Come anticipato, quest’appuntamento non sarà dedicato ad una nuova coppia, ma a fare un viaggio nel fantastico mondo di Eterna creato dalla penna di Chiara Piunno. Nei giorni scorsi mi sono dedicata a mettere per iscritto cosa mi aveva incuriosito dei suoi libri: gli usi, le leggende, le sinergie fra i vari personaggi, le mie teorie sulle evoluzioni della trama. Una volta scritto il tutto, il resto è stato semplice, Chiara ha elaborato ciò che le ho inviato magistralmente ed ecco a voi il risultato della nostra cooperazione.
D: Possiamo in qualche modo paragonare quello che è successo a Mèlas a una depressione nera, solo che lui non essendo Raya e percependo tutto più intensamente ha rimodellato la sua esistenza intorno a questo suo cambiamento? Lui non sa di aver perso l’anima?
R:La sua anima, divisa fra la natura umana e quella elfica, deve aver faticato a contenere le pulsioni intense. La “depressione” sarebbe una forma di reazione difensiva al trauma. Ma egli ne è consapevole. La perdita – della famiglia e di se stesso – è un tutt’uno, e Mèl non è tipo da negare l’evidenza nemmeno per paura.
D: Amo il padre di Mélas così austero, distante eppure dolce… alle volte penso che i personaggi siano lo specchio delle nostre aspettative o la forma ricalcata di qualcuno che ammiriamo nelle nostra vite, come è nato Mixòmbrotos?
R: Lui è l’idea che ho sempre avuto di padre: qualcuno d’incomprensibile e saggio, incongruente e pieno di segreti; al contempo, protettivo e amorevole. Pieno di difetti supportati da pregi nati da lavoro e sudore. Un esempio da emulare, a cui tendere e – al contempo – da superare.
D: Potrebbe essere fatto un parallelismo fra l’astio che in Eterna gli umani provano per i mezzosangue e l’odio, formato di pregiudizi e di paura, che offusca l’animo degli uomini del mondo reale?
R: Gli Uomini di Eterna sono gli stessi della nostra bella Terra. Pertanto non deve stupire se agiscono, o reagiscono allo stesso modo a quel che non conoscono… e che temono. La diversità, per me, per tutti, è uno spauracchio potente. L’incognita dell’ignoto… l’istinto animale reagisce a esso in tutte le specie e razze. Il pregiudizio è la deriva dell’istinto di conservazione sovrapposto alla presunta civilizzazione.
D: Domande tecniche, per far partire il conto alla rovescia, quanti libri hai previsto? A quando il prossimo capitolo della saga?
R: Al momento ho editato solo due libri della saga, e prevedo ne occorreranno almeno altri tre prima della conclusione. In verità, il materiale era circoscritto a tre libri, ma editando mi son resa conto che i volumi corposi spaventano i lettori, così ho servito la “torta” a fette, ehehehe. Incrociando le dita, forse riuscirò a far uscire il terzo volume nel 2015. O magari prima.
D: La figura del poeta di Arista è molto enigmatica, sarò pazza ma a me ricorda D’Annuzio (io amo quel poeta), sarà approfondita nei prossimi romanzi? Quando si nomina il poeta ho sempre un brivido che mi corre lungo la schiena credo che lui sia paragonabile ad un coltello dalla lama veramente affilata, mi sbaglio?
R: Il Poeta avrà un ruolo decisivo nel prossimo libro. Non potrò approfondire molto in questa sede, ma saranno chiare le sue “ambizioni”. Di certo è un intrigante che è comparso nella trama senza alcun preavviso, con un carattere già definito. L’ironia come stile mi affascina sempre, perché presuppone una buona dose d’intelligenza.
D: Se dovessi dare una percentuale quanto sappiamo della reale storia di Mèlas e quanto invece abbiamo ancora da scoprire?
R: Parlando in numeri… direi un 50%. Ho lasciato affiorare l’essenziale. Il libro è incentrato su Mèlas e la sua vendetta, pertanto è stato consequenziale dare molti sguardi sul suo passato per capirne il presente. Ma i ricordi sono come i profumi, e tendono ad affiorare nei momenti che li evocano, così accadrà che molti aspetti ignoti del principe del Drago resteranno tali fino alla fine della saga.
D: Trovo magistrale il modo con cui hai legato i vari personaggi i rapporto di amore e odio che lega i membri delle case, non hai lasciato nessuno esente da colpe, tutti (persino Tertia!) hanno i propri segreti. Pensi che sia lo specchio di come percepisci la società, insomma nessuno essere umano non ha una macchia sulla propria veste di lino candido e questo che ci vuoi dire?
R: Da bambina ero molto moralista: mi avevano educata a fare la cosa giusta, anche a costo di sacrificare ciò che desideravo. Pertanto, quando m’imbattevo in storie con personaggi dai comportamenti ambigui, era per me motivo di grande imbarazzo. Io volevo “i buoni”! Poi, sono cresciuta. Ho scoperto che nessuno è buono… io in primis. Ho visto le persone con i loro difetti, le contraddizioni, le immoralità e le virtù. La vita fa affiorare il meglio e il peggio di ciascuno. Quando si accetta questo, allora anche il grigio assume una sua bellezza… una sorta di forma di speranza perché se nulla è mai del tutto nero, allora anche dal peggiore degli individui puoi aspettarti un atto buono. E così l’opposto. Il grigio mi sembra più onesto come colore della veste di ognuno.
D: La distrà bel colpo di scena, ogni membro delle 13 case ha la propria?
R: Non saprei. In effetti sarebbe interessante scoprirlo: di certo, solo loro se la potrebbero permettere visto il costo.
D: La maledizione delle casate da dove nascono? Le ho trovato davvero interessanti, arricchite di sfumature etniche e miti pagani, mi sbaglio?
