La Chimera di Praga è un romanzo fantasy di qualche anno fa di un’eccentrica scrittrice americana: Laini Taylor. Cominciamo subito col dire che si tratta di un young adult e come tale si porta dietro tutte le caratteristiche del genere. Perché l’ho letto non essendo il mio genere? Mi è stato chiesto un parere. Perché ne scrivo una recensione? Ormai l’ho letto, ci metto poco a condividere quel parere con tutti i lettori del blog.
Prima di iniziare vi dico subito che questo romanzo (che è il primo di una trilogia, tanto per cambiare) appartiene alla grandissima famiglia di “Angels vs. Demons”. Questa incarnazione del famosissimo cliché, però presenta un bel po’ parti originali e quindi posso dire che, tutto sommato, sorvolando le questioni “obbligatorie” da affrontare in un young adult, risulta carino e godibile anche a chi ha abbandonato la fascia di età target per questo genere di libri. Occhio che ho detto “carino” e non “capolavoro”.
Karou è una ragazza eccentrica e dinamica che vive a Praga. Studia alla scuola d’arte e nel tempo libero compie commissioni per conto della sua “famiglia”. La sua famiglia però è composta da creature antropomorfe con inserti animaleschi di ogni tipo che chiamano loro stesse con il termine Chimere. Fin da bambina infatti Karou è stata accudita da questi quattro mostri che vivono in un negozio magico in una dimensione diversa dalla Terra. A questo negozio è possibile accedere da varie porte dislocate in tutto il mondo. Sulphurus, la chimera dalle sembianze di ariete che lei considera come un padre, è un mercante di desideri, che vende a coloro che gli procurano denti di ogni tipo. Non entro nei dettagli sulla trama per non spoilerare troppo, dato che lo farò per forza di cose nella sezione riguardante l’ambientazione.
La trama non è lineare e la nostra protagonista si renderà conto di sapere molto poco delle sue amiche chimere. Lungo tutta la narrazione l’autrice dissemina indizi che un lettore attento è in grado di cogliere ma ciò non rovina l’effetto sorpresa di alcuni colpi di scena. Ovviamente ciò avviene nel finale, nei primi due terzi del libro assistiamo a momenti alterni a drammi giovanili, questioni amorose che sembrano essere l’unica questione di vita dei personaggi ed a un bel po’ di azione.
Per essere un young adult, però, c’è da dire che la protagonista non fa idiozie per amore. Mentre qualche altro personaggio agirà inseguendo solamente il proprio cuore, Karou avrà sempre presente il suo obiettivo e sarà colpita solo marginalmente dalla dementia amoris.
L’ambientazione è il punto forte del libro. Seguiranno un po’ di spoiler ma non posso farne a meno se voglio spiegare perché questo romanzo può considerarsi sufficientemente originale.
Come ho detto nell’introduzione, si tratta di un “Angeli contro Demoni”, ma a differenza delle solite implicazioni mistiche, in questo caso abbiamo un mondo parallelo al nostro dove i Serafini, creature dotate di enormi ali fiammeggianti, muovono guerra alle Chimere. Non è ben chiaro chi siano i buoni e chi siano i cattivi a causa della presenza di personalità varie ed ambigue in entrambi gli schieramenti.
Il mondo da cui provengono queste creature è ben caratterizzato, con le sue leggende e le sue regole che non rappresentano un mero contorno ma formano un substrato coerente con le azioni dei personaggi.
All’aspetto completamente fantasy, c’è da aggiungere la descrizione di alcuni luoghi che Karou visita sulla Terra che sono ben realizzati e sufficientemente coinvolgenti. In alcuni punti sembra di riuscire a vedere le strade di Praga o la piazza del mercato di Marrakech.
Non può mancare la magia, che sembra poter essere esercitata da chiunque ne sia addestrato e che sia disposto a pagarne il prezzo. Il dettaglio che ho apprezzato di più è proprio il tipo di costo della magia che, sebbene non sia il massimo dell’originalità, è comunque coerente e ben bilanciato.
Come ho detto, si tratta di una trilogia (il cui terzo libro ancora non tradotto in italiano) e quindi l’evoluzione di alcuni personaggi si svilupperà nei volumi seguenti. Mi limito a riportare qui quello che si evince dal primo libro.
Karou. La protagonista della storia. È lei che seguiamo per la quasi totalità del racconto. È una ragazza eccentrica dai capelli blu e i molti tatuaggi. Divisa dalle due realtà che vive, quella di semplice studentessa d’arte a Praga e quella di aiutante di Sulphurus e corriere di desideri. Per buona parte del romanzo cercherà di barcamenarsi tra queste due vite non riuscendoci in maniera impeccabile. È testarda e determinata. Come ho già detto, si troverà in situazioni dove i suoi sentimenti la sballotteranno a destra e manca, ma non farà idiozie in nome dell’amore impossibile, come accade a moltissime altre protagoniste dei young adult. Terrà sempre fede alla missione che si è autoimposta agendo con coraggio senza dipendere troppo dall’aiuto ricevuto dagli altri personaggi.
