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Racconti dell’Incubo e del Terrore di Edgar Allan Poe

Possa mai Iddio proteggermi e liberarmi dalla zanna dell’arcidiavolo! – non si era ancora spenta l’eco del Edgar Allan Poe, Gatto Nero - Lande Incantatemio colpo di bastone, che una voce rispose dall’interno della tomba! – con un lamento, dapprima smorzato e rotto, come il pianto di un bambino, salito poi rapidamente ad un lungo intenso, continuo urlo, assolutamente inumano, bestiale, – ululato – un grido sconvolgente, per metà di orrore per metà di trionfo, quale avrebbe potuto venire solo dall’inferno, unitamente dalle gole dei dannati nella loro agonia e dei demoni esultanti nella dannazione. Di quello che mi passò per la testa, sarebbe assurdo parlare. Per un attimo i poliziotti rimasero immobili, in preda ad una sorta di irrazionale terrore. Subito dopo una dozzina di robuste braccia presero a demolire la parete, che cadde tutta insieme. Il cadavere, in avanzato stato di decomposizione, intriso di sangue rappreso, stava eretto davanti agli occhi degli spettatori. Sulla sua testa, con la rossa bocca spalancata, con l’unico occhio di fuoco, stava l’orrenda bestia la cui astuzia mi aveva portato al delitto e la cui voce rivelatrice mi aveva consegnato al boia. Avevo murato il mostro dentro la tomba.

Il Gatto Nero

I Racconti dell’Incubo e del Terrore o anche semplicemente i Racconti,  sono una delle prime tre edizioni originali dei racconti scritti da Edgar Allan Poe, pubblicata nel 1845.  La raccolta contiene i racconti più gotici e di genere horror composti dall’autore, rivelandosi la più completa delle due precedenti. Al giorno d’oggi le case editrici hanno usato questa edizione aggiungendovi i racconti scritti da Poe tra il 1846 e il 1849, intitolando spesso le pubblicazioni come: Tutti i racconti del mistero dell’incubo e del terrore, che include anche la piccola sezione dei Racconti fantastici e quelli con protagonista Auguste Dupin, detective della novella I delitti della Rue Morgue.

I RACCONTI DEL MISTERO E DELL’INCUBO

I delitti della Rue Morgue (The Murders in the Rue Morgue)
Il mistero di Marie Roget (The mystery of Marie Rogêt)
Lo scarabeo d’oro (The gold-bug)
Il cuore rivelatore (The tell-tale heart)

La lettera rubata (The purloined letter)
Il barile di Amontillado (The cask of Amontillado)
Il genio della perversione (The imp of the perverse)
Sei tu il colpevole (Thou art the man)
Hop-Frog (Hop-Frog)

RACCONTI DEL TERRORE E DEL GROTTESCO

Metzengerstein (Metzengerstein)
Manoscritto trovato in una bottiglia (Ms. found in a bottle)
L’appuntamento (The assignation)
Berenice (Berenice)
Morella (Morella)
L’incomparabile avventura di un certo Hans Pfaall (The unparalleled adventure of one Hans Pfaall)
Ombra (Shadow – A Parable)
Silenzio (Silence – A fable)
Mistificazione (Mistyfication)
Ligeia (Ligeia)
La caduta della casa degli Usher (The fall of the house of Usher)
William Wilson (William Wilson)
L’uomo della folla (The man of the crowd)
Il diario di Julius Rodman (The journal of Julius Rodman)
Una discesa nel Maelström (A descent into the Maelström)
Eleonora (Eleonora)
Mai scommettere la testa col diavolo (Never bet the devil your head)
Tre domeniche in una settimana (Three sundays in a week)
Il ritratto ovale (The oval portrait)
La maschera della morte rossa (The masque of the Red Death)

Le terre di Arnheim (The domain of Arnheim)
Il pozzo e il pendolo (The pit and the pendulum)
Una storia delle Ragged Mountains (A tale of the Ragged Mountains)
La frottola del pallone (The balloon hoax)
La sepoltura prematura (The premature burial)
Rivelazione mesmerica (Mesmeric revelation)
La cassa oblunga (The oblong box)
Il potere delle parole (The power of the words)
Quattro chiacchiere con una mummia (Some words with a mummy)
La verità sul caso di Mr. Valdemar (The facts in the case of M. Valdemar)
La sfinge (The Sphinx)
Mellonta Tauta (Mellonta Tauta)
Il gatto nero (The black cat)

