Quando i Noldor di Feanor misero piede sulle sponde della Terra di Mezzo, l’incendio delle loro navi fu avvistato anche da Melkor, che saputo del loro arrivo, mobilitò immediatamente tutte le truppe al suo seguito per non permettere agli elfi di organizzarsi e ricacciarli in mare. Nei pressi del lago Mithrim cominciò la Dagor-nuin-Giliath o Battaglia sotto le stelle poichè la Luna non era stata ancora creata. Nonostante il fattore sorpresa e la superiorità numerica, gli Orchi di Melkor furono sconfitti dai Noldor, potenti della luce di Aman, più forti, svelti e abili con le loro lame lunge e colme della stessa ira di Feanor. Furono inutili i rinforzi degli orchi provenienti dalle Falas poiché furono annientati da Celegorm, figlio di Feanor, nei pressi di Eithel Sirion, il principale corso d’acqua del Beleriand.
« Lì, sui grigi campi di Mithrim, venne combattuta la Seconda Battaglia delle Guerre del Beleriand. Dagor-nuin-Giliath, così è detta, cioè Battaglia sotto le stelle, poiché la Luna non era ancora sorta; ed è celebrata nei canti. »
(Silmarillion)
La vittoria fu grande e Feanor, esaltato dalla sorte a lui favorevole, con una mossa azzardata, marciò su Angband pronto a consumare la propria vendetta. Arrivato alle soglie delle Fortezza di Melkor fu circondato e assalito dai Balrog, Mair caduti e corrotti dal potere del Signore Oscuro.
« Non si riusciva a distinguere cosa fosse: era come una grande ombra, nel mezzo della quale si trovava una forma scura di dimensioni umane, e anche più grossa; potere e terrore parevano sprigionarsi da essa e precederla.
Giunse all’orlo della voragine di fuoco, e la luce s’offuscò, come se una nube vi si fosse posata sopra. Poi d’impeto varcò il baratro. Con un ruggito le fiamme s’innalzarono in segno di saluto, intrecciandosi intorno a lui; un fumo nero turbinò nell’aria. La criniera svolazzante dell’oscura forma prese fuoco, avvampando. Nella mano destra teneva una lama pari a un’acuminata lingua di fuoco, e nella sinistra una frusta dalle molte code. »
(J.R.R Tolkien – Il signore degli Anelli)
A dare la morte a Feanor sarà Gothmog, il Signore dei Balrog, primo capitano di Angband e fedele servitore di Melkor. Ne “I Racconti perduti” si fa riferimento a lui con il nome di Kosomot.
« Gli Eldar lo chiamavano Kosmoko o Kosomok(o), ma il nome non si adatta per niente alla loro lingua e ha un brutto suono perfino nella nostra che è più rozza, dice Elfrith. »
(Racconti Perduti)
Feanor non tornò più dalle Aule di Mandos e mai tornerà fino alla Dagor Dagorath (Battaglia delle battaglie o Battaglia Finale).
[…] ma non ebbe né tomba né sepolcro perché così focoso era il suo spirito che, come se ne staccò, il corpo cadde in cenere e fu spazzato via come fumo…
Così finì il più possente dei Noldor, dalle cui gesta vennero sia la loro massima nomea, sia le loro più tristi sventure. »
(Silmarillion)
Nel tempo in cui i Noldor muovevano verso la Terra di Mezzo, i Valar meditavano di riportare la luce sul mondo dopo la distruzione degli Alberi e il rifiuto di Feanor di consegnare i Silmarill per ristabilire il loro potere. Fu preso il fiore d’argento di Telperion e posto in un vaso creato da Aule per preservarlo. Poi il vaso fu affidato a Varda che ne fece un’isola del cielo, in grado di attraversare le regioni inferiori di Ilmen lungo un itinerario prestabilito.
Gli Elfi la chiamavano Isil, la Luna, e la tenevano in maggior considerazione rispetto al frutto di Laurelin che diventerà Anar, il Sole, (Anor in Sindarin, Vasa in Noldor) perché essa proviene dall’albero più antico e fu creata per prima: come la luna, infatti, gli Elfi furono i primogeniti di Ilùvatar, e la Luna fu fatta in loro onore.
« Isil venne fabbricato e approntato per primo, e per primo si levò nel reame delle stelle, e fu il più anziano dei nuovi luminari, come Telperion lo era stato degli Alberi. »
(Silmarillion)
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