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Il Grande Libro della Fantasy Classica AA. VV. a cura di Alex Voglino

È possibile stabilire quali siano le origini della moderna letteratura dell’immaginario? Dire da dove sia Il Grande Libro della Fantasy Classica - Lande Incantatescaturito il caleidoscopico patrimonio di fantasia e sogno che contraddistingue la narrativa non
solo occidentale ma di tutto il mondo? È certo che le sue radici affondano in un passato assai remoto: in quella trasfigurata memoria collettiva che riassumiamo nel termine “Mito”.

Alex Voglino nella Prefazione

Il Grande Libro della Fantasy Classica antologia curata da Alex Voglino, pubblicata da Casa Editrice Nord nel 1998.

LE ORIGINI E LA NASCITA DELLA FANTASY

William Morris

William Morris 1834 – 1896

La mitologia, a partire da quella del Medio e Vicino Oriente, passando per la classicità mediterranea per approdare all’epica celtica e germanica, dalla Saga di Gilgamesh all’Odissea, dai Canti dell’Edda a Beowulf, secoli e secoli di miti costituiscono l’humus e il modello esemplare di tutto il moderno immaginario. E lo stesso vale per tutte le latitudini prendendo le mosse delle Mille e Una Notte o dal Mahabaratha, dal Gengi Monogotari all’epica della’antica Cina. Tuttavia la data di nascita della Fantasy come di forma compiuta nella narrativa occidentale, perlomeno comunemente accettata dai diversi studiosi di tutto il mondo, è il 1895,  anno di pubblicazione della prima opera letteraria dell’inglese William Morris: il romanzo The Wood Beyond The World. Da allora e fino a quando la Fantasy iniziò ad affermarsi e a codificarsi come “genere letterario” vero e proprio con l’avvento, alla fine degli anni ’30, dei pulp (le riviste seriali da pochi centesimi tipiche del mondo anglosassone, cui da noi e in Francia corrispondevano i feuillettons), nella scena dell’immaginario si mossero autori, e in certi casi veri e propri “maestri”che oggi sembrano rimanere un po’ in ombra, o peggio caduti po’ nell’oblio. A loro, ai vari  Lord Dunsany e James Branch Cabell, Erik R. Eddison e George McDonald, oltre ai protagonisti della riscoperta della favolistica celtica tra cui l’illustre W.B. Yeats, è dedicata questa antologia di racconti che consentirà agli appassionati e ai curiosi di comprendere come e perché la Fantasy moderna diventò ciò che diventò e come preparò l’avvento della ormai mitica rivista Weird Tales e de suoi indimenticati autori, da Robert Howard a Lovecraft. ( Il ruolo della rivista Weird Tales nel Heroic Fanatsy è analizzato nell’articolo sul volume Il Grande Libro della Heroic Fantasy). Quest’antologia è un viaggio nell’immaginario, nel mondo incantato delle fonti della Fantasy Classica e dei suoi Universi Immaginari.

 L’antologia, divisa in tre parti, è composta da venti  racconti.

PARTE PRIMA (Le Origini, le Premesse, le Radici)

Storie Babilonesi

Le storie più antiche del mondo Theodor H. Gaster - Lande IncantateLe avventure di Gilgamesh, di Theodor H. Gaster, da The Oldest Stories in the World                                                                                                                                           (incipit)

Nella città di Erech c’era un uomo grande e potente che si chiamava Gilgamesh. Per due terzi egli era divino, e per un terzo era umano. Era il più forte guerriero di tutto l’Oriente; nessuno poteva superarlo in combattimento, nessuno poteva vincerlo con la lancia. Esso dominava la popolazione di Erech con il suo potere e la sua forza: governava gli abitanti con mano di ferro, prendendo tutti i giovani al suo servizio e facendo sua ogni donna che desiderava.
Gli abitanti di Erech, non potendo più oltre sopportare le sue sopraffazioni, un giorno implorarono l’aiuto del cielo. Il Signore del cielo intese la loro preghiera e chiamò la dea Aruru, quella stessa dea che nei tempi antichi aveva plasmato l’uomo dall’argilla.

