Prosegue (a rilento) la rilettura de Le Cronache di Narnia. L’ispirazione mi è venuta guardando una puntata di Gilmore Girls, in cui Rory cita Il leone, la strega e l’armadio.
Il Principe Caspian, quarto secondo l’ordine cronologico interno, è in realtà il secondo libro su Narnia pubblicato da Lewis. Il che spiega tante cose: i primi libri della saga sono terribili, mentre gli ultimi mostrano dei miglioramenti. Purtroppo Il Principe Caspian rientra fra quelli brutti: soporifero, noioso e poco interessante.
Titolo | Il Principe Caspian |
Autore | C. S. Lewis |
Data | 1951 |
Pubblicazione italiana | 1993 |
Editore | Mondadori |
Traduttore | Chiara Belliti |
Titolo originale | Prince Caspian: The Return to Narnia |
Pagine | 200 |
Reperibilità | Reperibile online e in libreria |
Il regno di Narnia è stato conquistato dagli uomini. Il perfido re Miraz ha usurpato il trono del legittimo erede, il principe Caspian, e i suoi soldati costringono gli antichi abitanti (gnomi, fauni, folletti, ninfe, giganti buoni e animali parlanti) a vivere segregati nella foresta. Ma il giovane principe è deciso a lottare e a guidare la riscossa del popolo nascosto per riportare la pace nel regno. E solo i quattro ragazzi che un tempo erano stati saggi sovrani di Narnia possono aiutarlo nella battaglia contro il tiranno. Così, Peter, Susan, Edmund e Lucy, che nel frattempo sono tornati in Inghilterra, d’improvviso vengono catturati da una forza misteriosa che li riporta nel magico regno. Re Miraz è pronto a sferrare l’attacco contro il gruppo di ribelli, e il suo esercito sembra davvero invincibile.
La trama procede lentissima, e a fatica: i quattro ex regnanti di Narnia girovagano per una terra che riconoscono a stento (sono passati diversi secoli), finché non incontrano il nano Briscola che racconta loro la storia del principe Caspian. Una storia nella storia, insomma. Oltre che noiosa, piena di scemenze.
I ragazzi decidono di fidarsi di un condannato a morte perché sì: sarà perché i soldati avevano la barba e i lineamenti del volto induriti? In un’altra scena, Caspian prende delle decisioni di guerra che si rivelano fallimentari: perché nessuno lo avverte? Capisco che Caspian è il legittimo re, ma non ha molto senso prendere ordini da un ragazzino inesperto.
Nei minuti che seguirono ci fu gran confusione, ruggire di animali e sferragliare di spade. I ragazzi e Briscola balzarono nella stanza, e Peter ebbe modo di lanciare un’occhiata all’orribile creatura magica, metà uomo e metà lupo, che stava per lanciarsi su un ragazzo più o meno della sua età. Edmund vide un tasso e un nano rotolare sul pavimento e accapigliarsi
come di solito fanno i gatti; Briscola, invece, si trovò faccia a faccia con la megera. Aveva il naso e il mento che convergevano come uno schiaccianoci, i capelli unti e bisunti le svolazzavano in faccia e teneva stretto il dottor Cornelius per la gola.
Sotto il primo colpo della spada di Briscola, la testa della megera volò sul pavimento. Poi la lanterna fu rovesciata e per un minuto circa seguì un groviglio di spade, denti, mascelle, pugni e stivali. Infine scese il silenzio.
Esempio di combattimento al buio: muoiono tutti i nemici e fortunatamente rimangono in vita i buoni!
Durante la battaglia, i topi sono fondamentali per colpire i nemici ai piedi:
Ma le piccole, ridicole creature danzavano fra i piedi dei soldati con la spada in pugno. Quel giorno molti uomini di Miraz ebbero la sensazione di avere spiedi conficcati nei piedi: poveretti, non facevano che saltare su una gamba sola, imprecando per il dolore. Se cadevano a terra, i topi li finivano; se rimanevano in piedi, ci pensava qualcun altro. Quando gli abitanti della Vecchia Nanna cominciarono a prenderci gusto, si accorsero che il nemico se la dava a gambe.
Gli abitanti di Vecchia Narnia, così buoni e puri, provano piacere a uccidere gli uomini. Wow.
Pare che i Telmarini (quelli che hanno conquistato Narnia secoli fa) abbiano tolto la parola agli animali e ucciso le creature di Narnia. Ecco il commento di Lewis a riguardo:
Sai che gli animali di Narnia, oggi, sono diversi da quelli di un tempo. Essi non sono che misere creature mute, come quelle che vivono a Calormen o a Telmar. E sono di dimensioni più piccole: creature diverse da noi come i nani con sangue umano lo sono da voialtri.
Inizialmente l’ho inteso in maniera squalificante per i nostri amici animali; poi ci ho riflettuto, e sono arrivato alla conclusione che Lewis intendesse dire qualcosa tipo “poverini! Non possono più parlare.” Lo spero per lui.
In una piccola città a metà strada dalla Diga dei Castori, dove due fiumi confluivano, l’allegra compagnia raggiunse una scuola in cui una ragazza dall’aria stanca spiegava una lezione di matematica a un gruppo di ragazzi che sembravano tanti bei maialini.
Vi risparmio cosa succede nel mezzo, vi basti sapere che:
In seguito si raccontò (sarà la verità?) che quei ragazzini così particolari non furono più trovati, ma in compenso comparvero dei bei maialini, speciali anche loro, che dovevano appartenere a una razza nuova.
