La fine

Valentina dovette reggersi alla parete per non cadere.
Polvere e piccoli pezzi di roccia cadevano dal soffitto, immaginò che quel posto non sarebbe durato molto se quei due avessero continuato a fronteggiarsi. Sapeva di non essere un genio, ma era ormai fuor di dubbio che quello a cui stava assistendo era uno scontro tra un demone ed un angelo.
Se ci faceva mente locale le veniva da ridere, pensare che fino a qualche settimana prima il suo unico pensiero era se la vigna avrebbe prodotto abbastanza uva quest’anno o se era previsto mal tempo che avrebbe potuto rovinarla. Ed ora era lì, in prima fila per uno spettacolo che nessuno sano di mente avrebbe mai voluto vedere.
Vide Michele abbassarsi per evitare un colpo di mazza ferrata all’altezza dell’orecchio, mentre con la spada cercava di aprirsi un varco verso le carni del nemico.
I due sembravano guerrieri d’altri tempi, si scambiavano fendenti e affondi roteando e girandosi intorno come in un duello medievale.
L’unica differenza era che quando le armi cozzavano emettevano rombi di tuono che facevano tremare il suolo e scintille che sembravano stelle accecanti. Roteavano, si abbassavano e si colpivano, in un turbinio difficile da seguire.
Quando il demone mandò un brutto colpo a segno sulla spalla di Michele, Valentina sussultò.
L’angelo cadde con un ginocchio a terra stringendo con la mano sinistra la spalla destra da cui usciva molto sangue. Aveva brutte ferite anche in altre parti del corpo, lì dove l’avversario era andato a segno, e ogni volta che veniva colpito a Valentina le si stringeva il cuore per l’angoscia.
Il demone alzò in alto la sua arma pronto a dare il colpo decisivo per troncare di netto la testa dell’angelo, a non più di due metri da lei.
La donna era scioccata, si sentiva impotente come lo era stato per tutto il resto della sua vita, mentre le cose le succedevano e lei non poteva fare nient’altro che accettarle, la morte dei suoi genitori, la confisca delle proprietà, lo scherno dei conoscenti. Poteva solo rimettersi in piedi, raccogliere i pezzi della sua vita andata in frantumi e ricominciare.
Ma questa volta non poteva permetterlo, non poteva lasciar morire quell’angelo, perché questo avrebbe significato la fine anche della bambina che stringeva tra le braccia.
Scostò la piccola creatura e urlando a squarciagola il suo diniego si lanciò per frapporsi tra i due guerrieri, con dentro la rabbia repressa per tutti quegli anni che non vedeva l’ora di uscire. Sentiva un calore rombante all’altezza del plesso solare, come se all’interno ci fosse una creatura viva.
Fece due passi verso i contendenti e nel momento stesso che prese la decisione di sacrificarsi al posto di qualcun altro una luce intensa si sprigionò dal suo petto, liberando quella creatura fatta di rabbia a frustrazione, andando a colpire in pieno il demone e facendolo volare per alcuni metri.
Non fece in tempo a capire cosa fosse accaduto che tutto si fece buio.
Quando riaprì gli occhi era nel suo letto. La cosa le sembrò quanto mai strana al punto di chiedersi se tutto quello che aveva visto e subito nelle ultime settimane fosse stato solo un lungo incubo.
Si mosse sotto la coperta leggera cercando l’orologio sopra il comodino.
“Sei sveglia?” chiese in un sussurro Stefania.
Valentina si alzò sui gomiti per cercarla nella stanza, la trovò affondata nella poltrona accanto alla finestra, ai piedi del suo letto.
“Ehi, che ci fai qui?” chiese sorridendole
“Vedo che stai meglio. Mi ha chiamato il signor Ambrosi dicendo che dovevo venire subito che non stavi bene.”
“Esagerato, magari ero solo stanca.”
“Tre giorni fa” concluse l’amica.
Valentina sgranò gli occhi.
“Tre giorni? Vuol dire che ho dormito per tutto questo tempo?”
“Non è poi così anormale per te, lo fai anche in Inverno quando nevica” rispose Stefania facendo spallucce.
“Ehi, non dormo così tanto. Assaporo le comodità della mia casa.”
“Si, certo. Come ti senti?” chiese guardandola con occhio critico.
Al di là delle battute era palese che fosse stata in pensiero.
“Perfettamente. Ah, no. Affamata, ecco come mi sento. Come se non avessi mangiato per giorni” scherzò lei per alleggerire l’ansia che vedeva nel viso tirato dell’amica.
“Scendo subito a preparati qualcosa.”
“Non sono mica invalida, faccio io.”
Così dicendo buttò le gambe fuori dal letto e se le ritrovò tutte fasciate.
“Ma che ca…”
“Avevi numerose ferite quando sono arrivata, il signor Ambrosi mi ha chiesto di non chiamare l’ambulanza, allora ho capito che avevi avuto problemi con quelle cose. Ma mi ha assicurato che non ne avresti avuto più.”
“Ah” rispose Valentina soppesando quelle parole “e ora lui dov’è?”
“È sparito dopo che sono arrivata.”
“Capisco.”
La donna sentì il cuore farsi piccolo piccolo e non riusciva a capirne il motivo, d’altronde Michele era un angelo, era normale che se ne sarebbe andato una volta terminato il suo compito. Ma nella sua mente echeggiava ancora quella frase che aveva detto poco prima del duello.
“Non può essere andato via” disse risoluta alzandosi dal letto e mettendosi l’enorme felpa che la faceva assomigliare ad un pikatchu.
“Perché?” chiese Stefania
“Perché mi ha promesso delle spiegazioni. E poi la bambina? Dov’è?”
“Lei è nella tua stanza degli ospiti. E’ una bambina assai strana.”
Valentina non le diede il tempo di finire la frase che già stava correndo a cercarla.
La trovò nel salone, seduta sul divano a guardare i cartoni animati e sul viso aveva degli occhiali da sole.
Quando entrò nella stanza spostò il suo visino verso di lei e sorrise, la donna non potè far altro che rispondere a quel gesto così innocente.
“Ciao, stai bene?” chiese
La bambina annuì.
“Tu?” rispose
Aveva una voce bellissima e il fatto che le stesse parlando la rese la donna più felice sulla faccia della terra.
“Io benone, niente può abbattermi” disse facendo il gesto di braccio di ferro quando mangia gli spinaci.
“Ho visto” le rispose ridendo.
“Ho una fame da lupi, mi fai compagnia?”
La bambina annuì e si diressero in cucina mano nella mano.

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Lo Scontro
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Oceanografa a tempo perso, grande lettrice che non disdegna dai classici agli ingredienti dei succhi di frutta. Nutre una grande passione per il Fantasy e in questo periodo, in particolare per il Weird. Avendo personalità multiple adora i GDR e sopratutto i GRV. Ha pubblicato il suo primo romanzo nel 2008, ma è ancora in cerca di un editore che la sopporti.
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