Sul blog siamo in vena di pane e nutella. Vi rivelerò una parte di me ora che vi presento questi personaggi che conosciamo tutti. Personaggi che, se anche non abbiamo seguito su pagine colorate o in film che ancora faticavano a ricreare gli effetti speciali, sono comunque parte di noi. Io non ho mai letto i fumetti, ho visto i film adesso. Ma sono stati in molti casi la mia ispirazione. Chi, in uno slancio di altruismo, non ha mai sentito dire a un parente una frase del tipo:
“Fai già anche troppo, università, lavoro, tutto questo tempo con me. Non sei mica Superman, sai?”
Spiderman, zia May rivolta a Peter Parker, film 2002
La voglio.
Tony Stark deve scegliere una nuova segretaria, film Iron Man 2
Bella, misteriosa, astuta, ambigua, letale.
Questi sono i tratti che conosciamo, i tratti che amiamo e temiamo al contempo.
Sono caratteristiche che la Vedova Nera, nei Marvel alias Natasha Romanoff, ha imparato ad usare fuggendo da se stessa, cercando di essere un’altra persona e non credo sia facile cancellare un’intera esistenza e i suoi ricordi, soprattutto quando non è stata una scelta.
Sfuggita alla Rivoluzione Russa, la granduchessa in incognito viene addestrata da una setta ninja nota come la Mano e apparentemente è anche molto versata nelle arti marziali, a tal punto che sarebbe diventata l’arma suprema della setta. Forse quel carattere ribelle che i parenti descrivevano ha finalmente trovato la sua vocazione.
Non conosce più sentimenti, non conosce giustizia né vendetta: conosce l’azione e chi la paga a sufficienza per eseguirla. Giunge a tal punto che l’organizzazione S.H.I.E.L.D. decide di eliminarla, perché averla come potenziale nemica è un lusso che non possono permettersi.
Salvata da un destino da eterna serial killer (secondo le mie fonti da Capitan America e da Logan che in seguito diventerà Wolverine), Natasha scopre di voler essere un altro genere di persona, ma non riesce a fare a meno di essere riservata e di nutrire dubbi in chiunque la circondi. A preoccuparla di più sono i dubbi che gli altri nutrono in lei e così cerca in tutti i modi di redimersi e di trovare definitivamente la propria identità.
Nei film più recenti, Iron Man 2, The Avenger (2012) e Capitan America: The Winter Soldier, il ruolo della Vedova Nera è stato interpretato, parere mio, brillantemente da Scarlett Johansson. Salvo che in The Avenger, dove comunque gli altri supereroi la lasciano nella loro ombra, la Vedova Nera non ha molto più spazio che quello di un personaggio secondario. In Iron Man 2 ad un tratto l’attraente segretaria, di cui non si sa null’altro, inizia ad agire e per quanto accetti persino l’aiuto di un altro collaboratore, non si preoccupa per lui: lei va dritta alla meta, veloce e sparata come un missile. Mentre lui si libera di un avversario, lei ha già superato il corridoio.
Cerca di essere altruista, di mettersi in gioco in tutto e per tutto, ma alla fin fine resta in lei quel seme di egocentrismo, una radice che la spezza e la rianima ogni volta che è in difficoltà.
Cosa penso di lei? – Sono un po’ indecisa: la mia passione per il personaggio di Anastasia Romanov, nutrito sin da bambina, mi spingerebbe a dire che bisognerebbe darle più spazio. Ma dall’altro lato vedo che lei non sarebbe la stessa, non sarebbe così misteriosa e imprevedibile se la conoscessimo meglio attraverso un altro film.
Riassumendo questa volta non sono capace di dire in che genere fantasy collocare la Vedova Nera: non è di certo nata come eroe, né lo è diventata per esserlo – cerca solo di ripagare un debito, citando più o meno le sue parole.
Per quasi un secolo i parenti fuggiti in Francia, o in altri paesi europei, continuarono a nutrire la speranza di ritrovarla. La speranza era nutrita dal nome stesso della nobile diciassettenne: Anastasia infatti significa “risorta” e quindi “tornata a vita nuova”.
Agli inizi del duemila, grazie anche alla scoperta dell’analisi del DNA, si trovarono in una fossa comune gli ultimi resti dei corpi mancanti della famiglia reale. Si scoprì che Anastasia era stata uccisa e bruciata la stessa notte delle sorelle, del fratellino e dei genitori.
Dei vari film, drammi e romantici romanzi non ci resta altro che l’affetto per quella figura così normale, nonostante nascondesse dentro di se una grande eredità (l’Impero Russo) e il cuore di una qualsiasi ragazza che vuole solo ritrovare la famiglia e essere amata.
Oltre all’affetto io trovo in me anche una specie di compassione: compassione per la nonna che è morta continuando a sperare di riabbracciare la nipote, compassione per la ragazza che è morta prima ancora di capire che la camera da condividere con le sorelle non era una specie di vacanza, bensì la prigionia loro assegnata dai rivoluzionari contro il padre che non aveva mai saputo regnare.
Per approfondire, leggete l’articolo su Wikipedia. Ai miei tempi, quando feci l’esposizione, lo trovai molto utile e ben aggiornato.
Per la prossima puntata:
• Quarta puntata dei fumetti filmati
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