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Recensione – Il Dilemma di Drizzt di R. A. Salvatore

A casa ho una piccola quantità di quelle trilogie che la Armenia racchiudeva in un volume unico. Quando ero più piccolo ero un appassionato dell’universo di D&D, e questo genere di libri non mi dispiaceva. Ora i miei gusti sono sicuramente diversi, eppure ho voluto dare una possibilità a quel libro che tratta delle origini di Drizzt Do’ Urden, uno dei personaggi più famosi creati da Salvatore…

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Scheda del libro

Titolo Il Dilemma di Drizzt
Autore R. A. Salvatore
Data 1990
Pubblicazione italiana 1992
Editore Armenia
Traduttore Nicoletta Spagnol
Titolo originale Homeland
Pagine 288
Reperibilità Normalmente reperibile su siti di e-commerce

Trama

Drizzt Do’ Urden è un giovane elfo oscuro che cresce nelle profondità del sottosuolo, nella città di Menzoberranzan. In una prima parte assistiamo alla sua formazione come guerriero; fa da sfondo alla trama le ambizioni di potere della Matrona Madre della Casa Do’ Urden, che vuole distruggere una Casa maggiore, ma che ha perso il favore della dea Lolth, al fine di salire di rango. Drizzt si trova in mezzo alle aspirazioni della famiglia, e profondamente in conflitto con la società drow e i suoi valori, sarà chiamato a prendere una scelta di vita da cui non si può tornare indietro.

La trama, purtroppo, è molto prevedibile: tutto ciò che succede è facilmente intuibile fin dalle prime pagine. Ad ogni modo, il percorso di Drizzt è interessante.

Stile

Lo stile di Salvatore è… orribile. Mi dispiace, ma scrive davvero male. A un certo punto ho smesso di prendere appunti a riguardo perché non si tratta di cadute di stile isolate, quanto proprio un modo di scrivere consolidato. Da dove iniziare?

Il punto di vista è costantemente sbalzato da un personaggio all’altro. Salvatore sente la necessità di chiarire i pensieri, le motivazioni, le reazioni di ogni singolo personaggio coinvolto in una conversazione. Chiaramente tutto questo mette in confusione il povero lettore!

La quantità di aggettivi astratti è altissima. E siccome i drow sono malvagy, ci troviamo paragrafi di questo tipo…

A metà strada, dalla parte opposta di Menzoberranzan, Matrona Malice, le sue figlie e quattro delle comuni religiose della casa erano riunite nell’empio cerchio di Lloth, costituito da otto componenti. Circondavano un idolo della malvagia divinità, una scultura di pietra preziosa di un ragno dal volto drow, e invocavano Lloth perché li aiutasse nei loro sforzi. Malice sedeva in corrispondenza della testa, adagiata in una poltrona inclinata per il parto. Briza e Vierna erano al suo fianco e Briza le stringeva la mano.

Il gruppo scelto cantilenava all’unisono, combinando le proprie energie in un unico, ripugnante incantesimo. Un attimo più tardi, quando Vierna, mentalmente collegata a Dinin, comprese che il primo gruppo d’attacco era in posizione, il cerchio Do’Urden, composto da otto persone, inviò le prime subdole ondate di energia mentale contro la casa rivale.

Altri problemi sono i combattimenti, che ho trovato fiacchi e spiegati malissimo, e l’infodump utilizzato senza criterio. Insomma, un campionario su come non scrivere un libro.

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Worldbuilding

SerperiorMenzoberranzan

È una città del sottosuolo che accoglie circa 20.000 drow. È qui che viene ambientata la prima trilogia di Drizzt; vengono esplorati anche i dintorni e c’è un piccolo viaggio in superficie.

Questo è il Buio Profondo.

