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Recensione “Hyperversum” di Cecilia Randall

SINOSSI

«Start» ordinò Daniel.

Il buio scomparve dai visori per far apparire una sequenza animata: nello spazio buio il pianeta Terra girava pigramente come una sfera azzurra. In alto apparve un contatore alfanumerico che scorreva rapido, alternando numeri a lettere. La terra si fermò in un punto preciso. Il contatore si arrestò allo stesso tempo sulla scritta: 1214 d.C.

Di colpo la Terra cominciò a ingrandirsi dando ai quattro giocatori l’impressione di precipitare velocemente. Attraversarono le nubi dell’atmosfera e cominciarono a distinguere la geografia. Riconobbero l’Europa, poi la Francia, infine la regione della Fiandra, a nord del paese: un territorio diviso in epoca moderna tra la nazione francese e il Belgio.Giocatori, vi trovate ora in Fiandra.

È il primo marzo 1214, si avvicina la fine della guerra tra Inghilterra e Francia.

Hyperversum” è il primo romanzo della trilogia di Cecilia Randall, che prosegue con “Hyperversum – Il falco e il leone” (dei tre, il mio preferito, non fosse altro per la presenza di quello splendido personaggio che è Geoffrey Martewall) e “Hyperversum – Il cavaliere del tempo“. Questo, di fatto, è il punto di partenza, da cui Cecilia Randall ci presenta il suo Medioevo, un Medioevo di eroi e di battaglie, una grande epopea dell’amicizia, con Ian Maayrkas e Daniel Freeland.

TRAMA

Siamo a Phoenix, in Arizona. Tutto inizia in una tranquilla giornata in cui Ian, Daniel, la sua ragazza Jodie e suo fratello Martin si ritrovano per giocare a un videogioco di realtà virtuale, Hyperversum appunto, che consente ai giocatori, dopo aver indossato gli appositi casco e guanti, di ritrovarsi all’interno dell’ambientazione da loro scelta, proprio come fossero realmente sul posto. Per uno strano gioco del destino, o per qualche fenomeno scientifico, Ian, Daniel e gli altri si ritrovano davvero nella Storia, quella con la S maiuscola. Nella Francia del tredicesimo secolo, poche settimane prima della battaglia di Bouvines, battaglia che determinerà lo sviluppo storico dell’Europa Occidentale. Ecco allora, che tra intrighi e sotterfugi, tra sacrifici e atti eroici, i nostri eroi dovranno ingegnarsi per sopravvivere, fino a quando, in qualche modo, non riusciranno a trovare un modo per tornare nel Ventesimo Secolo. Spaventati, confusi, disorientati, e anche travolti dalle differenze di lingua, usi e costumi dell’epoca, cercheranno comunque di andare avanti, trovando amici per strada: la bella Isabeau de Montmayeur, in primis, e il suo tutore, Ponthieu, che offriranno a Ian un’occasione interessante. L’occasione di una vita.

PERSONAGGI

Ian: protagonista del romanzo. Studioso e appassionato dell’Europa Medievale, è colui che cerca sempre di trarre gli amici dai guai, comportandosi come un fratello maggiore. Poco interessato al presente, guarda al passato e finalmente, giungendo nella Francia medievale, ha l’occasione di trovare quello che davvero cerca.

Daniel: migliore amico di Ian, è un tipo pratico, solare, sempre con la battuta pronta. Impulsivo, vorrebbe proteggere Ian, ma si ritrova ad essere protetto dall’amico, che non esita a sacrificarsi per lui.

Jodie: ragazza di Daniel.

Martin: fratello minore di Daniel.

Isabeau: dama medievale di cui Ian si innamora, ricambiato. Non conosce le vere origini di Ian e Daniel, per quanto sospetti che vi sia in loro molto più di quanto danno a vedere.

Ponthieu: tutore di dama Isabeau, diventerà un fratello maggiore, quasi una figura paterna per Ian.

Donna: amica di Daniel e Ian, si ritrova coinvolta in questo pasticcio medievale.

CONCLUDENDO

Fin dalla prima lettura, quasi dieci anni fa, l’ho trovato interessante, scorrevole e scritto con una buona padronanza della lingua italiana, in particolare ho apprezzato il modo con cui l’autrice gioca con la Storia, regalandoci una singolare avventura che mescola il (nostro) presente e il passato. Cecilia Randall ci presenta una trama ben costruita, ricca di colpi di scena, di situazioni che cambiano quando meno il lettore se lo aspetta, sullo sfondo di un Medioevo ben ricostruito. Le descrizioni dei luoghi, delle abitudini e dei costumi dell’epoca sono scelte con attenzione, senza diventare noiosa didattica ma elementi ben inseriti nel resto della trama, che permettono al lettore di imparare qualcosa di più, senza perdere di vista lo sviluppo della storia. I personaggi sono semplici e positivi, costruiti in modo da differenziarsi e attirare le simpatie del lettore che presto si ritroverà a parteggiare per Daniel e per Ian, capendo, forse anche prima di lui, quanto quest’ultimo sia davvero legato al Medioevo e in particolare a una sua degna rappresentante.

Grazie Cecilia per averci regalato questa bella avventura e averci ricordato che, in qualunque luogo e in qualunque tempo, c’è sempre un motivo per combattere per qualcosa in cui crediamo, soprattutto se al nostro fianco ci sono gli amici che vogliamo proteggere.

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