I linguaggi

Oggi arriviamo a uno dei punti più impegnativi: i linguaggi della vostra ambientazione.
Se volete ottenere un buon risultato, non basta inventare parole strane battendo a caso sulla tastiera come scimmie, ma bisogna creare quantomeno una grammatica e un dizionario di base. Per “dizionario di base” non intendo un elenco di tutte le parole utilizzabili comunemente dai vostri personaggi, poiché sarebbe un lavoraccio (se avete voglia, potete comunque farlo), ma quantomeno un elenco di quelle parole che nel vostro romanzo saranno pronunciate in lingue “diverse”.

Da dove cominciare?

Innanzitutto occorre capire quanti linguaggi esistono nella vostra ambientazione. Per determinarlo, dovete semplicemente vedere quanti regni diversi avete inventato. Ponendo l’assioma (non necessario) che la lingua del narratore è quella comune a tutte le popolazioni, ogni reame avrà un proprio idioma particolare utilizzato soltanto dai suoi abitanti. A questo punto guardate il vostro elenco di eventi storici e studiatelo con cura: quante popolazioni hanno una radice comune?
Questa domanda va chiarificata. Con essa intendo dire che bisogna trovare tutti quei regni che, per ragioni storiche, discendono da antenati comuni. Ad esempio, se nel vostro mondo ci sono due regni nanici, dovete chiedervi se questi erano collegati in passato. Sono le due parti di un antico impero sfaldatosi? Oppure sono due sistemi totalmente distaccati e nulla hanno mai avuto a che fare l’uno con l’altro?
Nel primo caso i due regni, avendo un’origine comune, avranno un linguaggio simile, se non identico, mentre nel secondo caso dovranno avere due linguaggi distinti e totalmente diversi. Perché? Perché così va il mondo e agire in modo diverso creerebbe degli assurdi logici. È impossibile che due regni scollegati creino uno stesso sistema di comunicazione e, viceversa, è inverosimile che due regni collegati abbiano sviluppato col tempo parlate totalmente differenti.
Al termine di questo studio, saprete dunque quante lingue dovrete creare. Ad esempio, potreste capire che dovrete inventare sei lingue: tre discendenti da una comune e altre tre diverse tra loro.

Le lingue

Il passo successivo è creare le lingue.
Un metodo che vi consiglio è di immaginare innanzitutto un “suono” per ognuna. Se ci riflettete, ogni lingua ha una propria particolarità che tutti sappiamo mimare anche nel caso in cui non sappiamo parlarla.
Per spiegarmi, vi mostro una serie di esempi di suoni (no, non so parlare le suddette lingue, pertanto gli esempi sono ancor più calzanti):
Il tedesco sembra suonare sempre duro e gutturale: “Aushskraus Tan Ja”
Il cinese è scampanellante: “Li tind tau mil”
Il giapponese è più morbido: “Gian bau long mu sayonara”
Lo spagnolo finisce notoriamente in s: “Los fantasis piu bellos del mondos, olè”
E potremmo continuare per ore.
Per creare linguaggi nuovi partite proprio da dei suoni. Potete decidere che i nani hanno una lingua ruvida, gli elfi sibilano, gli orchi hanno solo la vocale o, gli gnomi hanno solo le prime quattro consonanti e così via. Provate a immaginare lingue fantastiche utilizzando i miei esempi e vi renderete conto di quanto ognuna di queste abbia già un’impronta particolare.
Per proseguire nelle spiegazioni prendiamo proprio l’ultimo esempio: quello degli gnomi. Abbiamo deciso che essi hanno le prime quattro consonanti e, in sottinteso, tutte le vocali, pertanto il loro parlare sarà simile a: “Fade ca budica cedida” ecc.
A questo punto prendete tutte le frasi, le iscrizioni e le parole che, nel corso del libro, appariranno in lingua gnomica e appuntatevele.
Fatto ciò, decidete una parola corrispondente per ognuna, basandovi ovviamente sulle regole di partenza. Qui potete divertirvi. Tra parole concettualmente simili create corrispondenti simili, così da creare una lingua realistica. Ecco un po’ di esempi:
Orco: dodeca
Uomo: bacida
Liquido: fudeca
Rosso: dace
Sangue (cioè liquido rosso): fudecadace
Prendere: fecede
A questo punto potete cominciare a creare le vostre frasi. Io ho ideato queste parole perché ho deciso che nel nostro fantasy immaginario apparirà la frase “l’orco prese il sangue dell’uomo” (inteso nel senso che l’orco uccide l’uomo).
Per andare avanti bisognerà decidere l’ordine delle parole. In italiano solitamente l’ordine è: soggetto, verbo, complemento, ma le lingue sono molto varie a proposito. Decidiamo nel nostro caso che l’ordine sarà: soggetto, complemento, verbo, alla latina maniera. (Fate come vi pare ovviamente.)
Per prima apparirà dunque la parola “orco” (dodeca), poi dovrebbe apparire “il sangue dell’uomo” (fudecadace da bacida). In tal caso, come noterete, ho deciso al momento che l’italiano “dello” è diventato “da” in gnomico, altrimenti scriveremmo soltanto “fudecadace bacida” cioè “sangue uomo”. Questa nuova parola ideata in corso d’opera verrà subito aggiunta al “dizionario di base”.
Infine dobbiamo inserire il verbo. Abbiamo inventato “fecede” per “prendere”, ma nella nostra frase deve apparire “prese”, perciò abbiamo bisogno del passato remoto. Di nuovo, decidete una regola e appuntatevela, così ogni volta che dovrete inventare un passato remoto, saprete già come fare. In questo caso decidiamo arbitrariamente che il passato remoto di fecede è “fecedede”.
A questo punto la nostra frase gnomica è pronta:

