In un articolo precedente ho già discusso dell’arte della guerra in modo generico, ma oggi entriamo nello specifico.
Quando si scrive un fantasy, ci si ritrova spesso in un mondo medievale in cui i combattimenti si svolgono per lo più con la spada. Di battaglie all’arma bianca il cinema ce ne ha mostrate tante, ma aver visto scontri di questo tipo sullo schermo potrebbe non essere sufficiente a saperli descrivere nel modo giusto e con dovizia di particolari.
Affinché la vostra ambientazione risulti realistica, sarebbe bene conoscere le tecniche utilizzate nel medioevo per combattere in corpo a corpo. Andiamo dunque a vedere nel dettaglio quegli elementi minimi necessari per narrare un duello.
Le differenti componenti tecniche che vanno a comporre la spada influenzano in modo forte il modo in cui essa può essere utilizzata. La spada è formata dalla lama, dalla guardia, dall’elsa e dal pomolo, e ognuna di queste parti è funzionale sia in difesa che in attacco.
La lama è poi divisa in tre sezioni. Partendo dalla punta, queste sono: il debole, il medio e il forte. Il debole è l’unica parte a essere affilata ed è utilizzata per ferire l’avversario a lunga distanza. La principale funzione del medio risiede invece nell’esecuzione dei bloccaggi (dette anche prese di ferro), ed è fondamentale per la realizzazione delle tecniche di gioco stretto (ovvero a distanza ravvicinata). Il forte infine è usato per parare i colpi dell’avversario.
La guardia è invece la sezione orizzontale che si trova tra forte e impugnatura. Essa protegge le mani da eventuali colpi che scivolino sulla lama. Può assumere diverse forme, in funzione delle quali varia anche l’esecuzione di alcune tecniche avanzate.
L’elsa (o impugnatura) si estende dalla guardia al pomolo ed è il punto in cui l’arma può essere impugnata. Il pomolo, infine, è la parte finale della spada.
Alla base di un combattimento vi è il concetto di misura: distanza dall’avversario a cui è indispensabile trovarsi affinché il colpo risulti efficace e arrechi il maggior danno possibile. Le tecniche di spada a una mano e mezza prevedono due differenti misure: la misura del gioco largo e la misura del gioco stretto.
La misura del gioco largo comprende tutte quelle tecniche effettuate a lunga distanza, che vanno a colpire con il debole della lama (unica porzione realmente affilata e perciò letale).
La misura del gioco stretto consiste invece nelle tecniche portate a distanza ravvicinata nel combattimento corpo a corpo.
Le poste, definite anche posizioni di guardia, possono anche essere utilizzate come mezzo di provocazione nei confronti dell’avversario, in quanto permettono l’esecuzione di alcune tecniche avanzate.
Le vere e proprie modalità di combattimento avanzate, di attacco e di difesa, sono invece le punte e le numerose tecniche del gioco stretto. Le punte sono la categoria più insidiosa delle tecniche offensive, applicabili sia nel gioco largo quanto in quello stretto. Non esiste una codificazione su come si debbano portare i vari attacchi di punta, né tanto meno come questi debbano essere parati. In generale si considera come punta un attacco che viene fatto con la porzione finale affusolata della lama, atto ad infilzare l’avversario. La punta si para semplicemente deviando con una spazzata di spada la lama nemica. Il gioco stretto è invece costituito da tutte quelle tecniche a distanza ravvicinata, che appaiono numerosissime nei trattati.
Questa ovviamente non vuole essere una descrizione esaustiva delle tecniche di combattimento, ma ho dato quei concetti di base che sono fondamentali in un qualsiasi duello con spade a una mano e mezza (le famose spade bastarde, a metà tra uno spadone e una spada lunga).
In questo campo sono molti i trattati esistenti, e non tutti di facile lettura, ma se volete che il vostro mondo fantasy abbia una base realistica, vi consiglio di dare un’occhiata almeno a qualcuno dei manuali più semplici.
(1996)
90 minuti di applausi per questo articolo. Troppo spesso ho letto di duelli all’arma bianca comprendenti mosse a la “soul blade” o mutuate da “street fighter n” con n uguale all’ultima versione del videogioco in questione.
Ti ringrazio Andrew.
Sì, i duelli scopiazzati dai videogiochi sono un qualcosa di osceno.