RACCONTI FANTASTICI

Una storia di Gerusalemme (A tale of Jerusalem)
Il duca de l’Omelette (Le duc de l’Omelette)
Perdita di fiato (Loss of breath)
Bon-Bon (Bon-Bon)
Re Peste – Un racconto contenente un’allegoria (King Pest)
Quattro bestie in una (Four beasts in one)
Il diavolo nel campanile (The devil in the belfry)
Celebrità (Celebrity)
Perdita di fiato (Loss of breath)
Una burla
Un caso imbarazzante
L’uomo finito (The man that was used up)
Conversazione di Eiros e Charmion (The conversation of Eiros and Charmion)
Perché il francesino porta la mano al collo
Colloquio di Monos e Una (The colloquy of Monos and Una)
L’uomo d’affari
Non scommettere con il diavolo la testa
Mattino sul Wissahiccon – L’alce (Morning on the Wissahiccon – The elk)
Gli occhiali (The spectacles)
Il millesimo-secondo racconto di Sheherazade (The thousand-and-second tale of Sheherazade)
Il sistema del dr. Catrame e del prof. Piuma (The system of dr. Tarr and prof. Fether)
Von Kempelen e la sua invenzione (Von Kempelen and his discovery)
Il villino di Landor (Landor’s cottage)
L’isola della fata (The Island of the Fay)

I racconti (1831-1849,Einaudi, collana Einaudi Tascabili Biblioteca, copertina flessibile.

Tutti i racconti, le poesie e «Gordon Pym». Ediz. integrale, Newton Compton, collana Grandi tascabili economici.I mammut.

Tutti i racconti del mistero, dell’incubo e del terrore. Ediz. integrale,  Newton Compton, collana Grandi Tascabili economici.

Poe, Lovecraft - Lande IncantateI racconti ai quali è principalmente legata la fama di Poe sono, senza dubbio, quelli del mistero e del terrore: particolarmente alla raccolta Racconti del grottesco e dell’arabesco, del 1840. Solo una parte di essi si serve dell’elemento soprannaturale; tutti, però, nascono da un profondo sentimento di inquietudine, analizzato con freddo e lucido distacco, anche nelle situazioni più drammatiche e disperate. L’inquietudine, intendiamoci, può essere essenzialmente di due generi: quella metafisica e quella storica. L’inquietudine metafisica è strutturalmente legata alla condizione ontologica dell’uomo: creatura finita che anela all’infinito; come dice Sant’Agostino nelle Confessiones. Al contrario, l’inquietudine storica è frutto di condizioni particolari dello spazio-tempo di una determinata società; esprime l’angoscia dei momenti drammatici di trapasso dai “vecchi” valori ai “nuovi”: gli uni orma tramontati, gli altri non ancora ben delineati all’orizzonte.  Ebbene l’inquietudine che caratterizza il mondo poetico di Poe appartiene a questo secondo tipo ed esprime, a nostro avviso, il dramma del passaggio dalla società pre-moderna alla piena modernità, caratterizzata dall’eclisse del sacro, dalla mercificazione totale dei rapporti umani, dall’efficientismo e dal produttivismo esasperati, dalla perdita del senso del limite e del mistero, dalla hybris (o dismisura) di un Logos strumentale e calcolante proteso ad affermare il suo dominio brutale sul mondo naturale, ridotto a pura riserva di beni da sfruttare e a discarica ove smaltire i prodotti di rifiuto del processo industriale. Ma negli incubi e nei terrori dell’opera di Poe si direbbe prenda voce quel crimine rimosso, quel terribile silenzio della cultura “ufficiale”. Ed ecco i racconti del terrore di Poe, popolati da una umanità dolente e allucinata, i cui protagonisti sono altrettanti alter ego dell’autore, in cui ricorrono le sue funebri ossessioni: l’attrazione morbosa per la decadenza e la morte; la sepoltura da vivi e il ritorno dei non-morti; i torturanti sensi di colpa; la vendetta a lungo covata e ferocemente messa in opera; in una parola, il cupio dissolvi, il desiderio di auto-distruzione venato di sado-masochismo e di necrofilia, in una spirale sempre più asfittica e vorticosa, sempre più disperatamente chiusa in sé stessa. (1)

