Ve’ che bel titolo per questo articolo curioso. E quando parlo di articolo, non mi riferisco alle parole che state leggendo, ma al prodotto tutto made in USA (tanto per cambiare) che vi voglio presentare.
Come già scritto nel titolo, si tratta di un prototipo di macchina da scrivere che ha l’obiettivo di integrare componenti moderne e vintage in un unico oggetto.
L’obiettivo principale di questo prodotto è quello di consentire nuovamente agli scrittori di dedicarsi alla loro attività senza le distrazioni che il computer porta con sé. Avere un dispositivo dedicato solo alla scrittura, infatti, aiuta la concentrazione limitando le possibilità di distrazione. A questa idea di base, i due progettisti Adam Leeb e Patrick Paul, hanno aggiunto dettagli tanto cari agli appassionati delle typewriter di qualche decennio fa, come i tasti meccanici che riproducono il suono della battitura anni settanta, ma anche utilità ultra moderne di cui non si può fare a meno, come la sincronizzazione costante dei file tramite WiFi con il cloud dati che si preferisce, così da non perdere mai nemmeno una parola del proprio romanzo.
Come potete vedere dalla foto, la Hemingwrite dispone di un display ad inchiostro elettronico retroilluminato (come quello del Kindle e di altri e-book reader, per intenderci) che rende la lettura agevole e non stancante per gli occhi. L’elevato contrasto permette di leggere alla luce del sole sul display come se fosse carta. Proprio in virtù dei bassissimi consumi dello schermo,la batteria interna della macchina da scrivere dura fino a 6 settimane. Immagino che questo dato sia riferito al funzionamento base con WiFi spenta, ma dalla scheda tecnica non si evince chiaramente. Fatto sta che se volete prendere bagagli e burattini e trasferirvi in una baita sperduta sulle Alpi per scrivere in tranquillità, potrete stare sicuramente più di un mese senza corrente elettrica. Bello vero? Peccato che poi dovrete sottrarre tempo alla scrittura per gestire la casa, cucinare e magari procurarvi la legna per il camino se è inverno e quindi forse è meglio rimanere in città e sopportare moglie e figli… Sto divagando….
L’ultima caratteristica tecnica è la memoria interna che, dovendo contenere solo documenti di testo, ha lo spazio necessario a conservare milioni di file. Con il già citato backup in cloud poi lo spazio è virtualmente illimitato e non ci sono i problemi legati alla cancellazione di vecchi documenti.
Un ultima cosa, lo giuro: il nome è ovviamente ispirato ad Ernest Hemingway, ma credo che anche i più distratti di voi lo abbiano capito dal titolo.
Quello in foto è Adam Leeb, l’ingegnere meccanico che si è occupato della progettazione hardware della Hemingwrite. L’immagine è tratta dal sito ufficiale e mi spiace per la pessima scelta di un tavolo bianco che non permette di distinguere in modo chiaro la sagoma della macchina da scrivere, ma questo passava il convento.
Vi saluto ricordandovi che si tratta solo di un prototipo, ma che sembra stia riscuotendo parecchio successo e quindi presto o tardi la troveremo nei negozi di tutto il mondo. Non riesco a prevedere un possibile prezzo. Se siete interessati potete seguire il sito ufficiale (già linkato). Personalmente mi terrò informato, per cui se non avete voglia di sfogliare pagine in inglese, quando si saprà qualcosa in più, provvederemo noi ad avvisarvi.
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