Akiva. Il serafino che stravolgerà la sua vita in tutti i sensi. Il solito bello e dannato che non può mancare mai. Non posso dirvi molto su di lui senza rivelare dettagli della trama, ma posso affermare che, per una volta, non siamo davanti al solito personaggio oscuro inserito solo perché se non lo fosse non interesserebbe a nessuno. L’autrice ha dato delle motivazioni profonde per il suo essere dannato. Tanto per dirne una, si scoprirà che l’imperatore dei serafini è in possesso di un harem e tutti i figli concepiti con le concubine vengono strappati alla madre da bambini per essere addestrati come soldati e spediti in missioni suicide. Akiva è uno di questi figli. Si capisce quindi perché la sua visione delle cose sia un tantino oscura.
Sulphurus. La chimera ariete che Karou considera un po’ come un padre. È un tipo burbero e taciturno. Parco di complimenti e ancora più restio nel manifestare affetto. Gli basta però un’occhiata per far capire a Karou o a chi gli sta intorno il suo stato d’animo e se ha apprezzato o meno una determinata azione. È il mercante dei desideri, che vende a chiunque possieda denti da scambiare o a chi compie commissioni per suo conto (Karou dispone infatti di una scorta di desideri minori che utilizza per gli scopi più disparati). È uno di quei personaggi carismatici dalla presenza ingombrante anche se, a conti fatti, fa ben poco e compare in poche scene. Paradossalmente potrei dire che è il personaggio più riuscito.
Sybilis. La chimera serpente che Karou considera come una madre o sorella maggiore. È la controparte di Sulphurus. Affettuosa con chi vuole bene, implacabile con chi la infastidisce. È attratta dal mondo degli uomini che esplora tramite gli album da disegno di Karou. Il suo ruolo è sottovalutato ma se ci fermiamo a riflettere ci rendiamo conto che, per la protagonista è importante quasi quanto quello di Sulphurus.
Zuzanna. Come in ogni altro libro di questo genere, non può mancare la migliore amica buffa della protagonista. Eccola qua, fresca di cliché. È l’ancora che tiene Karou legata al mondo degli uomini, la sua compagna di scuola e confidente. Conosce tutto delle chimere dai disegni della sua amica, ma ritiene che sia solamente la sua fervida immaginazione a creare quei mostri-capolavoro. In ogni caso il personaggio di Zuzanna serve in maniera particolare a creare siparietti comici e, sebbene si rivelerà importante nel libro seguente, per ora altro non è che una macchietta: una ragazza bassina che ispira tenerezza solo a sentirla parlare.
Vi sono molti altri personaggi minori che contribuiranno a vario titolo nella trama, come l’ex-fidanzato di Karou, che per fortuna non andrà a formare un triangolo amoroso con lei ed Akiva, due fratelli di Akiva, figli bastardi dell’ìmperatore come lui e guerrieri formidabili, e qualche altra chimera.
L’unico personaggio secondario che merita menzione è Razgut, un serafino bandito dal suo regno molti anni prima che vive aggrappato alla schiena di uno dei contatti umani di Sulphurus.
Questa creatura ha perduto le sembianze angeliche ed è praticamente un parassita che concede la sua enorme conoscenza al suo ospite ed in cambio ne ottiene la possibilità di spostarsi (essendo atrofizzato dalla vita in giù e senza ali). Lo sto menzionando perché il suo ruolo sarà importante nel libro seguente.
Scritto in terza persona, il racconto segue quasi sempre il punto di vista di Karou. In questo modo l’autrice riesce a tenere viva l’attesa per le rivelazioni del finale senza scadere in pagine e pagine di “pippe mentali” tipiche della scrittura in prima persona.
Io ritengo che tutto il libro sia un buon mix di azione, mistero e problemi sentimentali. La cosa che ho molto gradito è che l’autrice ha mantenuto una forte verosimiglianza e ha considerato l’impatto mediatico dei serafini sul mondo degli uomini. Quando Karou incontra Akiva a Marrakech, infatti, l’angelo si rivela nella piazza del mercato e quindi tutte le persone presenti assistono alla sua apparizione. In più occasioni quindi ci saranno notizie al telegiornale o si parlerà di video su internet che ritraggono l’angelo. Sette religiose si formeranno, alcune in attesa degli angeli, altre dell’apocalisse.
Volendo fare un paragone con un altro romanzo del genere come Shadowhunters, lì assistiamo a battaglie nel centro di una grande città come New York eppure gli umani non si accorgono di nulla. Capisco che lì viene fornita una spiegazione accettabile e non sto criticando, ma ho molto apprezzato che invece nella Chimera di Praga, l’autrice abbia considerato anche questi aspetti.
Il ritmo è sempre abbastanza rapido e sono pochi i punti in cui si rallenta per lasciare spazio a riflessioni. L’impulsività di Karou aiuta a non rendere mai noiosa la lettura.
Da quello che ricordo non sono nemmeno presenti infodump molesti se non in minimissima parte e mai più lunghi di un rigo o due. Ovviamente per “infodump molesti” intendo spiegazioni non richieste o introdotte dalla tipica frase “Come ben sai” che tanto fa accapponare la pelle agli integralisti dello stile.
In definitiva, contro ogni pronostico, ammetto che questo libro mi è piaciuto. Non è un capolavoro ma si difende bene. Gli inserti di originalità nel cliché degli angeli e demoni lo rendono diverso dalla massa di libri sul genere e quindi meritevole di essere letto. Se siete in cerca di un libro non troppo pesante, dalla trama ingarbugliata quanto basta allora ve lo consiglio. Se invece cercate intrighi politici e trame molto intricate, potreste rimanere delusi. Se avete superato i vent’anni, leggetelo a vostro rischio e pericolo considerando sempre il target per cui è stato scritto.
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