La Critica

Nella storia della letteratura è molto frequente imbattersi in figure controverse, su cui i giudizi critici danno luogo a divergenze di opinione insanabili. L’opera di E. A. Poe è, al riguardo, un caso esemplare. Un singolare destino ha accompagnato, fin dall’inizio, la recezione critica di Poe: per taluni genio (Tennyson), per altri solo autore di cattivi versi (Emerson); per taluni grande poeta lirico (Yeats) e grande innovatore dello stile letterario e poetico (Valery), per altri espressione di un livello intellettuale primitivo (James, Huxley, Eliot, Lawrence). Il primo ripensamento del valore complessivo dell’opera di Poe si deve a Charles Baudelaire: nel 1852, con un saggio apparso sulla “Revue de Paris“, propone una riconsiderazione dell’opera di Poe; nel 1856-57 ne traduce, poi, i racconti. Un altro grande della poesia francese dell’800, Mallarmé, nel 1888 traduce in prosa le poesie di Poe, presso una casa editrice di Bruxelles. L’opera di positiva riconsiderazione avviata da Baudelaire si approfondisce nel XX secolo, sia negli Stati Uniti che in Europa, interessando tutti gli aspetti della complessa avventura artistica di Poe. Anche in Italia, prima sulla scia della riscoperta francese e poi per effetto degli influssi esercitati dalla scapigliatura e dal decadentismo, a partire dalla fine dell’800, l’interesse per Poe si sostanzia in significativi contributi critici. (2)

L’orrore di Poe è primitivo e onesto. Se guardiamo a dove egli si inscriva nel contesto della tradizione gotica, le sue storie non hanno nulla del distacco, dei filtri – intellettuali, morali, geografici – dei suoi predecessori. Horace Walpole, Ann Radcliffe, fino alla giustamente blasonata Mary Shelley ambientano le loro storie in tempi e luoghi lontani, in esotici paesi mediterranei o alla meglio fra i boschi di una Svizzera evanescente, dove natura vuole che le passioni esplodano in maniera scomposta, cosa da cui il pubblico anglosassone viene esonerato e che provoca un’inevitabile distanza ed un senso di superiorità. Poe invece non ha filtri, e con l’escamotage stilistico dello scrivere in prima persona, che usa perennemente, l’effetto ha un’onda d’urto inedita nel lettore. E’ normale che Poe, almeno inizialmente, fosse miscompreso, deriso, “forse il più profondamente frainteso degli scrittori americani”. E’ normale che l’establishment letterario venga sconvolto dall’irriverenza di quello che sembra essere l’enfant terrible della letteratura. Il genio di Poe è un genio semplice e diretto, che dice la verità senza mezzi termini, ecco perché può non piacere. Non è sempre vero che la genialità risieda nella complessità, è piuttosto spesso vero il contrario, ovvero essa trova espressione nella capacità e nella lucidità di cogliere l’essenza nella complessità. Semplice e diretto, mai banale. (3)

Lenore, Poe - Lande IncantateEppure i fraintendimenti sono stati tanti. Ha iniziato un certo statunitense Griswold che ha accennato ad uno “stile asciutto  eppure abbondante”. Evidentemente al critico piacevano le contraddizioni e non si accorgeva della propria incommensurabile idiozia. Comunque è certo che dalla morte le più svariate componenti letterarie hanno tentato di tirarlo dalla propria parte. Primi fra tutti gli occultisti francesi, come ha giustamente già evidenziato Gesualdo Bufalino, che vogliono reagire all’idealismo assoluto di Hugo. E nel fraintendimento cade persino Baudelaire che accomuna l’americano a Swedenborg, il visionario svedese che lo stesso Poe odiava con tutte le sue forze, ovviamente da un punto di vista letterario. Poi, agli inizi degli anni trenta, sono iniziati gli accostamenti con il “poliziesco” e addirittura con la fantascienza. Quindi con un ritardo di quasi un secolo gli studi critici comparati di T.S. Eliot e di A. Tate servono, se non altro, a ricollocarlo all’interno di una supposta tradizione narrativa statunitense, ammesso, ovviamente, di riuscire a trovare con una certezza questa “tradizione”. Forse nessuna di queste ricerche è nel giusto. Per un semplice motivo, partono da un assioma profondamente errato. Quello dei generi letterari. Come se l’ambito delle lettere potesse essere diviso sul tavolo asettico del chirurgo-critico in tanti fegati, polmoni, viscere, muscoli, pancreas. Ecco, qui c’è la grande narrativa di introspezione, qui il fantasy, qui l’avventura, qui il gotico, qui il fumettone. Per comprendere quanto e come questa posizione sia errata è importante andare a rileggere cosa scrive Baudelaire a proposito di letteratura decadente, in cui i critici americani avevano relegato il bostoniano per oltre mezzo secolo. In realtà non esiste una narrativa decadente in sé, per definizione aprioristica, ma esclusivamente una narrativa di cattiva qualità o di buon livello, ma del tutto indipendente da supposte specificità di appartenenza.

