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Prepararsi allo scontro

Ci volle più di un’ora per convincere Stefania che poteva andare a casa senza preoccuparsi. Sulla porta Valentina le diede un bacio sulla guancia come faceva sempre.
“Ti chiamo qualsiasi cosa dovesse succedere” le disse per rassicurarla.
“Ci credo, altrimenti ti ammazzo con le mani mie!” le rispose voltando le spalle e salutandola con la mano.
Quando la donna chiuse la porta, emise un sospiro di sollievo. Adorava Stefania, ma era difficile da sopportare quando andava in iper protezione. Ogni tanto, quando cominciava a fare la chioccia, se la immaginava con il mantellino di superman in posa epica.
“Grazie per non averle detto tutto” disse Michele che era rimasto nel salone, appoggiato alla credenza con le braccia incrociate al petto.
“Non spiffero i segreti degli altri” rispose lei facendo spallucce. “E poi non ho ancora capito molte cose e ho serie difficoltà a crederti, nonostante i fatti schiaccianti come essere perseguitata da creature che vivono nelle ombre. Immagino che per lei, che fino all’altro giorno mi dava della pazza se bevevo latte durante le notti di luna piena, sarebbe stato ancora più difficile.”
“Demoni, sono demoni.”
“Ah, ottimo …. Demoni. Che bellezza. Ora mi dirai che esistono anche gli Angeli, il Paradiso e l’Inferno.”
Michele le sorrise sardonico.
“Più o meno.”
“Mi sa che non ho poi tutta questa voglia di sapere” disse Valentina avvicinandosi alla teca dove teneva la sua collezione di statuine angeliche. “Ci resterei tremendamente male a sapere che esistono i demoni, ma loro no.”
Fissando quelle statuine e pensando alla possibilità che fossero delle semplici raffigurazioni senza significato, le si strinse il cuore. Una tristezza profonda si fece spazio dentro di lei, come se fossero di nuovo morti i suoi genitori. Razionalmente era inconcepibile una reazione del genere, eppure era lì. Lo sconforto per la perdita di una famiglia.
Era talmente presa dai suoi voli pindarici da sobbalzare quando Michele le posò una mano sulla spalla.
“Esistono, e aiutano le persone continuamente.”
Quelle parole la rassicurarono e la fecero pensare.
Il giorno nella doccia, la notte con Stefania, lì nelle grotte proprio quella mattina, aveva invocato il loro aiuto e quelle cose, quei demoni, l’avevano lasciata stare. Sgranò gli occhi e si voltò verso Michele.
“E’ vero!”
“Cosa?” chiese lui perplesso
“E’ successo, mentre mi sentivo in pericolo ho chiesto aiuto agli angeli e loro lo hanno fatto.”
Valentina aveva l’impressione di aver vinto al superenalotto.
“Ovvio, è il loro lavoro” rispose l’uomo senza scomporsi, come se stessero parlando del tempo.
“Bhè non è molto ovvio per il novanta percento della popolazione mondiale” disse lei alzando un sopracciglio.
“Dovrebbe” rispose lui facendo spallucce.
“Aspetta qui” gli disse prima di correre verso la stanza magica.
Tornò nel salone dopo qualche minuto, con in mano un libro.
“Mi ricordavo di aver letto qualcosa del genere. Tu sei un mago, o stregone o quello che ti pare. Questo è un libro che parla di come utilizzare la magia degli angeli, forse potrebbe esserci utile per uccidere quei cosi” gli disse entusiasta mentre gli porgeva il libro.
Vide Michele corrugare la fronte mentre prendeva in mano la sua copia di Magia con gli Angeli, un libro che aveva particolarmente stimolato la sua attenzione.
“Ucciderli?”
“Bhè, nei film, quando trovi dei demoni li uccidi, altrimenti ti perseguitano a vita e ti ammazzano.”
