Castoro mi ha confidato che volevi fare di lui un cappello.
C.S. Lewis, La strega, il leone e l’armadio, Aslan rivolto a Peter Pevensie
State nascondendo un sorriso. Ammettetelo!
Nel mio caso si tratta di certo una risata soffocata.
Per chi non ha letto Narnia, la stessa frase si trova nel film e se qualcuno non ha fatto né l’uno né l’altro, allora raccomando caldamente di recuperare il tempo perduto: perché dirsi amanti del fantasy e non aver letto né visto Le Cronache di Narnia è come dire di amare il cappuccino senza il caffè.
Ma non sono qui per fare una recensione, bensì vi voglio far capire in che direzione va il fantasy giovanile di cui parleremo questa settimana. E Le Cronache di Narnia sono l’esempio forse più conosciuto ai giorni nostri, ma vi citerò molti altri titoli man mano che facciamo i nostri passi.
Il protagonista, che si sente spesso isolato e incompreso nel suo modo di essere ed esistere, viene ad un certo punto raggiunto da una persona o da un elemento magico che lo trascina in un altro mondo, in una vita ben diversa da quella che ha svolto fino ad ora.
Sulla soglia si stagliava un uomo gigantesco. Aveva il volto quasi nascosto da una criniera lunga e ispida e da una barba incolta e aggrovigliata, ma si distinguevano gli occhi che scintillavano come scarafaggi neri sotto tutti quei capelli.
J.K. Rowling, Harry Potter e la pietra filosofale
Be’, chi è che non ci ha pensato? Mentre leggevo sull’argomento non potevo fare a meno di vedere Hagrid abbattere la porta e il tornado sradicare dal Kansas Dorothy con l’intera casa in tutti i sensi.
La persona o l’evento che li ha catapultati in questa nuova situazione gli dà solo le basi, solo le indicazioni strettamente necessarie e lascia che sia il protagonista ad ambientarsi. Diciamo che piuttosto che diventare un accompagnatore costante diventa un personaggio molto affettuoso che però resta a guardare dietro le quinte, convinto che il protagonista riuscirà a raggiungere tutti i suoi obbiettivi e a eguagliare tutte le aspettative. Le aspettative sono, per esempio ne Il Mago di Oz, che Dorothy o uno dei suoi amici sconfigga la malvagia strega dell’Ovest, in Harry Potter credo che il parallelo non sia necessario. Questi cattivoni di solito sono semplicemente cattivi e comunque abbastanza svegli: capiscono chi potrebbe minacciarli e si avventano come degli avvoltoi sui nostri giovanissimi protagonisti. Come lo fanno dipende dal carattere del cattivone stesso: Voldemort propone a Harry di unirsi a lui; la strega dell’Ovest invece non dà molta scelta a Dorothy, costringendola a sgobbare per lei nel suo castello.
Come sconfiggono il cattivone? – Sono quasi più sorpresi i protagonisti di avercela fatta che chi li circonda: infatti usano la cosa più banale che hanno sotto mano. Dorothy scioglie la strega dell’Ovest (in senso letterario) con un secchio d’acqua, Harry Potter usa un incantesimo fra quelli più semplici per affrontare un Avada Kedavra di prim’ordine. Oppure in Le Cronache di Narnia troviamo Lucy la valorosa che nel film Il principe Caspian contraddice il fratello maggiore in base alle cose che ha imparato con Aslan:
Peter: Allora non hai ascoltato, Lucy.
Lucy: No. Sei tu che non ascolti. O non ti ricordi chi ha sconfitto la Strega Bianca, Peter?
Film, Il principe Caspian (2008)
In effetti i nostri giovani protagonisti non sconfiggono mai il male con l’intenzione di uccidere il cattivone. Nel caso che siano confrontati con questa problematica, dover uccidere, è il destino ad intervenire per loro: a Narnia c’è sempre Aslan, da Harry è la Bacchetta di Sambuco a tradire il “falso” padrone in favore di quello “vero”, e Dorothy invece voleva solo impedire alla strega di bruciare l’amico Spaventapasseri.
Il fantasy giovanile ha per protagonisti personaggi molto giovani proprio per attirare l’attenzione dei bambini. Normalmente non sono avventure di due, tre giorni e quindi i bambini seguono l’intera crescita del personaggio, sia come bambino che diventa adulto, sia come ingenuo che tramite gli insegnamenti (dei suoi amici, insegnanti o comunque accompagnatori) inizia ad comprendere l’utilità di ciò che ha faticosamente appreso.
Dorothy scopre che, per quanto a casa non sia sempre tutto rose e fiori, non c’è posto più bello dove poter fare ritorno, perché è lì che ti aspettano le persone che ti vogliono più bene al mondo.
Harry Potter capisce che, come dice e sottolinea spesso Silente, non sono le situazioni o quello che siamo a definire chi siamo davvero nel profondo: sono le nostre scelte.
E i fratelli Pevensie… hanno appreso molte più cose di quanto io abbia ancora spazio per elencarle, ma voglio citare l’insegnamento che più mi ha colpito e conquistato mentre leggevo L’ultima battaglia, e voglio concludere l’articolo citandole esattamente come le diceva Aslan:
Andate al cuore delle cose.
Prima che mi tempestiate di domande:
Per la prossima puntata:
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