“Cosa sta facendo?” chiese una voce dolce, femminile.
“Si prepara a fare un esorcismo” rispose mesto l’arcangelo che osservava le due donne affaccendarsi per la stanza.
“E glielo lascerai fare?” chiese la voce, incuriosita.
“Cosa dovrei fare? Fermarla? Guarda lì” disse indicando il corridoio.
Lontano dal cono di luce che proveniva dalla stanza un’ombra si muoveva facendo avanti e indietro, come una tigre in gabbia.
“Se non la ferma finirà per ucciderla” disse incrociando le braccia, rivestite dall’armatura in oro, al petto.
Il silenzio si protrasse per alcuni minuti, rotto solo dallo sfogliare delle pagine che Valentina e l’amica stavano consultando.
“E’ attratta dalla sua forza vitale” riprese la voce eterea.
L’arcangelo annuì.
“E ne arriveranno degli altri, li sento che si chiamano, siamo troppo vicini al nucleo.”
“Questa è la vita che le spetta, non intrometterti” disse perentoria la voce.
“Non posso” rispose lui senza cedere.
“Devi, altrimenti continuerà a reincarnarsi” gli rispose addolcendo il tono.
“Ora che l’hanno trovata non la lasceranno in pace, questo lo sai” sapeva di aver ragione.
“Si” la risposta della voce era fievole.
Come sapeva che anche Lei si rammaricava del destino della sua protetta. L’arcangelo si mosse tra le due donne, consapevole che non avrebbero avvertito la sua presenza, allungò la mano come a voler accarezzare il viso di Valentina, ma la ritrasse subito.
“Non sarebbe leale, secondo il patto, lasciarla indifesa contro i demoni.” riprese dopo poco lui.
“Ma secondo il patto non puoi intervenire” gli ricordò la voce.
“Non posso intervenire se dovesse trattarsi di un pericolo umano. Il patto dice che devo farle vivere la sua vita umana in modo che impari e che posso aiutarla solo se invocato, non dice niente sulle creature non umane.” rispose lui inarcando un sopracciglio.
“Questo è un cavillo” disse la voce con una nota ironica.
L’arcangelo sorrise.
“Esatto”
“Fa’ come ritieni più giusto.”
L’arcangelo annuì rimanendo concentrato sul viso di Valentina.
“Come ho sempre fatto negli ultimi trecento anni.” rispose in un soffio.
Non aveva nessuna voglia che dovesse reincarnarsi nuovamente, ma non poteva permettere che loro la toccassero.
Aspettava da tempo che lei tornasse, che potesse essere di nuovo al suo fianco, ma i decenni erano passati e lei era ancora lì sulla terra.
L’aveva vista in diverse vesti , strega perseguitata e mandata al rogo, condottiera, moglie e madre, ma mai come in questa vita la stava vedendo soffrire.
Il lungo permanere sulla terra la stava facendo diventare sempre più solitaria, in ogni reincarnazione perdeva sempre più la scintilla, la voglia di vivere e sempre più si allontanava dalla meta. Se non avesse imparato in questa vita, lui era sicuro che l’avrebbe persa per sempre.
La sola idea era intollerabile.
Avrebbe fatto quello che più riteneva giusto, l’avrebbe protetta dai demoni e dalle creature a loro alleate fintanto che non fosse morta e sempre sperando che imparasse. Aveva un solo limite, non poteva intervenire se lei non lo chiedeva esplicitamente, almeno non nelle baruffe dirette.
Poteva eliminare un demone qua e là a suo piacimento, ma non se questo stava interagendo direttamente con lei.
Doveva attendere che lei lo invocasse e, a volte, tutto questo era irritante e lo faceva sentire impotente.
Vide Valentina scherzare e ridere con l’amica e il sorriso che si stava disegnando sul suo viso si spense guardando verso la porta.
La stessa energia che, sprigionando dalla risata di Valentina, lo aveva fatto sorridere, aveva attirato l’ombra più vicina. Quell’essere viscido aveva infranto uno dei deboli sigilli che inconsciamente Valentina aveva applicato alla stanza ed aveva varcato l’uscio.
La vedeva tremolare indebolita dalla luce, ma era lì, attratta come una falena.
L’arcangelo fece cadere parte dell’occultamento che lo rendeva invisibile agli occhi di mortali e non, e l’ombra si fece indietro, evidentemente aveva paura di essere distrutta e possibilmente si stava chiedendo del perché non accadesse. Ottimo, questo l’avrebbe tenuta lontano da lei il tempo necessario a che sviluppasse il rituale.
Riportò lo sguardo sulle due donne e si accorse che avevano quasi terminato i preparativi.
La magia innata della sua protetta era forte e potente, ma le sue conoscenze erano state bloccate, quindi la utilizzava in maniera imprecisa.
Se solo avesse ricordato, dell’ombra non sarebbe rimasta traccia, in realtà non avrebbe avuto bisogno di un rituale, sarebbe bastata Splendida, la sua spada.
Diede un colpetto alla cintola da cui pendevano due splendide spade gemelle che emanavano una luce diafana e l’ombra si ritirò nell’oscurità.
Magari non poteva ucciderle, ma se la sola sua presenza bastava a metterle in fuga sarebbe rimasto lì, celato solo agli occhi dei mortali, ma ben visibile alle creature.
Oppure poteva ….
L’idea che lo colse improvvisamente lo riempì di gioia ed entusiasmo e l’aria intorno a lui cominciò a vibrare e a scaldarsi, se non si fosse calmato tutta l’Italia si sarebbe accorta che c’era un arcangelo in giro. Doveva lasciarla sola per qualche ora, ma se la sarebbe cavata egregiamente, inoltre l’alba era vicina e ciò avrebbe reso l’ombra molto debole e gli altri demoni impossibilitati a raggiungerla.
Diede un ultimo sguardo a Valentina prima di scomparire in una nuvola di polvere dorata.
(534)