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Recensione di “Le cronache di Magnus Bane” di Cassandra Clare

SINOSSI

Le cronache di Magnus Bane - Lande IncantateChi è davvero Magnus Bane? È forse l’individuo misterioso che s’insinua nelle trame della Rivoluzione francese, o lo strampalato europeo che crea scompiglio in un remoto Perù dell’epoca coloniale, o il venditore di alcolici che sfida il proibizionismo nella Manhattan degli anni Venti? E se invece fosse soltanto un giovane alla moda, sempre pronto a scendere in pista nelle discoteche più elettrizzanti nella New York degli anni Settanta? Cassandra Clare ci accompagna attraverso luoghi ed epoche affascinanti alla scoperta dei retroscena più avvincenti del passato di Magnus Bane, eclettico e inafferrabile personaggio che ha vissuto mille vite in una, tutte legate da un filo rosso: la perenne lotta tra la forza dell’amore e quella del destino, a cui nessuno può opporsi, neppure il Sommo Stregone degli Shadowhunters.

TRAMA

“Le cronache di Magnus Bane” è un libro che raccoglie undici racconti incentrati sul Sommo Stregone di Brooklyn, Magnus Bane. Originariamente pubblicati solo in digitale, i primi dieci racconti (dieci come le lettere che compongono il nome dello stregone) sono adesso riuniti in un volume unico, assieme a un raccontino finale inedito: “La segreteria di Magnus Bane”.

Attenzione: consiglio la lettura di questo volume a chi ha già letto tutti i libri della serie Shadowhunters, sia le due trilogie ambientate ai giorni nostri, sia la trilogia “prequel” “Le origini”, perché i racconti si sviluppano nell’arco di quasi tre secoli, coprendo momenti sparsi della vita di Magnus e incrociandosi quindi con gli eventi dei vari libri della saga.

RACCONTI

Cosa accadde in Perù”: l’inizio non è granché. Credo sia uno dei racconti meno interessanti. Magnus è in Perù nel 1791, assieme agli amici stregoni Ragnor Fell e Catarina Loss. Di fatto, non succede molto, se non che Magnus si ritrova invischiato in varie faccende, più che altro amorose.

“La fuga della regina”: racconto interessante, ambientato a Parigi nel 1791, quindi in piena rivoluzione francese. Co-protagonista di questo racconto è la regina Maria Antonietta, che Magnus si ritrova ad aiutare nel disperato tentativo di lasciare la capitale. Ho apprezzato molto che in questo racconto emergano quelle che giudico le migliori qualità di Magnus: la sua generosità d’animo e il suo voler sempre intervenire in aiuto di chi ha bisogno, chiunque sia, per quanto siano sentimenti che non ama ostentare, preferendo nasconderli dietro una maschera di stravaganza, fissazione per la moda e eccentricità. Ma “c’è un grande cuore sotto tutto quel glitter”.

Vampiri, scones e Edmund Herondale”: questo racconto e il successivo sono legati alla trilogia “Le origini”. Siamo a Londra, a metà del Diciannovesimo Secolo, e Magnus si diverte a civettare con Camille Belcourt, la signora dei vampiri.

“L’erede di mezzanotte”: come il precedente, questo racconto è legato alla trilogia “Le origini”. Chi l’ha letta vi ritroverà dei personaggi già presenti. Siamo di nuovo a Londra e stavolta Magnus si ritrova alle prese con un Herondale dal cuore infranto.

L’origine dell’hotel Dumort”: salto spaziale e temporale e ci ritroviamo a New York poco prima della crisi del ’29. Questo racconto e i due successivi sono incentrati prevalentemente sui vampiri. Potremmo considerarli un trittico. Qua vediamo per la prima volta l’hotel Dumort, futura base dei vampiri di New York, e come gli eventi del ’29 si incastrino con la storia dei Nephilim e dei Nascosti.

“Alla ricerca di Raphael Santiago”: nelle due trilogie “moderne” viene detto che Raphael e Magnus si conoscevano da tempo e che il primo aveva un debito nei confronti del secondo. Adesso scopriamo come si sono conosciuti, in uno dei racconti più interessanti che costituisce un vero e proprio approfondimento sulla figura del vampiro Raphael. La storia è piacevole e gli scambi di battute tra Raphael e Ragnor sono geniali, soprattutto quando parlano di Magnus.

