L’arte della guerra

Nel fantasy troviamo spesso grandi battaglie campali, ma “riflettiamo” poco sulla loro qualità. Quando siamo seduti al cinema, oppure quando stiamo leggendo un libro, ci lasciamo travolgere dal momento senza pensare a quanto sia accurato quello che stiamo vedendo (né ci chiediamo se sia davvero accurato). Per rendere però un’ambientazione, e di conseguenza una storia, realistica, non si può prendere sottogamba il lato militare.
Andiamo dunque a riflettere su quegli elementi che nella creazione di un mondo fantasy è bene non tralasciare. Come al solito non è richiesta una laurea in storia bellica, ma un’accurata ricerca al riguardo non guasta mai. Se ci si informa è possibile scoprire molti dettagli che in un film vengono spesso accantonati, ma che invece in un’ambientazione devono essere valutati con cura.

Metodi di comunicazione

Partiamo dal punto più evidente: la strategia. Nelle battaglie contemporanee la tattica e la strategia possono subire mutamenti improvvisi poiché i soldati hanno radio e ricetrasmittenti. Può sembrare una banalità, ma non lo è. Una squadra di soldati colta in trappola, oggi può avvisare i propri compagni all’istante, evitando così una disfatta completa. Nel medioevo invece ciò era pressoché impossibile. In passato la tattica e la strategia dovevano essere decise in buona parte tutte in anticipo, poiché una volta scesi sul campo di battaglia era quasi impossibile modificarle, non essendoci strumenti per una comunicazione immediata. Questo significa che gli scontri avevano una prima fase di lunga pianificazione, e poi rischiavano sempre di risolversi in una mattanza dove la preponderanza numerica aveva un ruolo fondamentale.
In realtà esistevano anche nel medioevo dei metodi di comunicazione sul campo di battaglia, ma avevano dei forti limiti. Sto parlando degli stendardi che i portabandiera di ogni “gruppo” si portavano dietro. Osservando quelli il generale poteva vedere all’incirca dove si trovasse un dato squadrone e decidere di conseguenza se inviare un messaggero per comunicare modifiche al piano di battaglia. È però evidente che questo metodo aveva inevitabili difetti: primo fra tutti il facile bersaglio costituito dal portatore dello stendardo e dunque la sua probabile morte, per poi passare all’inevitabile ritardo nelle comunicazioni, poiché i messaggi dovevano essere portati materialmente al destinatario.
Tolkien, dimostrando come sempre di essere il migliore nel suo campo, queste cose le sapeva molto bene. Non a caso, soprattutto nella battaglia dei campi del Pelennor, fa continuo riferimento ai portabandiera e ai vari stendardi, fondamentali per Theoden ed Èomer nella gestione della cavalleria di Rohan.
Dunque un primo consiglio è non dimenticare queste tecniche medievali per la comunicazione in battaglia. Se invece nella vostra ambientazione sono presenti magie telepatiche, è fondamentale inserirle nel corso degli scontri, oppure spiegare quantomeno perché non lo si fa. I soldati capaci di parlare a distanza sono infatti in netto vantaggio rispetto a chi questo potere non lo ha, come appunto dicevo in precedenza riferendomi ai soldati moderni che sfruttano le telecomunicazioni.

Le armi

Altri dettagli da non sottovalutare sono quelli che riguardano le armi e il loro utilizzo. Non è raro vedere nei film ragazzini che trovano una spada e dopo mezz’ora la sanno già usare. Il talento personale ovviamente gioca il proprio ruolo, ma una spada ha un peso non indifferente e, se non è gestita con maestria, sarà più di ostacolo che di aiuto.
Altro dettaglio non indifferente è il preconcetto del tutto falso che per usare un arco sia sufficiente un ottimo occhio e grande destrezza. Quante donzelle e principesse abbiamo visto scoprire di essere arciere provette? Ebbene, nella realtà ciò è quasi impossibile. Se avete provato a tirare con l’arco capirete cosa intendo. Per tendere la corda di una simile arma occorre uno sforzo non indifferente, e maggiore è la distanza che deve percorrere la freccia, maggior forza bisogna impiegare. Quando non si ha esperienza, nello sforzo della tensione l’arma trema inevitabilmente, rendendo la mira alquanto incerta. Ad esempio è celebre il fatto che l’arco lungo inglese usato nel medioevo richiedesse una forza mostruosa, e che gli arcieri non erano affatto mingherlini come siamo soliti immaginarli, ma in realtà erano tra le truppe più “fisicate” di un esercito.
Anche qui, però, stiamo parlando di ambientazioni fantasy, pertanto potete sempre inventare un arco magico che non richiede alcuno sforzo. Se però decidete di inserire un’arma del genere chiaritelo al lettore, altrimenti le vostre principesse elfiche dovranno apparire con degli avambracci particolarmente muscolosi.

Come vedete anche in campo militare c’è molto da sapere. Prima di inserire battaglie, informatevi perciò quel minimo necessario per non rendere il vostro mondo irreale.

Alla prossima!

(1816)

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Ha scritto il suo primo libro all'età di otto anni (un'orribile copia di Jurassic Park) e da allora non ha più smesso di sprecare inchiostro, nel tentativo di emulare i suoi inarrivabili punti di riferimento. Collabora con alcuni siti di interesse letterario, oltre a questo blog. Ha affrontato i misteri dell'autopubblicazione, alcuni premi letterari e una piccola pubblicazione in cartaceo, ma continua a scrivere continuamente per raggiungere il suo vero obbiettivo: scrivere continuamente.
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3 Comments

  1. avatar MARCO MARCUZZO ha detto:

    Ottimo articolo che bisognerebbe far leggere a moltissimi scrittori 🙂 se spaziamo poi anche alle armi da fuoco la situazione diventa estremamente divertente. ^^

    • avatar Andrea Micalone ha detto:

      Ti ringrazio! 😀 Sì, con le armi da fuoco la situazione si può fare ancor più interessante.

      • avatar SaraIE ha detto:

        Io sono una frana in numeri e strategia militare, ma ho un asso nella manica in tutte le mie battaglie: mio fratello.
        A parte il fatto che mi ascolta, mi critica alcune “basi” sul “materiale” a disposizione.

        Qui un mio piccolo consiglio.
        Ricordate, mentre descrivete una battaglia, che una strategia viene maggiormente messa a punto da più personaggi: fare lo stesso dal vivo con mio fratello mi ha aiutata non solo a trovare una “soluzione bellica”, ma anche a capire quali dovevano essere le tensioni e relazioni fra i personaggi che elaboravano quella strategia.
        Se il vostro protagonista in un’ambientazione medievale è un grande stratega, ma è nato contadino, le alternative per farlo partecipare all’organizzazione sono due: lo fate salire di rango (in una notte o in un anno, scegliete voi i tempi e le OTTIME ragioni) oppure gli trovate un amico nobile che può far arrivare l’idea a chi di dovere.

        Devo dire che alla fin fine mi diverto a organizzare massacri “cartacei”. XD

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