Qui ci sono isole di vita, città grandi come molte di quelle in superficie. Oltrepassata una qualsiasi delle innumerevoli tortuosità della pietra grigia, un viandante potrebbe imbattersi improvvisamente nel perimetro esterno di una di queste città, in aspro contrasto con il vuoto dei corridoi. Tuttavia questi luoghi non sono rifugi; soltanto uno sciocco potrebbe crederlo. Sono le abitazioni delle razze più malvagie di tutti i Reami, in particolare dei duergar, dei kuo-toa e dei drow.

In una di tali grotte, ampia tre chilometri e alta trecento metri, si delinea Menzoberranzan, un monumento alla grazia sotterranea e in definitiva mortale, che caratterizza la razza degli elfi drow. Menzoberranzan non è una città grande in base ai canoni dei drow; vi risiedono soltanto ventimila elfi scuri. Dove, nei secoli passati, c’era una grotta vuota, con stalattiti e stalagmiti dalle forme irregolari, ora si ammirano artistiche file di castelli scolpiti, vibranti di quieto bagliore magico. La città è perfezione formale, non una sola pietra è stata lasciata nel suo aspetto naturale. Questo senso d’ordine e di dominio, tuttavia, non è che un’apparenza crudele, un inganno che nasconde il caos e la meschinità che governano i cuori degli elfi scuri. Come le loro città, essi sono belli, sottili e delicati, con lineamenti marcati e intensi.

Tuttavia i drow sono i dominatori di questo mondo caotico, i più micidiali tra gli esseri letali, e tutte le altre razze trattengono prudentemente il fiato al loro passaggio. La bellezza stessa impallidisce di fronte alla spada di un elfo scuro. I drow sono i sopravvissuti, e questo è il Buio Profondo, la valle della morte – la terra di incubi atroci.

Menzoberrazan - Lande Incantate

SerperiorIl Rango

La società drow è intrinsecamente cattiva. Mi sono sempre chiesto: può esistere una società simile? Con fare infodumposo, Drizzt ci spiega sin da subito come funziona a grandi linee…

Rango: In tutto il mondo dei drow non esiste una parola più importante. Si tratta del richiamo della loro – della nostra – religione, l’incessante appello a sentimenti aridi. L’ambizione calpesta il buonsenso e la compassione viene gettata via apertamente, tutto in nome di Lloth, la Regina Ragno.

L’ascesa al potere nella società drow è un semplice processo omicida. La Regina Ragno è una divinità del caos, e lei e le sue somme sacerdotesse, le vere dominatrici del mondo drow, non guardano sfavorevolmente gli individui ambiziosi che usano pugnali avvelenati.

Naturalmente esistono regole di comportamento: ogni società deve poterne vantare. Commettere apertamente un omicidio o muovere guerra in modo evidente provoca la messa in atto della falsa giustizia, e le punizioni inflitte nel nome della giustizia drow sono spietate. Conficcare un pugnale nella schiena di un rivale durante la confusione di una battaglia importante o nel buio silenzioso di un vicolo, tuttavia è decisamente accettabile perfino approvato. L’indagine non è il punto forte della giustizia drow. A nessuno importa abbastanza da preoccuparsene.

Il rango è il sistema di Lloth, l’ambizione che lei diffonde per accrescere il caos, per mantenere i suoi «figli» drow lungo il loro percorso stabilito di auto-reclusione. I bambini? Pedine sicuramente, bambole danzanti per la Regina Ragno, burattini appesi ai fili della sua ragnatela invisibili ma oltremodo resistenti. Tutti salgono le scale della Regina Ragno; tutti cercano di compiacerla.

Il rango è il paradosso del mondo del mio popolo, il limite del nostro potere entro la fame di potere. Si ottiene tramite il tradimento e promuove il tradimento contro coloro che l’ottengono. I più potenti di Menzoberranzan trascorrono le loro giornate guardandosi alle spalle, difendendosi dai pugnali che possono essere piantati loro nella schiena.

Di solito la loro morte proviene da davanti.