Non c’è racconto degno di questo nome se la prima parola non suscita l’interesse del lettore che deve giungere all’ultimo rigo per comprendere la risoluzione finale

Così afferma Baudelaire sempre a proposito della cosiddetta narrativa “decadente”.  In realtà il grande poeta francese adopera questo aggettivo in scherno ai critici letterari dell’epoca che giudicavano negativamente un genere di scrittura che aveva il pregio di attirare il lettore e legarlo al filo della vicenda. (4)

Poe Precursore della Psicoanalisi

Poe anticipa le istanze della psicoanalisi di parecchi anni e si può dire che la reazione di James e altri detrattori come lui appaia un po’ come un meccanismo di difesa di fronte alla rivelazione di un contenuto disturbante: sminuire è la difesa più immediata ed efficace. Col tempo la psicoanalisi prenderà accuratamente in esame il lavoro di Poe, soprattutto nella persona di Marie Bonaparte che, com’è noto, scrisse un accurato e diligente commentario critico sulla sua produzione, servendosi delle categorie del maestro Freud. Mi accodo ai generali commenti di disappunto che sono stati rivolti a questo lavoro critico, aggiungendo che, se Poe senz’altro aprí il varco alle dinamiche inconscie che saranno poi dominio della psicoanalisi, in particolare nei meccanismi di attrazione-repulsione e dei livelli di personalità, non si puó dire che, al contrario, la psicoanalisi abbia avuto grande rispetto della sua opera, proiettandovi indiscriminatamente le proprie categorie. Mi sembra, ad esempio, che interpretare simbolicamente il Gordon Pym con categorie di masturbazione infantile e desideri incestuosi sia quanto meno limitante (3)

I Meccanismi della Narrativa Poeiana

Spesso nei racconti di Poe sono gli stessi personaggi, che di solito sono anche i narratori, ad analizzare la propria follia. In più di un racconto il tema centrale è quello del doppio, del sosia, come in William Wilson. Ma anche nei racconti che hanno come protagonista il prototipo del moderno detective, Auguste Dupin, la stessa razionalità che egli mette in campo contro il mistero è a sua volta inquietante per il furore di voler capire. Essa si attiva quando è attratta da qualche crimine apparentemente insolubile, come nel celebre Il duplice assassinio della rue Morgue, considerato il capostipite del genere poliziesco, oppure in Il mistero di Marie Rôget, o in La lettera rubata. A volte i meccanismi della mente disturbata sono esaminati dal punto di vista non del detective, ma del criminale, come in Il gatto nero, Il cuore rivelatore, Il barile di Amontillado. Altri racconti si focalizzano sui processi psicologici innescati dal terrore più puro: Una discesa nel maelstrom, Il pozzo e il pendolo, La sepoltura prematura, La maschera della morte rossa. In molti altri racconti, oggi meno noti, Poe si diletta invece in un crudo sarcasmo che sfocia nel grottesco. L’autore medesimo riconosce questa sua duplicità contrapponendo nel titolo della sua prima raccolta di racconti, Racconti del grottesco e dell’arabesco (1840), l’«arabesco» (la tendenza a cesellare eleganti prodotti letterari anche quando l’argomento è cupo e l’atmosfera terrorizzante) appunto al «grottesco», che ha invece l’obiettivo di generare nel lettore un’immediata riposta di repulsione. (5)

