Recensione di Darkland – La fine del tempo di T.J. Valery.
Del romanzo penso che sia un buono scritto, con un po’ di imperfezioni dovute al fatto che si tratta di un libro di esordio.
“Il re è morto. Lunga vita alla regina. Il giovane regno è salvo, la guerra contro la malattia è vinta. Gli uomini sono stretti in alleanza, è il tempo della pace.”
Parole vuote, figlie di un’era che sta per finire.
Gli dei hanno abbandonato la lontana Eythetia, intrappolata tra monti dalle nevi eterne e il gelo della baia di Grojedot.
Il freddo inverno è alle porte, che i superstiti si abituino alla notte perenne e alle sue ombre.
Swona la regina di Eythetia è un personaggio forte e fragile allo stesso tempo, o meglio penso che l’autore avrebbe voluto creare questo contrasto, ma purtroppo viene un po’ troppo marcato rendendolo meno verosimile. Resta comunque un personaggio affascinate.
Emild il cacciatore solitario è l’incognita di tutto il romanzo, un puzzle da risolvere, l’alone di mistero che aleggia intorno alle sue sorti è davvero uno degli aspetti che maggiormente ho apprezzato.
Agreawir O’nillynor e Brannor accompagneranno Emild per gran parte del suo viaggio verso la capitale, sono un duo molto ben riuscito, forse un po’ stereotipato ma mi hanno strappato più di un sorriso.
I sacerdoti di Kyrios, sono dei guerrieri dalla forte fede (appunto verso Kyrios) a cui debbono anche i loro poteri magici, giocheranno un ruolo fondamentale solo verso la fine del romanzo.
La Strega di Rubino personaggio ambiguo, sicuramente non è il mandante di cosa sta accadendo in tutta Eythetia, anche se non sono sicura che sia solo una pedina, molte volte la verità è nel mezzo.
Lo stile soprattutto all’inizio è poco scorrevole, si fatica a seguire la vita solitaria di Emild e le sue prime avventure, poi piano piano la storia di fa più interessane e si
perdona qualche rallentamento della lettura, ad esempio dovuto alle descrizioni. In alcune situazioni, infatti, sono un po’ troppo lunghe, si fatica a mantenere il filo del discorso. In alcuni punti, secondo me, sono state anche inserite in posti sbagliati spezzando le azioni.
Posso però aggiungere che mi è piaciuto il modo di legare insieme parte di una stessa storia che segue vari filoni e il saper dare una serie di indizi senza svelare troppo.
La storia è narrata seguendo diversi personaggi in particolare Emild, la regina e quanto si può scorgere di chi ha causato il “male” che scoppia nella capitale, ossia della strega di rubino.
In realtà, la storia si armonizza bene in un crescendo fin quando sul finale vedremo i nostri personaggi tutti insieme… non voglio dirvi di più.
Posso però spendere due paroline: sia Swona che Emild incontreranno da vicino e saranno coinvolti con esseri scheletrici dal volto inumano e le orbite vuote. Tali esseri, nella loro vita, che più loro non è, erano stati tagliagole e gente di mala affare.
Vi ho incuriosito? Per conoscere di cosa parlo non vi resta che leggere il libro!
Leggerei volentieri il sequel, magari alcune delle imperfezioni che ho notato in questo romanzo potrebbero essere state smussate da una maggior pratica, e poi muoio da sapere cosa succederà ad Emild!
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