La guerra degli Dèi, di Theodor H. Gaster, da The Oldest Stories in the World                                               (incipit)

Una volta non esistevano né il cielo né la terra. Nulla esisteva al mondo, tranne l’acqua e i due potenti esseri che la governavano. Ad Apsu appartenevano le acque dolci, e alla moglie di lui, Tiamat, le acque salate. Ma, a quei tempi, le due acque si mescolavano e si confondevano assieme, poiché non vi erano ancora né fiumi né mari. Dalla unione di Apsu e di Tiamat nacquero due creature colossali, Lahmu e la sua compagna Lahamu; e da essi ebbe vita una seconda coppia, Anshar e la sua compagna Kishar. Anshar era lo spirito di tutto quanto era sopra e Kishar era lo spirito di tutto quanto era sotto; da questi nacque Anu, ovvero il Cielo.

Leggende Ittite

Il mostro di pietra, di Theodor H. Gaster, da The Oldest Stories in the World                                                 (incipit)

Quando il mondo era appena stato creato, regnava nei cieli una potente divinità, di nome Alalu. Per nove anni Alalu regnò pacificamente, e il suo ministro Anu era pronto a eseguire ogni suo ordine. Ma il decimo anno Anu si ribellò, cacciò il suo padrone e s’impossessò del trono. Per nove anni Anu regnò pacificamente, e il suo ministro Kumarbi era
pronto a eseguire ogni suo ordine. Ma il decimo anno Kumarbi si ribellò e sfidò il suo padrone a duello. Il combattimento infuriò aspro e selvaggio, infine, quando Anu stava per sfuggire alla stretta di Kumarbi questi lo morse selvaggiamente ai lombi, bevendo il sangue che sgorgava dalla ferita.

Leggende dell’Egitto Faraonico

Storia di Setne e del libro magico di Naneferkaptah, (ricostruzione) di G. Maspero, da Favole e racconti dell’Antico Egitto Faraonico                                                                                                                                                   (incipit)

C’era una volta un re che aveva un figlio di nome Setne Khaemuaset, che aveva un fratello di latte di nome Inaro. Setne Khaemuaset era molto sapiente in ogni scienza e passava il suo tempo nella necropoli di
Menfi a leggervi i libri sacri, i libri della doppia Casa della Vita e le iscrizioni delle steli e dei muri dei templi. Ed era un grande e famoso mago che non aveva eguali nel paese d’Egitto. Un giorno mentre stava leggendo le iscrizioni del tempio di Ptah, un uomo che si trovava là si mise a ridere. Setne gli chiese: – Perché ridi di me? Quello gli rispose: – Non rido di te, ma del fatto che leggi qui delle scritte che non hanno alcun potere. Se davvero desideri leggere uno scritto dotato di potere, vieni con me e ti condurrò in un luogo dove c’è il libro che Thot ha scritto di suo pugno e che ti porrà al di sopra degli dèi.

Leggende dell’Antica India

L’uccisione di Bhishma,dal Mahabharata                                                                                                                    (incipit)

Vedendo Dhanafljaya munito delle frecce e dell’arco Candiva, i duci sollevarono un gran clamore. I Panduidi, i Somaka e i loro alleati soffiarono nelle conchiglie di provenienza marina. E allora tamburi, trombe e corni furono fatti risuonare, e ne sorse un gran frastuono. Gli dèi, coi Gandharva e i Mani e schiere di Siddha e Carana, accorsero
desiderosi di guardare, e i Veggenti di gran potenza, con alla testa il dio dai cento sacrifizi, si raccolsero per ammirare quel grande combattimento. Yudhishthira, vedendo i due eserciti agitati come due mari, pronti alla battaglia, si tolse la corazza e deposte le armi scese dal carro e a piedi, facendo atto d’ossequio, guardando al grande Avo, si avviò in silenzio verso l’esercito nemico.

I Cavalieri della Tavola Rotonda

Gawan all’assedio di Bearosche, da Parzifal, di Wolfram von Eschenbach                                              (incipit)

Gawan era animoso, ma sapeva esser coraggioso e insieme prudente senza che la viltà sfiorasse minimamente i suoi pregi. Sul campo era una torre che si ergeva nelle più aspre battaglie, chiaro a vedersi anche nella mischia. Il suo grido di guerra squillava alto a incitare la vittoria. Gawan era partito da Artù da molti giorni ormai. Il fiero eroe cavalcava dritto per la sua strada, e uscito da un bosco, stava attraversando col suo seguito una pianura, quando vide una colonna di gente, al seguito di molte bandiere, passare in possente sfilata. Il sentiero è troppo lungo per ritornare nel bosco a nascondermi pensò. Allora diede ordine al suo scudiero di stringere in fretta la cinghia al destriero Gringuljete dalle orecchie rosse: era il nome della bestia. Gawan l’aveva presa a un cavaliere con il quale si era scontrato a duello presso il lago Brumbane, ed era rimasto ucciso.

