Eccola la nostra Lissa di nuovo a spiattellare i suoi gusti letterari, tutto zucchero e cannella, in questo nuovo appuntamento del “Il Tempo e L’inchiostro”. Ma non preoccupatevi questa volta non rischiate il diabete, leggere per credere!
Beh, la mia ultima recensione risponde da sola a questa domanda, ma lo dico lo stesso in caso qualcuno soffrisse di pigrizia alle dita. Ho letto “La vanità del male” di Eleonora Martini. Il libro è breve, ma ben fatto, una lettura veloce capace di farti estraniare dal resto per poche ore.
Basta un istante per capire che la tua vita sta per cambiare. Un solo gesto, un solo sorriso, un solo avvenimento inaspettato, e tutto quel che conoscevi sfuma verso l’ignoto; e fa sentire perso, solo al mond
o, spaventato, terrorizzato. Fa venir voglia di vivere nel passato, perché il passato è certezza. E nonostante tutti gli errori che hai compiuto fino a oggi, ieri è meglio del domani. O almeno così si sente Laila quando apre la busta speditale dalla madre, morta dandola alla luce. Una lettera dall’oltretomba, che la sprona a recarsi presso un oscuro castello, per conoscere i suoi oscuri e bizzarri padroni. Un invito che la trascinerà nelle memorie di una dannazione senza fine, fatta di sangue, orrore e un amore che non potrà mai trionfare. Sarà in quel castello che Laila scoprirà quanto davvero è profonda la vanità del Male.
Sono alle prese con il bravissimo David Eddings e il suo ciclo più celebre “La Belgariad”. Le presentazioni per questo autore sono superfule come anche parlarvi della belezza di questa serie di libri, poiché notoriamente conosciuta. In ogni caso se qualcuno ancora non l’avesse letto, correte a farlo vi state perdendo uno dei migliori epic fantasy che potreste leggere!
L’Orb, la gemma viva e senziente donata da un dio, per millenni era rimasta nella sala del trono dei Re di Riva, protetta dalla cupidigia
dei popoli stranieri e assieme custode essa stessa dell’Occidente. Perché l’Orb racchiudeva la forza capace di equilibrare la perfida potenza di Torak, il dio sfigurato e maligno che teneva in suo potere tutto l’Est. Molti erano i guardiani della gemma, ma fra tutti le leggende ricordavano soprattutto Belgarath, l’Uomo Eterno, e sua figlia, la maga Polgara. Tuttavia, quando l’Orb fu rubata, mettendo in pericolo la sopravvivenza stessa dell’Occidente, nessuno sperava che Belgarath e Polgara in persona avrebbero guidato la cerca, destinata a riportare la gemma a Riva. E il giovane Garion, che sino a quel giorno aveva vissuto nella convinzione di non essere nulla più che un semplice contadino, certo non si aspettava di scoprire che l’Uomo Eterno e la maga Polgara erano suo zio e sua zia! Eppure le sorprese per lui erano solo all’inizio, se non altro perché lo attendeva un grande, ma pericoloso destino.
Come sempre la scelta è vasta e proporzionale all’indecisione. Forse continuerò gli altri libri del ciclo “La Belgariad” oppure avrei in cantiere di vedere cosa il nostro buon Sanderson ha prodotto negli ultimi tempi. Voi cosa mi consigliate?
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