“Dodeca fudecadace da bacida fecedede”

Il cui significato letterale è: l’orco il sangue dell’uomo prese.
Come vedete il lavoro può essere in fin dei conti divertente.
Continuando così, utilizzando le regole e le parole che via via inventerete, creerete una lingua semplice ma sensata.

Come creare due linguaggi simili legati da ragioni storiche?

Se gli gnomi nell’ambientazione sono un popolo isolato, la questione si chiuderà qui, ma se invece esiste un secondo regno di gnomi legato a questo per ragioni storiche, per i motivi di cui parlavo all’inizio, il linguaggio del secondo reame sarà simile a quello del primo.
Il mio consiglio è di essere realistici in modo completo. Tutti i linguaggi nella realtà si evolvono in base a regole definite che potete trovare in un qualsiasi manualetto di linguistica, pertanto il secondo linguaggio potrà essere derivato dal primo applicando alcune di queste regole.
Le variazioni linguistiche possibili sono moltissime e farne un elenco qui sarebbe lungo e inutile. Vi consiglio di cercare su wikipedia o di comprarvi un manuale per maggiori informazioni.
Nel nostro caso, invece, come al solito mi limiterò a farvi un esempio per spiegare cosa e come fare. Per creare la seconda lingua gnomica prendiamo semplicemente la prima e gli applichiamo sopra un velo di pittura. La nostra pittura sarà costituita da una variazione linguistica e, tra le tante, ho deciso di utilizzare la sonorizzazione (una vale l’altra).
Cos’è la sonorizzazione? È un processo per cui le consonanti sorde (t, p, f, c) diventano sonore (d, b, v, g). Come avrete notato possiamo già riscrivere dunque la nostra frase applicando la nuova regola e, pertanto, “traducendo” il nostro esempio nella seconda lingua gnomica.

“Dodega vudegadage da bagida fegedede”

Si potrebbero applicare altre modifiche per rendere il secondo linguaggio ancor più diverso dal primo, ma per l’esempio ci fermiamo qui.
A questo punto abbiamo già due lingue gnomiche. Usando tali regole potete inventarne quante ne desiderate. Con queste, potrete poi creare soprattutto i nomi dei personaggi e dei luoghi dell’ambientazione, così che ogni regno avrà una propria particolarità linguistica sempre visibile.
Spero di essere stato chiaro. Divertitevi adesso a creare i vostri linguaggi.

(1841)

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Ha scritto il suo primo libro all'età di otto anni (un'orribile copia di Jurassic Park) e da allora non ha più smesso di sprecare inchiostro, nel tentativo di emulare i suoi inarrivabili punti di riferimento. Collabora con alcuni siti di interesse letterario, oltre a questo blog. Ha affrontato i misteri dell'autopubblicazione, alcuni premi letterari e una piccola pubblicazione in cartaceo, ma continua a scrivere continuamente per raggiungere il suo vero obbiettivo: scrivere continuamente.
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