Ormai mi sono abituato allo stile scialbo di Lewis: salti di PoV come se piovesse, intrusioni del narratore, descrizioni naturalistiche continue. Dal punto di vista dell’ambientazione poco da dire: poche trovate originali.
Tra le poche cose che ho apprezzato c’è lo sforzo di immaginare cosa mangiano gli alberi semoventi nelle occasioni di festa:
Era una bella terra marrone che somigliava alla cioccolata. Proprio per questo Edmund volle assaggiarne un pezzetto, ma non la trovò di suo gusto. Quando si furono sfamati con la terra ricca e fertile, gli alberi assaggiarono un terriccio simile a quello che si può trovare nella campagna inglese, nella regione del Somerset, e che ha un colore vagamente rosato. Secondo gli alberi, era la terra più dolce e delicata. Al posto del formaggio venne offerto loro del suolo calcareo. Come dessert, una delicata mousse della più fine delle ghiaie con sabbia setacciata color argento. Di vino non ne bevvero granché, ma quel poco diede alla testa agli agrifogli, che improvvisamente si fecero ciarlieri e chiacchieroni. La maggior parte degli alberi placò la sete con poderose sorsate di pioggia mista a rugiada, aromatizzata con i fiori della foresta e un gusto leggero di nube sopraffina.
Sapete quanto mi piace leggere di liste. Una lista di tesori si può trovare a inizio libro; tuttavia non ha nulla di curioso o intrigante, per quanto mi riguarda.
Al centro della stanza sì vedeva una specie di sentiero (come nelle serre) e lungo i lati, a intervalli regolari, magnifiche armature complete, come cavalieri a guardia del tesoro. Fra le armature, su ciascun lato del sentiero, c’erano mensole coperte di oggetti preziosi: collane, bracciali, anelli, recipienti e piatti d’oro zecchino, lunghe zanne d’avorio, spille, diademi e catene d’oro, mucchi di pietre grezze ammassate come se fossero sacchi di patate e ancora diamanti, rubini, smeraldi, topazi e ametiste. Sotto le mensole c’erano grandi casse in legno di quercia, chiuse ermeticamente con enormi e pesanti sbarre di ferro. Faceva un freddo tremendo, e il silenzio era così irreale che i quattro ragazzi potevano sentirsi respirare.
Purtroppo non riesco in alcun modo a pensare in modo positivo a questo libro: mi ha annoiato per la maggior parte del tempo, tant’è che ci ho messo circa due settimane per completarlo (solitamente 200 pagine le divoro in 2-3 giorni).
Per leggere la recensione de Il Nipote del Mago, clicca qui.
Per leggere la recensione de Il Leone, la Strega e l’Armadio, clicca qui.
Per leggere la recensione de Il Cavallo e il Ragazzo, clicca qui.
Per andare all’indice delle recensioni, clicca qui.
Voto: 2.5/10.
(631)
“Una storia nella storia, insomma. Oltre che noiosa, piena di scemenze.” Bene XD
Le Cronache di Narnia non mi ha mai attirato particolarmente, e questa recensione di sicuro non mi ha invogliato a leggerlo, forse è meglio concentrarsi su altro. Inquietante la parte dei maialini, se l’ho capita bene. De “Il principe Caspian” ho visto il film anni fa ma l’ho rimosso completamente.
Bellissime la scena e la gif di Gilmore Girls :3
Concordo in pieno! Sarà perché poco sopporto la prosa di Lewis,che reputo appunto noiosa, la sua tendenza a fare il moralizzatore, tipo un Savonarola della letteratura fantasy, mi ha reso la lettura davvero difficile. [OffTopic: Gilmore Girls, oltre ad essere una serie scritta in modo magistrale, ha il grande merito di aver sdoganato la lettura in uno show per adolescenti.]
“Il principe Caspian” ricordo che fu uno dei libri che mi piacque di meno in tutta la saga (che comunque non mi dispiacque, come opera omnia).
Credo che lo stile scarno, la prosa ampollosa e l’immaginario poco vivace siano dovuti ai tempi in cui i romanzi sono stati scritti, allo stile narrativo scelto dall’autore (tipico della fiaba popolare) e il simbolismo di matrice cristiana di cui la nostra cultura occidentale è ormai satura (e stanca di vedersi riproporre più o meno le solite immagini).
Lo stilema è tipico (tipo l’abitudine di raccontare piuttosto che mostrare), ma capisco perché possa non piacere e venire bocciato ai giorni d’oggi.
Gli animali “miseri” sono definiti tali perché agli occhi dei Narniani sono diventati sul serio inferiori: insomma, erano abituati a vederli come dei pari, capaci di parlare e agire, e ora se li ritrovano muti e con le capacità intellettive pari a quelle degli animali nel nostro mondo (che, tra i casi più intelligenti, ci ritroviamo l’intelletto di un bambino di 4 anni), è normale che li considerino “miseri”! Senza nulla togliere alla dignità degli animali, eh. I delfini li stimo. XD
Che poi, penso che l’accezione sia diversa da quella che intendiamo noi comunemente, un po’ com’è successo con l’aggettivo “patetico”.
In generale l’autore sa proporre anche immagini interessanti, ma non mi sembra questo il caso. Poi diciamolo, è proprio la vicenda a essere noiosa.