La professionalità al primo posto. Sarà questo il motto della casa editrice Kellermann? Forse che sì forse che no, come disse qualcuno una volta, sta di fatto che lo sparuto gruppo di coraggiosi, come si definiscono loro stessi, che manda avanti questa piccola grande realtà editoriale in quanto a puntualità, schiettezza e professionalità, come detto, non ha niente di invidiare a certi colossi irraggiungibili. L’abbiamo intervistata questa settimana, la Kellermann, e le risposte che ci sono arrivate sono state asciutte come una frusta ma hanno centrato il punto con precisione. Con più di venti anni di esperienza sul groppone, si tratta di una casa editrice che si occupa fondamentalmente di saggistica e che, negli ultimi anni, ha accantonato leggermente la narrativa ma che si sta adoperando per riemergere anche in quel settore, sperimentando generi nuovi. Risposte esaurienti insomma quelle della Kellermann, i cui addetti tuttavia hanno espresso un parere scoraggiante per quel che riguarda la ricerca di un editore per i giovani che continuano a provarci. A riguardo infatti ci hanno detto “che non bisogna pubblicare a tutti i costi. Bisogna avere il coraggio […] di saper scrivere anche solo per sé”. Non esattamente un gran consiglio per chi, con le mani ai capelli, si è incaponito su un mestiere per cui sa di essere portato e con cui vuole vivere per la vita. In ogni caso, la Kellermann Editore rimane molto aperta al dialogo e ai nuovi manoscritti, dunque se pensate di avere qualcosa nel cassetto che rientri nelle corde della casa editrice e se pensate che sia qualcosa di davvero buono, non esitate a mandare!
Un piccolo laboratorio di idee.
Kellermann Editore è nato nel 1991 ad opera di Roberto Da Re Giustiniani, che la guida ancora oggi insieme ad uno sparuto gruppo di coraggiosi.
Un traguardo raggiunto è sicuramente una fetta di mercato costituita dagli apprezzatori, quasi dei collezionisti, della collana dei Quaderni, gli originali, artigianali nella loro realizzazione, cui alla forma diamo importanza pari a quella del contenuto.
I generi di cui ci occupiamo sono diversi, ma la collana dei Quaderni rimane il nostro principale impegno. In questo periodo diamo ampio spazio alla collana di saggistica storica Iteranda, che si occupa in modo particolare della Prima Guerra Mondiale. Abbiamo deciso di dare meno spazio alla narrativa, per la quale la conquista di una fetta di mercato è sempre difficile per un editore indipendente, e cerchiamo nuovi sbocchi con progetti originali, quali la collana di piccoli manuali ironici, Show, don’t tell ed una nuova collana ancora in corso di progettazione. Cerchiamo di non essere scontati e banali, siamo sempre alla ricerca di nuove idee che possano coinvolgere anche un pubblico di lettori non forti.
Siamo troppo innamorati della carta e di tutte le sue possibili applicazioni per dirci schierati dalla parte del digitale. Siamo però consci che è necessario stare al passo con i tempi e adeguarsi alle nuove tecnologie. Anche se siamo convinti che il contenitore digitale cambierà il contenuto, cioè il modo di scrivere. Abbiamo già dei titoli in digitale, anche se li sentiamo più figliastri che figli.
Siamo alla caccia di idee nuove, di progetti originali, di collane alternative.
Guardiamo immediatamente all’originalità dell’idea e in seconda battuta a quella della scrittura.
I coraggiosi che non demordono non hanno bisogno di consigli. Ma rimane sempre valido il criterio: scrivete solo quello che è necessario, utile, quasi indispensabile. E se non riuscite a pubblicare, fatevene una ragione, scrivete per voi stessi. Non fate prevalere il vostro ego, la voglia di fama, notorietà, ricchezza.
Abbiamo indetto proprio quest’anno il nostro primo concorso, Carta Carbone che si terrà in concomitanza con l’omonimo festival di letteratura a Treviso, il 17, 18 e 19 ottobre 2014. Certo questa è una delle strade per scovare talenti, che comunque non esitano a farsi avanti “motu proprio”, inviandoci il loro materiale anche al di fuori del contesto dei concorsi. Il problema è che per la stragrande maggioranza non sono dei talenti.
Non accettiamo romanzi incompleti. Anche perché, come già detto sopra, abbiamo un po’ distolto l’attenzione dalla narrativa in questo ultimo periodo. Lavoriamo a livello di editing a fianco dell’autore per sistemare quello che non va, dando però solo delle indicazioni, sulle quali è poi l’autore a dover lavorare.
Diremmo, come sopra, che non bisogna pubblicare a tutti i costi. Bisogna avere il coraggio di riconoscerlo e di saper scrivere anche solo per sé.
A volte lo è stato, come nel caso di Giuliano Pasini che, dopo aver messo in rete in quel modo il suo primo romanzo Venti corpi nella neve, è stato pubblicato da Fanucci e poi comprato da Mondadori per i successivi. Certo in quel mare magnum, senza il filtro di un editore, il povero lettore rischia di naufragare.
Quanto agli eventi continuiamo la collaborazione costruttiva con il Comune di Susegana, per la realizzazione della mostra nazionale di editoria indipendente Libri in Cantina – il prossimo 4 e 5 ottobre – giunta quest’anno alla dodicesima edizione.
Il sogno principale è riuscire ancora a stare a galla in questo mercato bizzarro, con la voglia di continuare a pensare e creare idee e buoni libri.
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