Le Mort d'Arthur Sir Thomas Malory - Lande IncantateIl miracolo di Galahad, da Le Mort d’Arthur, di Sir Thomas Malory                     (incipit)

Dopo aver vagato invano in molte terre, un giorno ser Galahad si fermò per riposare in una abbazia dove fu informato della presenza di re Mordrains. Allora decise di rimanere finché non l’avesse visto e
incontrato. La mattina seguente, dopo aver udita la Messa, ser Galahad si presentò al re, che da lungo tempo era cieco.

Leggende Vichinghe

I Miracoli di Odino da Ynglinga Saga                                                                                    (incipit)

La terra abitata dalla popolazione umana è molto frastagliata da insenature e i grandi mari si estendono dall’oceano fin dentro la terra. E noto che il mare interno si protende da Nòrvasundi (Stretto di Gibilterra) fino a Jórsalaland (la terra di Gerusalemme). Da questo oceano si estende verso nord-est un lungo braccio di mare che si chiama Svartahaf (Mar Nero), il quale divide in due le regioni del mondo: quella ad est si chiama Asià, quella ad ovest è detta da taluni Európà e da altri Eneà.

PARTE SECONDA ( La Transizione, la Fiaba Colta)

La Selva di Ashtaroth, (The Grove of Ashtaroth)  di John Bunchan                                                                                  (incipit)

Eravamo seduti intorno al fuoco di bivacco, a una trentina di miglia da un luogo chiamato Taqui, quando Lawson annunciò la sua intenzione di trovare una casa. Aveva parlato poco negli ultimi due giorni, e io avevo immaginato che stesse attraversando un momento di riflessione personale. Pensavo che potesse trattarsi di una nuova miniera o di un progetto d’irrigazione, e mi sorprese scoprire che aveva in mente una casa di campagna.

L’Insenatura dei Peschi dai Fiori Rossi, (Red-Peach- Blossom Inlet) di Kennet Morris                                          (incipit)

Wang Tao-chen amava gli antichi: ecco perché faceva il pescatore. La modernità potevate definirla irrimediabile: era meglio lasciarla in pace. Ma al largo, al centro del lago, quando le distanze erano tutte una foschia azzurra e il mondo una vacuità color zaffiro, si poteva respirare l’atmosfera dell’antica pace e dedicarsi alla ricerca dell’immortalità.
Con lo studio dei Classici, con i sensi a riposo, e coltivando uno stato d’animo di benevolenza universale, Wang Tao-chen si proponeva di diventare superiore al tempo e ai mutamenti: un Sennin, un adepto, immortale.

La Leggenda della Rosa di Natale, (Legend of The Christmas Rose) di Selma Lagerlof                                             (incipit)

Mamma Ladrona, che abitava nella grotta dei ladroni nella foresta di Goinge, un giorno venne nel villaggio a chiedere la carità. Papà Ladrone era un fuorilegge, e non osava lasciare la foresta; poteva solo derubare i viaggiatori che si avventuravano all’interno. Ma a quei tempi non ce n’erano molti di viaggiatori nello Skane settentrionale, e se suo marito aveva qualche settimana di sfortuna, la moglie era costretta a prendere la strada. I suoi cinque bambini, nelle loro tuniche di pelli stracciate e con le scarpe di corteccia di betulla, ciascuno con una bisaccia sulla schiena lunga quanto lui, l’accompagnavano sempre.

PARTE TERZA (Nasce la  Fantasy Classica)

Osberne il Nano, (Of Wethermel and the child Osbeme) di William Morris                                                                      (incipit)

Ci avviciniamo ora al cuore del nostro racconto, dove si parla di come sulla sponda orientale del Fiume che Divide ci fosse, non molto tempo fa, una località chiamata Wethermel: una località più isolata di molte altre perfino in quella Valle, l’ultima casa, ed era soltanto una capanna, verso le montagne, all’estremità della Valle. Non era male come ubicazione perché le sue case si trovavano sotto un basso ed esteso colle, la cui parete più ampia era rivolta a sud-ovest, con il risultato che, di anno in anno, c’era un buon raccolto di frumento.