In sostanza, se fai le cose di nascosto e nessuno ti scopre, non ti succede nulla. Su questo principio si basa l’avanzamento di rango delle varie casate: se una casa riesce a distruggere un’altra casa sterminando tutti i componenti, la cosa viene apprezzata e approvata dalla Dea Ragno. Ma basta un solo sopravvissuto e allora la casa attaccante verrà cancellata senza pietà, pubblicamente. Verrebbe da pensare che una delle famiglie più potenti (casa Baenre ad esempio) potrebbe prendere direttamente il potere controllando tutta la città… ma no, non è possibile: questo farebbe adirare troppo Lolth, che preferisce vedere le sue creature ammazzarsi random di tanto in tanto.

SerperiorSocietà matriarcale 

Tra i drow, le femmine sono superiori rispetto ai maschi praticamente sotto qualsiasi aspetto; questo fattore viene sottolineato continuamente. La religione è appannaggio esclusivamente delle donne, che concretamente dominano la città. I maschi solitamente si dedicano al combattimento e alla magia; le donne solitamente hanno più amanti in base ai loro capricci.

Altre considerazioni: la magia è la classica magia da D&D; Le sacerdotesse “preparano in anticipo” gli incantesimi da lanciare e così via.

Personaggi

I drow sono particolarmente odiosi e antipatici, indistintamente. Tuttavia Drizzt e il suo maestro si discostano da drow “standard”, in quanto sono forse gli unici a provare una qualche forma di affetto.

SerperiorDrizzt Do’ Urden

Drizzt Do' Urden

Sicuramente il personaggio più conosciuto creato da Salvatore. Drizzt è un abile spadaccino, è molto intelligente ed estremamente in conflitto. Non si sente a suo agio tra i drow e inorridisce alle loro usanze e ai loro costumi; sicuramente è stato influenzato dal suo maestro Zaknafein, il quale prova un sincero affetto nei suoi confronti.

Curioso è il suo rapporto con Guenhwyvar, una pantera evocata dal piano astrale costretta a servire il suo invocatore. Il rapporto tra Drizzt e la sua famiglia, invece, lascia molto a desiderare: le sorelle e la madre si interessano di lui nella misura in cui le sue azioni rispettino il volere di Lolth; da un lato ammirano le sue abilità, dall’altro non sopportano che sia così… buono.

Conclusioni

Dopo aver demolito ‘sto libro, penserete forse che darò un voto minimo. E invece no: questa è una di quelle recensioni per cui il commento finale risulta incongruente rispetto all’articolo stesso. Questo perché il mio dovere è presentarvi elementi concreti su cui potrete valutare l’acquisto o meno; ma nonostante quegli elementi, un libro può anche piacermi. Il Dilemma di Drizzt l’ho letto volentieri e rapidamente: vuoi perché vi ero affezionato, vuoi perché è breve, vuoi perché in fin dei conti, nonostante i difetti, si è dimostrata una lettura interessante. Se vi piace l’universo D&D, probabilmente questo libro vi piacerà molto.

Voto: 6/10

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Ho indossato il Cappello Parlante insieme a Harry, Ron e Hermione; ho consultato l'aletiometro con Lyra; ho partecipato alla creazione di Ea e sono stato invisibile con Bilbo; ho viaggiato con Ged su migliaia di isole, tra diversi mondi con Pug, e su diversi piani con Sita Dulip; sono stato un reietto con Shevek e ho cavalcato draghi con Dany; ho sghignazzato con Bartimeus e cavalcato su Aslan; ho intrapreso viaggi interminabili con Frodo, Tasslehoff, Sutty, Drizzt, Phèdre, Morgon... E sono ancora qui.

1 Comment

  1. avatar Brawl ha detto:

    Prima di tutto grazie, perché ora grazie a questo articolo so cosa significa infodump. Concordo con te riguardo al fatto che lo stile di Salvatore sia orribile e che è un buon esempio di come non si scrive. Difatti leggendo mi è venuta voglia di riscrivere il racconto delle origini di Drizzt per fatti miei, cambiando lo stile. Ciononostante concordo anche sulla tua posizione di sostanziale sobrio, tenero apprezzamento, anzi gli avrei dato 6,5. Ottimo articolo!

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