R: Una cosa che ho imparato studiando, è che “nulla si crea e nulla si distrugge”. Soprattutto i simboli. Una divinità deriva da qualcosa di antico, e si sovrappone sempre ai culti successivi. Pensando a questa ricchezza, ho dato alle Casate i loro numi tutelari. La storia umana è la storia della sua civiltà: così ricca di passione e fervore, così protesa verso il sacro a ogni costo… mi ispiro agli Uomini, perché nella realtà c’è molta più folle fantasia di mille fiabe.
D: Vediamo che qualcuno avvelena Luscinia, poi salvata da Alexandra, può essere stata la stessa erede ad avvelenarla per legarla a lei da un debito di riconoscenza?
R:Legarla è la parola adatta al loro rapporto, ma no: Alexandra Eliotròpos non ha bisogno di sotterfugi per giocare la sua partita. Lei è una giocatrice, pertanto muove le pedine secondo le regole, senza sporcarsi le dita con l’evidenza del gesto.
D: Leggiamo dei ricordi di Luscinia è che qualcuno l’ha salvata, è lo stesso Mèlas vero?
R: In modo paradossale, direi di sì.
D: Ritrovi i tuoi personaggi in queste brevi descrizioni?
R: Direi che hai davvero colto il succo di entrambi. In origine i libri della saga erano tre, ciascuno dedicato al “cambiamento” di ogni protagonista. La trama, infatti, non sarebbe stata portata a compimento se Mèlas, Luscinia e Saphina fossero rimasti se stessi, se non si fossero messi in gioco, se non avessero sbattuto il naso contro il muro delle loro debolezze. A ognuno ho dato un fardello da portare, e ho seguito ciascuno lungo la Via che li ha condotti a liberarsene… o a farne la propria forza.
D: Se non mi sono sbagliata sulle descrizioni, può essere solo un sentore, ma ci sarà un legame particolare fra Mèlas e Luscinia?
R: Non è solo un sentore; il legame già esiste, perché c’è un precedente… la Battaglia del Crocevia. E una famosa cicatrice sul cuore.
D: Alla fine del prossimo libro il nostro protagonista avrà di nuovo la sua anima?
R: Sì… sarà un personaggio inaspettato a ridargliela e nel modo più inusuale… ma non posso dire di più.
D: Mèlas e gli elfi oscuri sono in qualche modo legati?
R:Legati è dire poco. In effetti, Mèlas è l’unico ibrido con i capelli del colore della notte in tutta Eterna…
D: Glaucos, dagli occhi da cielo, nascondono davvero un cuore così poco avvezzo ad amore e compassione?
R: Giorni fa discutevo con un lettore che trovava Mèlas un essere troppo cattivo per essere un protagonista; “è un villain” diceva. E io concordo. Eppure le sue scelte sbagliate lo renderanno qualcosa di simile a un “eroe”. Glaucos… è il principe azzurro, per come la vedo io. Ha tutto: aspetto, onore, valore… e anche quello che le fiabe dell’infanzia non mostrano. Cioè le vere “mosse” di un sovrano. Tradimento, omicidio, sangue, ambizione. Lui ama profondamente: la bella Lucetia, il suo trono, la battaglia, se stesso… Ma è un re: e in quanto tale – come Mèlas dei Dracòntos – sa bene che se vuole continuare a esserlo, dovrà distruggere qualunque minaccia. Glaucos è ciò che Mèlas sarebbe diventato crescendo se non fosse stato falciato dal tradimento e dalla strage.
D: Vediamo Glaucos impazzire per la sua regina, mi chiedo se sia davvero amore o è solo possessione, d’altronde lei è l’unica cosa che non riesce ad avere, cosa ne pensi?
R: Penso che la ami davvero. Ma come si ama quando l’amore s’impone, ovvio. Del resto, chi è abituato a possedere ogni cosa, come può accettare un rifiuto?
D: Glaucos, rimarrà fedele in quello che ha detto a Tertia in merito alle sorti di suo marito e Lucetia?
R: Finora lo ha fatto… mi piacerebbe sapere “dopo” cosa cambierà. Ma suppongo che anche io dovrò attendere, ehehehe
D: Da come muore Elberis capiamo che per lui non c’è più ritorno, eppure le sue parole, il mio attaccamento a questo personaggio, mi fanno sperare diversamente, posso continuare a farlo?
R: Elberis è molto amato… e alcuni lettori mi hanno molto odiata per la sua dipartita. Posso dire questo: lo ritroveremo nel prequel – La figlia di Raya – ancora in fase di revisione e stesura vista “l’età” del materiale base… mentre nell’ultimo libro della saga delle Porte di Eterna vedremo le conseguenze di un amore immortale.
D: Il nostro Tommaso, del quale per ora abbiamo letto poco, l’ho incontreremo più in là? C’entra in qualche modo con le voci sentite da Luscinia?
R: Tommaso è detto scherzosamente “l’uomo senza volto” da alcuni miei lettori, perché la sua incidenza nella trama finora è stata minima. Essenziale, ma minima. Lo ritroveremo, sì. Quanto alle voci… qualunque cosa io dica, sarà usata contro di me, quindi taccio ehehehehe.
D: Saphina è un personaggio particolareggiato, che mi ha rubato il cuore, sono stata conquistata dalla sua solarità e sorpresa dai suoi poteri, d’altronde però non potrebbe essere altrimenti.. è lei il vero erede nominato da Saradea?
R: Saphina è stata convocata dall’Imperatrice che non conosce per uno scopo preciso e oscuro al contempo. Non posso rispondere in modo diretto alla domanda senza uscire dal seminato del “no spoiler”, però è di certo erede di un retaggio antico…
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