 Algernon Henry Blackwood - Lande Incantate

Algernon Henry Blackwood 1869 – 1951

Colui che Ascoltava nel Buio, (The Listener)  di Algernon Blackwood                (incipit)

4 settembre. Ho perlustrato tutta Londra alla ricerca di un alloggio adeguato al mio reddito di 120 sterline l’anno e finalmente l’ho trovato. È composto di due stanze che non offrono nessuno dei comfort moderni, ma è vicinissimo a P… Place, in una strada molto signorile e l’affitto è solo di 25 sterline l’anno. Ero ormai arrivato alla disperazione quando il caso mi ha portato lì, ma è una storia che non vale la pena di raccontare. Ho firmato un contratto annuale, e ne sono stato contento. I mobili della nostra vecchia casa nel H…shire, da lungo tempo ammassati in un deposito,
saranno perfetti.

Nella Terra del Tempo, (In the Land of Time) di Lord Dunsany                               (incipit)

Così Kamith, re di Alatta, parlò al suo figlio primogenito: – Lascio a te la mia città di Zoon, con i suoi cornicioni d’oro, sotto ai quali ronzano le api. E lascio a te anche la terra di Alatta, e ogni altra terra che sarai degno di avere, perché i tre eserciti poderosi che ti lascio possono certo conquistare Zindara e occupare Istahn, e ricacciare Onin dalle sue frontiere, e assediare le mura di Yan, e anche occupare i territori minori di Hebith, Ebnon e Karida.
«Ma non condurre i tuoi eserciti contro Zeenar e non attraversare lo Eidis. […]

L’Albino, (Wachsfigurenkabinet) di Gustav Meyrink                                                                                                               (incipit)

– Mancano ancora sessanta minuti alla mezzanotte – disse Ariosto, togliendosi dalla bocca l’esile cannello della pipa olandese. – Quello là – e accennò, sulla parete annerita dal fumo, ad un oscuro ritratto, di cui a mala pena si potevano ancora riconoscere le linee, – quello là fu Gran Mastro esattamente cento anni fa, meno sessanta minuti. – E quando decadde il nostro Ordine? Voglio dire, quando precipitammo fino ad essere i Beoni che ora siamo, Ariosto? – venne fuori a domandare una voce, dalla densa nube di fumo, che riempiva la piccola sala medievale. Ariosto si passò le dita nella lunga barba bianca, strisciandola con aria d’incertezza sul collare increspato della toga di velluto: – Sarà stato negli ultimi decenni… forse, ma avvenne poco per volta.

Abraham Merritt - Lande Incantate

Abraham Merritt 1884 – 1943

Attraverso la Lente del Drago, (Through the Dragon Glass) di Abraham Merrit  (incipit)

Hemdon partecipò al saccheggio della Città Proibita quando gli Alleati trasformarono la repressione della rivolta dei Boxer nella più fastosa scorribanda dai tempi di Tamerlano. Sei marinai della sua ciurma lo accompagnarono fedelmente nella piratesca impresa. Una nobildonna russa con la quale Hemdon si era intrattenuto a New York fece in modo che egli ritornasse sano e salvo alla costa e al suo yacht. Fu così che Hemdon riuscì a oltrepassare gli Stretti
con tanta parte dei tesori del Figlio del Cielo quanta ne sarebbe spettata al miglior vignaiolo della missione di Pechino. Herndon regalò una parte del bottino ad alcune giovani e affascinanti signore che avevano incontrato, o
ancora incontravano, i suoi favori.

La Ricerca di Iranon, (The Quest Of Iranon) di Howard Phillips Lovecraft                                                               (incipit)

Nella città di Teloth, fatta di granito, si aggirava un giovane che portava sulla testa una corona fatta di foglie di vite, con i biondi capelli lucenti di mirra e la veste purpurea stracciata dai rovi del monte Sidrak, che era
situato al di là dell’antico ponte di pietra. Gli uomini di Teloth erano bruni di pelle, avevano un aspetto severo e
abitavano in case quadrate. Con volto accigliato chiesero allo sconosciuto da dove venisse e quali fossero il suo nome e la sua ricchezza. – Sono Iranon, e provengo da Aira – rispose il giovane, – è una lontana città che ricordo vagamente ma che cerco di ritrovare. Sono un cantore e canto le canzoni che imparai nella mia città; la mia visita nella vostra
terra serve ad abbellire le cose di gioventù che si ricordano. «La mia ricchezza sta nei piccoli ricordi, nei sogni e nelle speranze che canto nei giardini, quando la luna è giovane e il vento dell’ovest agita i boccioli dei fiori di loto.