Magnus sapeva, però, come l’amore potesse anche essere un’ultima speranza e una stella da seguire. Una luce che si spegneva, ma prima poteva brillare una volta ancora. Non poteva promettere a Raphael l’amore di sua madre, poiché il ragazzo le voleva ancora bene, lo stregone voleva aiutarlo e riteneva di sapere come fare.

“La caduta dell’hotel Dumort”: siamo di nuovo a New York ma negli anni ’70, anni di guerriglia da strada. I vampiri sono messi male, anche Raphael non se la passa bene, e Magnus, anima pia, cerca di aiutarli.

“Un regalo di compleanno per Alec”: qui inizia la triade di racconti che ho amato di più. Questa è una storia divertente, che ruota attorno all’indecisione di Magnus su cosa comprare ad Alex per il suo compleanno. Ne parla con gli amici Ragnor e Catarina, e anche con un demone che si ritrova a evocare (e che sbava nel suo salotto!), e in realtà tutte queste chiacchiere e questa indecisione sono soltanto il segno di quanto si sia affezionato (innamorato?) al giovane Shadowhunter.

Unica pecca: la collocazione di questo racconto è sbagliata. Avrebbe dovuto essere collocato dopo “Il corso di un amor cortese”, che narra il primo appuntamento tra Alex e Magnus, non adesso.

Maguns aveva sentito molte volte la storia sulla creazione dei Nephilim. probabilmente si erano dimenticati di includere il pezzo che diceva: E l’Angelo discese dai cieli e diede ai suoi eletti addominali da urlo.

L’ultima sfida dell’istituto di New York”: uno dei racconti più belli, un vero e proprio prequel alla trilogia classica. Ci racconta l’ascesa di Valentine e le ronde del Circolo contro i Nascosti, (ingiustamente) accusati di aver ferito o ucciso dei Mondani. Vi troviamo, da giovani, tanti personaggi che abbiamo conosciuto da adulti, come Marise e Robert Lightwood, Luke e, soprattutto, Jocelyn, che cerca di proteggere Clary, come sappiamo, facendole cancellare la memoria da Magnus.

“Il corso di un amor cortese (e dei primi appuntamenti)”: altro splendido racconto, che tutti i fan Malec apprezzeranno. Si tratta del primo appuntamento tra Magnus e Alec, un incontro molto imbarazzante, fatto di silenzi e mondi diversi che faticano ad avvicinarsi, all’inizio. Ma quando un licantropo inizia a fare casino in città, i due si ritrovano uniti fianco e fianco per salvare la situazione.

“La segreteria di Magnus Bane”: aggiunto nell’edizione cartacea, ma ne avremmo fatto a meno dato che è inutile. Non è una storia, semplicemente la trascrizione di alcuni messaggi comparsi sulla segreteria di Magnus Bane durante i giorni successivi a un certo avvenimento nel romanzo “Città delle anime perdute”.

STILE

I racconti sono stati scritti da Cassandra Clare e da Sarah Rees Brennan e Maureen Johnson. Lo stile è leggero, semplice, diretto, che rende i testi piacevoli e scorrevoli, particolarmente apprezzati da chi cerca letture non impegnative.

CONCLUDENDO

“Le cronache di Magnus Bane” è un libro per i fan della serie Shadowhunters. Come detto sopra, credo che per apprezzarlo a pieno, vada letto dopo aver letto tutti gli altri libri (le due trilogie con Jace e Alec e la trilogia “prequel” con Tessa), in modo da comprendere, e godersi, tutti i riferimenti alla saga nel suo complesso. Sono una chicca, diciamo, per chi adora le avventure dei Nephilim e dei Nascosti, in particolare il più istrionico e estroverso tra i suoi rappresentanti: Magnus Bane. Un personaggio decisamente affascinante, tanto espansivo socialmente quanto introverso quando si tratta di far parlare il suo vero sé. Una vita lunga e immortale porta anche spiacevoli conseguenze, la solitudine ad esempio, la difficoltà nel legarsi a qualcuno in pianta stabile, qualcuno quantomeno che non invecchi. I sentimenti di Magnus al riguardo vengono sufficientemente trattati nel corso dei racconti, come pure il suo animo gentile e nobile, sempre pronto nel mettersi al servizio degli altri. In molti racconti, vari personaggi si mettono nei guai e Magnus fa il possibile per aiutarli: aiuta Raphael, il figlio di Tessa, la regina Maria Antonietta, persino Camille. Come a dire che, dietro tutto quello strato di glitter e trucchi vari, batte un cuore vero, che sa amare. Doveva soltanto aspettare a chi destinare tutto quel secolare amore.

 

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