EDGAR ALLAN POEEdgar Allan Poe - Lande Incantate

Edgar Allan Poe nasce il 19 gennaio 1809 a Boston, da David Poe ed Elizabeth Arnold, attori girovaghi di modeste condizioni economiche. Il padre abbandona la famiglia quando Edgar è ancora piccolo; quando dopo poco muore anche la madre, viene adottato in maniera non ufficiale da John Allan, ricco mercante della Virginia. Da qui l’aggiunta del cognome Allan a quello originale. Trasferitosi a Londra per questioni commerciali il giovane Poe frequenta scuole private per poi ritornare a Richmond nel 1820. Nel 1826 si iscrive all’università della Virginia dove però comincia ad affiancare agli studi il gioco d’azzardo. Indebitatosi in maniera inusitata, il patrigno si rifiuta di pagare i debiti obbligandolo in questo modo ad abbandonare gli studi per cercarsi un lavoro e far fronte alle numerose spese. Da quel momento iniziano forti incomprensioni fra i due fino a spingere il futuro scrittore ad abbandonare la casa per raggiungere Boston, e da lì arruolarsi nell’esercito. Nel 1829 pubblica in modo anonimo “Tamerlane and other poems“, e con il suo nome “Al Aaraaf, Tamerlane and minor poems“. Nel contempo, lasciato l’esercito, si trasferisce presso parenti a Baltimora. Nel 1830 si iscrive all’accademia militare di West Point per farsi però ben presto espellere per aver disobbedito agli ordini. In questi anni Poe continua a scrivere versi satirici. Nel 1832 arrivano i primi successi come scrittore che lo portano nel 1835 ad ottenere la direzione del “Southern Literary Messenger” di Richmond. Il padre adottivo muore senza lasciare alcuna eredità al figlioccio. Poco dopo, all’età di 27 anni, Edgar Allan Poe sposa la cugina Virginia Clemm, non ancora quattordicenne. E’ questo un periodo nel quale pubblica innumerevoli articoli, racconti e poesie, senza però ottenere grandi guadagni. In cerca di miglior fortuna decide di trasferirsi a New York. Dal 1939 al 1940 è redattore del “Gentleman’s magazine“, mentre contemporaneamente escono i suoi “Tales of the grotesque and arabesque” che gli procurano una fama notevole. Le sue capacità di redattore erano tali che gli permettevano ogni volta che approdava ad un giornale di raddoppiarne o quadruplicarne le vendite. Nel 1841 passa a dirigere il “Graham’s magazine“. Due anni più tardi le cattive condizioni di salute della moglie Virginia e le difficoltà lavorative, lo portano a dedicarsi con sempre maggior accanimento al bere e, nonostante la pubblicazione di nuovi racconti, le sue condizioni economiche restano sempre precarie. Nel 1844 Poe inizia la serie di “Marginalia“, escono i “Tales” ed ottiene grande successo con la poesia “The Raven“. Le cose sembrano andare per il meglio, soprattutto quando nel 1845 diventa prima redattore, poi proprietario del “Broadway Journal“. Ben presto la reputazione raggiunta viene però compromessa da accuse di plagio, portando Edgar Allan Poe verso una profonda depressione nervosa che, unita alle difficoltà economiche, lo portano a cessare le pubblicazioni del suo giornale. Trasferitosi a Fordham, seriamente malato ed in condizioni di povertà, continua a pubblicare articoli e racconti pur non ottenendo mai vera fama in patria; il suo nome invece comincia a farsi notare in Europa e soprattutto in Francia. Nel 1847 la morte di Virginia segna una pesante ricaduta della salute di Poe, che però non lo distoglie dal continuare a scrivere. La sua dedizione all’alcolismo raggiunge il limite: trovato in stato di semi incoscienza e delirante a Baltimore, Edgar Allan Poe muore il 7 ottobre 1849. Nonostante la vita tormentata e disordinata l’opera di Poe costituisce un corpus sorprendentemente nutrito: almeno 70 racconti, di cui uno lungo quanto un romanzo – The Narrative of Arthur Gordon Pym of Nantucket (1838) – circa 50 poesie, almeno 800 pagine di articoli critici (una notevole mole di recensioni che ne fa uno dei critici letterari più maturi dell’epoca), alcuni saggi – The Philosophy of Composition (1846), The Rationale of Verse (1848) e The Poetic Principle (1849) – ed un poemetto in prosa di alta Filosofia – Eureka (1848) – nel quale l’autore cerca di dimostrare, con l’aiuto della Fisica e dell’Astronomia, l’avvicinamento e l’identificazione dell’Uomo con Dio. (6)

Fonti

  1. Letture e riflessioni sull’opera letteraria di Edgar Allan Poe, di Francesco Lamendola (1)
  2. Estetica, Etica, Poetica e Geometria del Terrore. I racconti di Edgar Allan Poe di Antonio Chiocchi (2)
  3. Il Sé multiforme di Edgar Allan Poe e la discesa nell’abisso del disumano. Terza parte, di Leni Remedios (3)
  4. Poe, Tutti i i racconti del mistero e del terrore, prefazione Gabriele La Porta e-newton classici (4)
  5. Treccani enciclopedia dei ragazzi 2006 (5)
  6. Biografieonline.it (6)

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Gioia Riccardi

« Penso che la cosa più misericordiosa al mondo sia l'incapacità della mente umana di mettere in relazione i suoi molti contenuti. Viviamo su una placida isola d'ignoranza in mezzo a neri mari d'infinito e non era previsto che ce ne spingessimo troppo lontano. Le scienze, che fi­nora hanno proseguito ognuna per la sua strada, non ci hanno arreca­to troppo danno: ma la ricomposizione del quadro d'insieme ci aprirà, un giorno, visioni così terrificanti della realtà e del posto che noi occupiamo in essa, che o impazziremo per la rivelazione o fuggiremo dalla luce mortale nella pace e nella sicurezza di una nuova età oscura. » H.P. Lovecraft, Il Richiamo di Cthulhu 1928.

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