Una tra le più piccole ma laboriose realtà editoriali con cui abbiamo avuto il piacere di parlare è la Cellar Door Editore. Gestita da giovani per i giovani, con ancora neanche una pubblicazione all’attivo ma un progetto già in cantiere che presto vedrà la luce e che risponde al nome di Mississipi. Verrebbe da chiedersi qual è il motivo di intervistare case editrici tanto piccole, che sono briciole di pane in confronto alle ciabatte che sovrastano questo mercato, e la risposta è presto data e tanto semplice. Ogni aspirante scrittore mira alle Grandi ma allo stesso tempo sa di non poter neanche sperare di poter pubblicare subito con Mondadori o Feltrinelli, siamo fin troppo piccoli per essere notati, ed è per questo che dobbiamo mirare alle piccole case editrici. Sono loro, in sintonia con le nostre esigenze e pronti ad aiutarci, molto disponibili e sicuramente capaci nonostante manchi l’esperienza, che possono farci crescere come vorremmo. Perché pubblicando con case editrici piccole c’è la possibilità non solo d’essere notati, com’è già successo in passato, ma anche di crescere e di aiutare a crescere molti onesti lavoratori che sperano di potersi far strada in questa Giungla Editoriale. Se la pensate così e avete del materiale nel cassetto, perché non contattare la Cellar Door Editore? Saranno felici di accettare i vostri manoscritti, se ben fatti.
Passione, determinazione, trasparenza ed estro artistico.
Cellar Door Editore è una giovane casa editrice nata ad inizio 2014 da un’idea di Nicolò Rosazza. Attorno ad essa gravita un ristretto numero di collaboratori, tutti animati da una fervente passione nei confronti della lettura. I collaboratori più stretti, a cui Cellar Door deve moltissimo, sono Jessica Peretto e Lorenzo Galleran.
A breve verrà pubblicato il nostro primo romanzo – Mississippi di Virginia Graziani – di cui è già on-line il racconto promozionale. Per noi, tuttavia, il traguardo più grande raggiunto è la gratitudine manifestata dall’autrice, e la consapevolezza di stare svolgendo, considerando i mezzi a nostra disposizione, un buon lavoro.
Non ci precludiamo nessuna possibilità, un buon testo si può presentare sotto le più svariate forme.
Da appassionati lettori, siamo devoti al cartaceo, infatti sarà il nostro metodo di pubblicazione. Siamo tuttavia consci della potenza del mezzo digitale e della sua estrema fluidità, tant’è che ce ne siamo avvalsi per promuovere la nostra prima pubblicazione, attraverso il sopra citato racconto dal titolo “Come un treno”.
Buone storie. No, anzi, ottime storie.
Il fascino che lo scrittore ha saputo infondere alle parole. La passione ad alimentare il nostro lavoro, non vogliamo nasconderlo. Una storia deve rapirci.
In primis, mai scendere a compromessi. Non cedere alla subdola tentazione dell’editoria a pagamento. Se un testo è valido prima o poi emergerà. Bisogna avere fiducia nel lavoro svolto, e saper aspettare la giusta occasione. Prima di trovare un “sì”, leggere. In Italia, probabilmente, ci sono più scrittori che lettori.
No. Se avessimo più risorse a disposizione sarebbe un ottimo metodo per trovare un talento. Purtroppo siamo una piccolissima realtà… per ora.
Presentare un lavoro incompleto è folle, dal nostro punto di vista. La scrittura di un testo non finisce nemmeno dopo l’ultimo “punto”. Un testo va rimuginato, limato, accantonato e ripreso in mano. Reputiamo giusto che la stesura del testo sia unicamente prodotta dall’autore, in quanto forma artistica e personale. Tuttavia, crediamo che un testo non possa giungere in libreria senza prima aver subito quel processo di miglioramento tramite correzione bozze, editing, progettazione grafica e promozione, che solo un buon editore sa garantire. La figura editoriale è fondamentale per la riuscita di un libro, e va ad accostarsi al lavoro personale dell’autore, ma solo dopo che questo è stato ultimato, e non, dunque, commissionato o pilotato.
La vanità, disse una volta un savio, è il peggiore dei mali. Pagare per vedere il proprio libro su uno scaffale è come pagare per godere di un rapporto sessuale: una cosa miserevolmente materialista. E finché ci saranno autori pronti a scendere a questi compromessi, l’editoria a pagamento non si estinguerà mai, rendendo più difficile trovare qualità in libreria: far emergere il vero talento.
Il Self-publishing non è da demonizzare. Siamo però convinti che la qualità di un testo accompagnato da una casa editrice sia superiore rispetto a quella di un romanzo autopubblicato. Un autore può investire una quantità infinita di impegno e sforzi nella correzione del proprio testo, ma peccherà sempre di parzialità e soggettività.
L’uscita di Mississippi verrà accompagnata da una presentazione ad Anzio. Ed è nel nostro interesse essere presenti alle manifestazioni letterarie che si presenteranno.
Nel cassetto? Abbiamo un sogno in cantina, piuttosto. E ne troverete piccoli pezzettini in ogni libro che pubblicheremo, se saprete cercare.
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