“Ma non siamo in un film, è molto pericoloso. Potrei metterti sotto protezione della mia organizzazione e se seguirai alcune semplici regole non avrai problemi con loro e vivrai a lungo”
Valentina fece un passo indietro, il sorriso le si era spento sulla faccia sostituito dal cipiglio.
“E magari cambiare città, abbandonare la mia casa e rifarmi una vita, vero?”
“Qualcosa del genere”
“Neanche per sogno” disse guardandolo in cagnesco “questo è ciò che i miei genitori mi hanno lasciato, è la vita che mi sono scelta e non ho intenzione di mollare tutto perché dei demoni hanno deciso di prendersela con me.” Si voltò e andò verso la finestra incrociando le braccia al petto “non so neanche il motivo per cui ce l’abbiano tanto con me, io non gli ho fatto niente.”
Nella stanza aleggiò un silenzio pesante, nessuno dei due aveva voglia di aggiungere altro.
“Senti, oggi è stata una giornata lunga, hai tanto su cui pensare e fino a stasera non ci saranno pericoli, cosa ne dici di andare a riposare? Se sei decisa a rimane qui dovremo prepararci per la notte. Arriveranno.” gli disse infine l’uomo.
A Valentina scese un brivido lungo la schiena, erano sole le tre di un luminoso pomeriggio di inizio estate eppure le sembrava che tutto diventasse più oscuro e opaco. Si passò le mani sulle braccia.
“Hai ragione. Se vuoi mangiare qualcosa puoi prendere la macchina e arrivare in paese, oppure vedi cosa c’è in frigo.”
“Tranquilla, mi arrangio”
Valentina annuì e si diresse verso la sua stanza al piano superiore.
Era convinta che con tutte le cose su cui doveva riflettere non sarebbe riuscita a dormire, invece dovette svegliarla Michele ben tre ore dopo.
“Su, sveglia, mettiamoci al lavoro” le disse, mentre la trascinava giù per le scale.
Ancora insonnolita e con la testa ovattata di chi scende nel sonno profondo in orari in cui non è abituato, si diresse prima verso la macchinetta del caffè e successivamente, con la bevanda fumante nelle mani, verso la sua stanza magica.
“Quindi sei uno stregone o preferisci che ti chiami mago, ma mago sa tanto di circo.”
“Chiamami semplicemente Michele, andrà bene.” rispose lui sorridendo
Valentina vide che aveva letto parte del libro che gli aveva dato.
“E’ stato interessante?” chiese indicandolo.
“Abbastanza, ci sono cosette interessanti, altre del tutto campate in aria. Qualcosa possiamo utilizzarla. La magia angelica è l’unica che funziona realmente contro i demoni. Tutto il resto li allontana temporaneamente.”
“Nei film, in genere, a questo punto l’eroina viene equipaggiata di una fiammeggiante spada magica per ucciderli, posso averne una?” disse in torno scherzoso.
Vide Michele irrigidirsi.
“No, non puoi” le rispose duro.
Valentina rimase spiazzata dalla risposta, non pensava di aver detto nulla di male. Dopo qualche minuto di silenzio pesante decise di riprovare.
“Come procediamo?”
“Per prima cosa dobbiamo rendere questa casa a prova di demone, superare la notte e se domani siamo ancora vivi, attrezzarci” le disse sfoggiando un ampio sorriso.
“Tu si che sai come rassicurare una donna” rispose sarcastica.
Lavorarono per due lunghe ore su candele e sigilli, benedicendo e consacrando sale e pietre, e posizionando il tutto intorno alla casa e dentro.
Quando anche l’ultimo raggio di sole si spense, si guardarono.
“Pizza?” chiese Valentina con un sorriso tirato.

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Oceanografa a tempo perso, grande lettrice che non disdegna dai classici agli ingredienti dei succhi di frutta. Nutre una grande passione per il Fantasy e in questo periodo, in particolare per il Weird. Avendo personalità multiple adora i GDR e sopratutto i GRV. Ha pubblicato il suo primo romanzo nel 2008, ma è ancora in cerca di un editore che la sopporti.
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