Sicuramente molti di voi conosceranno il leggendario basilisco grazie al film fantasy “Harry Potter e la camera dei segreti”. In questa saga il mago Harry Potter si batte contro questo mostro, il basilisco, un gigantesco serpente dallo sguardo mortale.
Eppure le origini del basilisco sono molto più antiche e risalgono alla mitologia romana, Plinio il Vecchio e Solino, inizialmente, descrivono il basilisco come un piccolo serpente, lungo meno di venti centimetri, che nonostante la sua dimensione è la creatura più mortale in assoluto. E’, infatti, velenosissimo ed in grado di uccidere con il solo sguardo o con il suo fiato.
Nel medioevo il basilisco venne successivamente definito “il re dei serpenti”, era rappresentato con una macchia bianca in mezzo alla testa o con un diadema.
Secondo la leggenda esso nascerebbe da un uovo deposto da un gallo anziano, covato da un serpente o da un rospo per 9 anni. In seguito, per questo motivo la descrizione della creatura cominciò ad inglobare caratteristiche proprie dei galli e per questo motivo gli autori di quel tempo lo rappresentavano con il corpo da gallo e la coda di serpente. Alcuni raffiguravano il basilisco con delle ali di drago, o delle fiamme che gli escono dalla bocca.
I testi in cui il basilisco compare maggiormente sono senza dubbio i Bestiari medievali, una particolare categoria di libri che raccoglievano brevi descrizioni di animali (reali e mitologici), accompagnate da spiegazioni legate alla simbologia di questi ultimi e riferimenti tratti dalla Bibbia.
Negli anni 1100/1200 Alessandro Neckam, scienziato e filosofo, formulò una teoria secondo la quale non era lo sguardo del basilisco ad uccidere direttamente, ma il problema era nella corruzione dell’aria che esso provocava. Questo perché nello stesso periodo si credeva che i rettili nascessero dalla putrefazione della materia causata dal calore esterno. Questo collegamento tra calore e serpenti presto diede origine alla convinzione che, durante i mesi estivi, i rettili fossero responsabili della corruzione dell’aria e dell’imputridimento delle acque che causavano epidemie malariche.
Il basilisco ancora oggi compare negli stemmi delle città di: Sternatia, nel Salento, di Lauria, Melfi, Teana e Venosa, in Basilicata e di Aversa, in Campania. Gli stemmi rappresentano la potenza ed eternità della stirpe, in quanto il basilisco secondo le credenze, ha una vita lunghissima.
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