Una giovane Casa Editrice molto attiva nel campo del fantasy, che non ha paura di sporcarsi le mani in svariati concorsi e che scende in campo volentieri in prima persona tra fiere e appuntamenti in tutta Italia. Si tratta della Plesio Editore, che ha gentilmente concesso a noi di Lande Incantate una breve intervista, in cui, tra l’altro, dà qualche consiglio agli scrittori esordienti a caccia di un contratto editoriale.
Ecco cosa ci hanno detto.
Plesio è una realtà con tanta voglia di crescere e molta tenacia. Crede nella narrativa di genere e punta a migliorarne la visibilità (e la percezione), soprattutto nel nostro paese.
Plesio Editore è nata a settembre 2011. Da allora sono cambiate diverse cose e della ‘vecchia guardia’ siamo rimasti io e mio marito, che però non si occupa degli aspetti più propriamente editoriali. Attorno a noi gravitano a oggi tre collaboratori per il lavoro sul testo, e con ogni probabilità aumenteranno nel prossimo autunno.
Domanda difficile. Non ho mai pensato ai traguardi raggiunti. Il mondo dell’editoria è fatto da tanti piccoli dispiaceri e poche, ma importanti, gratificazioni. Forse possiamo definire un traguardo l’aver trovato un distributore attivo (al quale ne stiamo affiancando un secondo proprio in questi giorni), o l’essere andati in terza stampa con un testo dalle prime tirature elevate, così come essere giunti alla ristampa di un quarto del nostro catalogo (con buone possibilità di aumentare il dato già dal prossimo dicembre). Di certo riteniamo una vittoria incontrare anno dopo anno i nostri lettori desiderosi di leggere il secondo o terzo volume delle saghe che stiamo seguendo.
Plesio si occupa solo di fantastico, nelle accezioni del fantasy (collana Aurendor) e della fantascienza (collana Sirio). All’interno di questi generi spaziamo in ogni sottogenere e su ogni fascia d’età. La scelta è stata in qualche modo obbligata dai nostri interessi e le nostre letture principali.
In realtà non ci schieriamo. Personalmente credo che l’una non soppianti l’altra e che rispondano a esigenze diverse. Non siamo certo contrari al digitale, anzi, abbiamo aperto lo scorso anno una collana apposita (ePlesio) in cui ospitiamo sia i nostri testi cartacei che opere inedite.
In realtà di niente in particolare. Fatta eccezione per le cose a cui dedichiamo già molto spazio, perché pubblicando poco non possiamo permetterci di dare eccessivo spazio a un sottogenere piuttosto che a un altro, cerchiamo semplicemente una bella storia e metodo nello scrivere narrativa.
Per accettare un manoscritto in valutazione dobbiamo essere attirati dalla trama, quindi dalla sinossi. Perché si arrivi poi a una proposta di pubblicazione serve una bella miscela dei giusti ingredienti. La tecnica, la precisione, l’interesse. Principalmente, a chi sa di avere una buona storia, consiglio sempre di lavorare tanto –tantissimo!- sullo stile.
Leggere tanto, scrivere tanto, non demordere e far tesoro delle batoste. Soprattutto quest’ultimo punto. Siamo circondati da scrittori che se non considerati alla prima opera tacciano gli editori di incompetenza e prendono la via del self-publishing. Tra l’altro non ho niente contro questa prassi, ma penso che sia meritevole solo dove intrapresa con coscienza, e non come ripiego all’editoria tradizionale.
I concorsi legati al marchio IncPi sono nati per dar vita alla collana digitale, ma si sono rivelati in seguito anche un buon modo per conoscere gli autori e il loro modo di lavorare. Dall’esperienza dello scorso anno, ad esempio, abbiamo scovato Marina Lo Castro e Fabrizio Cadili, che erano stati selezionati con il loro racconto “Un favore a Kaine”. Con noi hanno poi pubblicato lo scorso settembre “Memorie degli Euritmi – Caesar”
In realtà questo non è il nostro metodo di lavoro, anche se non escludiamo che possa accadere.
Cercherei di far capire che i rifiuti vanno accolti per quello che sono: dei pareri esterni, non delle lusinghe obbligate e neanche un modo per farci del male. Proprio per questo servirebbe farne tesoro per migliorarsi. Puntare su un testo già rifiutato diverse volte è come puntare su un cavallo zoppo. Miglioratelo se pensate sia possibile o lavorate su altro. Se il testo merita, la tenacia pagherà. Poi, che non sia facile trovare un editore, è palese. Ma credo che in questo campo per farsi strada serva della tenacia.
Se si è coscienti della propria scelta, perché no? Io non lo intraprenderei, perché personalmente ho bisogno di sentirmi dire da qualcuno del campo che il mio testo è idoneo alla pubblicazione, ma questa è una questione mia. Il mondo del self è un trampolino per chi è convinto di riuscire a lavorare da solo, senza il sostegno di un professionista del settore, e senza la certezza di essere stati valutati positivamente da qualcuno, non avendo appunto passato il ‘filtro’ dell’editore. A prescindere dal fatto che l’intervento di un esterno che lavori sul testo in maniera professionale per me è sempre d’aiuto, ciò non toglie che esistano autori in grado di lavorare così, e ben venga. Andrea Zanotti (che tra l’altro ha un approccio molto professionale alla scrittura), Chiara Piunno e Francesca Poggioli sono i primi nomi che mi vengono in mente. In linea di massima non biasimo gli autori self. In un contesto in cui la piccola editoria è gestita spesso in maniera amatoriale (e ancora più spesso senza competenza), credo sia inevitabile farci un pensierino. Non biasimo però neanche chi decide di non leggerli, magari dopo aver preso diverse cantonate; nel calderone dell’autopubblicazione cade inevitabilmente di tutto e scindere per il cliente finale è difficile. Vero è anche che il comportamento stesso di molti self porta poi il mercato a chiudersi nei loro confronti e a venire sostenuto quasi esclusivamente dagli autori stessi. Le pubblicità invasive, i giochini di auto-acquisto, gli scambi di recensioni, servono solo ad autoalimentare l’ego di alcuni scrittori che inquinano questo spazio potenzialmente positivo, a discapito di chi ci si affaccia con convinzione e professionalità.
Eventi tanti. Si parte dal Salerno in Fantasy, a cui parteciperemo tra il 29 e il 31 di questo mese, per arrivare a Ritorno alla Contea (5,6,7 settembre, San Marino)e alla Rassegna della Microeditoria di Chiari (7,8,9 novembre). Per i concorsi ci aspetta la terza edizione di IncPi, su cui avrete più notizie da gennaio.
Continuare a crescere, e farlo per il meglio.
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Molto interessante. E’ bello sapere anche il pensiero di chi sta dietro le quinte.
Grazie, e grazie a Mattia per l’intervista!
Giordana di Plesio Editore