I Gatti di Ulthar, (The Cats of Ulthar) di Howard Phillips Lovecraft                                                                        (incipit)

Si dice che a Ulthar, una cittadina situata sul fiume Skai, nessun uomo possa uccidere un gatto, perché il gatto è un animale enigmatico ed è in grado di vedere cose strane che sfuggono agli uomini. Il gatto è l’anima dell’antico Egitto e depositario di leggende di città dimenticate in Meroe e Ophir. Discende dai padroni della giungla ed è erede dei segreti dell’Africa antica e misteriosa. La Sfinge è sua cugina, e il gatto parla la sua lingua; ma è più antico della Sfinge e ricorda ciò che essa ha dimenticato.

La Via per Ecben, (The Way Of Ecben) di James Branch Cabell                                                                                       (incipit)

È un’antica storia quella che ci racconta della lotta tra Alfgar, re di Ecben, e Ulf, re di Rorn. Furono travolti dalla loro ostilità perché entrambi desideravano la figlia di Thordis, chiamata Ettaine. Due re la desideravano perché di tutte le donne di questo mondo Ettaine sembrava la più bella. Fu l’azzurro dei suoi occhi, che avevano la luminosità del cielo primaverile quando non c’erano nuvole tra la volta celeste e le teste degli uomini, la causa per cui si scontrarono come nubi temporalesche gli eserciti di Rorn e di Ecben. Il sangue fu sparso ovunque a causa del rosso delle labbra di Ettaine.

E. R. Eddison - Lande Incantate

E. R. Eddison 1882 – 1945

Nel Valhalla, (In Valhalla) di E. R Eddison                                                                                              (incipit)

Dall’al di là di quelle profondità senza luci dove l’ultimo fioco raggio dell’ultima stella si dissolve nelle tenebre eterne, occhi immortali fissavano Fyrisfield: gli occhi del grande Padre di Tutti, assiso su un nobile trono che sembrava scolpito in nubi temporalesche color rame, e intarsiato con quelle gradazioni che incombono sul mare al tramonto, e ornato e ingemmato con stelle notturne.E l’aspetto del Suo torace e delle Sue spalle e delle braccia nerborute e delle cosce muscolose di Lui, in parte esposti e in parte velati, era come l’aspetto delle vertiginose pareti e dei nudi e ripidi pendìi di brulle montagne rocciose, quando il grigiore che precede l’alba inizia ad agitarsi in quelle altitudini di aria senza ali, e le trapunte di nuvole si ritraggono, e l’oscurità striscia come un manto, e le prodigiose e fredde membra
sembrano svegliarsi dal torpore, e da piccole e strette valli remote, giù in fondo dove gli uomini hanno le loro piccole abitazioni, un gallo annuncia l’alba.

 EDIZIONE

Il Grande Libro della Fantasy Classica AA. VV. a cura di Alex Voglino, Casa Editrice Nord 1998. Attualmente è reperibile solamente usato .

(687)

Il Grande Libro della Heroic Fantasy AA. VV. a cura di Alex Voglino
Momo di Michael Ende
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Gioia Riccardi

« Penso che la cosa più misericordiosa al mondo sia l'incapacità della mente umana di mettere in relazione i suoi molti contenuti. Viviamo su una placida isola d'ignoranza in mezzo a neri mari d'infinito e non era previsto che ce ne spingessimo troppo lontano. Le scienze, che fi­nora hanno proseguito ognuna per la sua strada, non ci hanno arreca­to troppo danno: ma la ricomposizione del quadro d'insieme ci aprirà, un giorno, visioni così terrificanti della realtà e del posto che noi occupiamo in essa, che o impazziremo per la rivelazione o fuggiremo dalla luce mortale nella pace e nella sicurezza di una nuova età oscura. » H.P. Lovecraft, Il Richiamo di Cthulhu 1928.

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