella nursery, una parte della casa dedicata solo a loro, completa di camere da letto, bagno, biblioteca e così via. Non hanno mai conosciuto i loro genitori: a prendersi cura di loro è Tata Warbourogh. Sin dall’inizio della lettura ci troviamo in un mondo di cui non conosciamo le regole: tutto quello che succede nella storia a primo impatto sembra strano, ma viene spiegato a tempo debito. Ad esempio i bambini non possono manifestare in alcun modo affetto alla Tata:
“Conosci le regole,” dice la tata. “Non mi devi mai abbracciare, non mi devi mai chiamare mamma, e non mi devi mai e poi mai dire ti voglio bene.”
La vita di Tick trascorre lenta e in perenne attesa dell’arrivo dei genitori, un momento che sembra non arrivare mai; tuttavia le cose iniziano a cambiare da quando la Tata sembra perdere la memorie e le macchine che forniscono cibo non funzionano più come dovrebbero. Quando le cose diventano ormai ingestibili, Tick e Polly sono costretti a fuggire via dall’appartamento dei bambini. Ciò che li aspetta non è facile da affrontare: l’intera casa è invasa dai creeper, dei mostri poco amichevoli che sono tenuti a bada dalla luce; inoltre la casa è immensa, e non è facile orientarsi. Inizia così la parte più interessante della storia, l’avventura tra corridoi e stanze buie polverose. Arrivato a questo punto ero così curioso che sono andato avanti col libro fino a terminarlo in poche ore: bellissimo! In particolare il finale è davvero commovente, del tutto inaspettato. In generale tutta la storia ha parecchi colpi di scena e i misteri vengono svelati a poco a poco.
Il narratore si concentra principalmente sul personaggio di Tick (è lui il protagonista di cui seguiamo le vicende), ma purtroppo sono frequenti i salti di PoV, che descrivono stati d’animo e pensieri di Polly e della Tata. C’è un giusto equilibrio tra mostrato e raccontato: le scene d’azione sono quasi sempre mostrate. In generale direi che non ho nulla di lamentarmi sullo stile di Mellick.
Arriviamo al pezzo forte del romanzo: l’ambientazione mi è piaciuta moltissimo. Per definizione un libro di bizarro fiction include parecchi elementi originali e curiosi. Vediamone qualcuno insieme.
Corridoi lunghi, stanze polverose, mostri annidati negli angoli… il girovagare per la casa mi ha ricordato un po’ Silent Hill, un po’ Resident Evil. Metto qualche curiosità sotto spoiler.
I bambini nascono dalle uova, che vengono trasportate da un tunnel all’appartamento dei bambini. Con sorpresa Tick scopre di avere una nuova sorellina.
Quando l’uovo si rompe, un odore di pesce marcio riempe la stanza dei neonati. Un grasso verme grigio striscia fuori dall’enorme guscio, gemendo e brontolando verso la tata.
È compito di Tick prendersene cura, nutrendolo col suo sangue. Sì, la larva si avvinghia al suo corpo per succhiare il sangue come un parassita. La Tata spiega che un tempo venivano nutriti dal latte delle madri, ma questo non succede più da tempo. Quando Tick chiede perché è così brutta (i libri in biblioteca mostravano una immagine diversa dei neonati), la Tata risponde:
“È così che stanno le cose. I bebè non erano brutti una volta, ma le cose cambiano. Nel corso dei secoli l’evoluzione umana ha preso un’altra strada. […] I bebè erano carini. Originariamente, gli esseri umani avevano sviluppato il fattore bellezza affinché gli adulti si affezionassero a loro e desiderassero amarli e proteggerli durante la loro infanzia. Ma questo fattore bellezza si è perso nel corso dei secoli.”
Leech (così è stata soprannominato il bebè insetto) riceve per il suo compleanno un ciuccio rosa a forma di… alluce.
Tick è un bambino ingenuo, non troppo sveglio, che tiene particolarmente alla sorella… nonostante questa non sia molto felice di averlo come fratello:
Tick non è il suo vero nome. In realtà è Rick, ma sua sorella lo chiama sempre Tick – zecca – come per insultarlo. Dice che le ricorda una zecca. Ma invece che essere offeso per il suo soprannome, a Tick piace.
La sorella di Tick è veramente odiosa e indisponente (in un’occasione gli chiede “vuoi che ti uccida?”), e manifesta una grande intelligenza (capisce al volo le cose e le spiega al fratellino). Ha i capelli verdi e un palco di corna, e quando ha il ciclo ha delle crisi incontrollabili…
Polly strilla e conficca i palchi nel baule dei giocattoli. La sua faccia è rossa, digrigna i denti. Sbatte a terra un treno giocattolo e poi si piega in avanti, puntando quelle specie di corna contro il muro. La stanza è un disastro. Tutta la carta da parati è strappata, le porte ricoperte di buchi, giocattoli rotti sono sparsi sul tappeto. La polvere dell’intonaco ricopre il vestito della ragazza.
Sicuramente è un personaggio che mi è rimasto impresso: siamo abituati a compagni di viaggio assertivi, disponibili e pronti a fare tutto per l’altro… Polly costituisce una piacevole eccezione.
La Tata è anziana, bruttina e spesso le sue azioni sembrano senza senso. È riluttante a rispondere alle domande dei bambini, e a volte dice più di quanto dovrebbe dire.
La casa sulle sabbie mobili è davvero un bel romanzo, che consiglio assolutamente. Ho comprato altri libri di Carlton Mellick III, quindi restate sintonizzati per altre recensioni. I miei complimenti per la collana Vaporteppa: da lettore mi sento trattato con molto rispetto. Per chi fosse interessato, la traduttrice ha scritto un articolo relativo alla traduzione questo libro! Questo è il genere di cura che mi aspetto da una casa editrice seria.
Voto: 8/10.
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Mi ha sempre ispirata la bizarro fiction, peccato che non ho mai letto nulla a riguardo.
Non ho letto gli spoiler e quindi non ho molto da commentare, a parte che il romanzo mi ispira assai. In particolare mi ha incuriosita tutta la faccenda dei bambini-sanguisughe, del genere Bleah-ma-che-figata. xD
Voglio leggere altre recensioni su questo genere di romanzi!