Già nel lontano passato l’uomo ha avuto bisogno di una lettura che lo facesse volare lontano dalla sua vita quotidiana e gli insegnasse a guardarsi un’altra volta allo specchio, scoprendo che fra lui e l’eroe c’è più differenza di quanta non vorrebbe notarne.
La parola fantasy è inglese e significa “fantasia”. Quindi tutte le leggende, i miti, le favole, le fiabe e i racconti fantasiosi appartengono a questo genere come tutti i romanzi che oggi definiamo, per l’appunto, fantasy.
Storicamente troviamo i primi racconti fantastici nell’antica Babilonia, 18 secoli avanti Cristo, un racconto di un “re che superò tutti gli altri re”. Purtroppo si è perso il finale, ma già dal titolo ci ricorda il mito di re Artù. In seguito l’Odissea ci è più famigliare che, a ripensarci, non è poi tanto lontana dall’essere una storia inventata come il fantasy contemporaneo. Persino le mille e una notte potrebbero essere viste come una raccolta dei primi racconti fantastici orientali. Non dimentichiamo l’orgoglio nazionale della Divina Commedia e Shakespeare con Sogno di una notte di mezza estate che ha a sua volta sostenuto le basi che ci fanno da traccia nella storia del fantasy.
Per decidere se il libro che avete comperato è un fantasy oppure una qualsiasi altra cosa, la definizione generale è questa:
Un libro che contiene uno solo di questi punti generali è un fantasy al pari di un altro che ne ha due, tre o persino tutti. Forse adesso vi rendete conto perché dire di aver scritto un libro fantasy può essere una presentazione vaga per la casa editrice cui inviate un manoscritto.
Giunti a questo punto ci rendiamo conto che il fantasy ha radici antiche almeno quanto l’umanità stessa e così tante diramazioni che temo non finiremo più di elencare. Ma non temete: se Michael Ende è riuscito a riporre nell’astuccio la sua penna dopo la Storia Infinita, perché non dovremmo riuscirci anche noi con una semplice enciclopedia sui generi fantasy?
Partiamo da dove parte qualsiasi avventura tipica dell’High Fantasy: dal suo protagonista.
Nel High Fantasy il protagonista non è mai solo. Ha sempre al suo fianco qualcuno che crede in lui, lo aiuta a proseguire o gli spiana il terreno. E’ facile trovare nel High Fantasy compagnie o comunque più amici, tipo la famosa Compagnia dell’Anello.
Spesso gli amici si dividono, per disgrazia o per una scelta forzata, e qualcuno diventa protagonista di un’altra avventura collegata alla storia principale. L’autore segue i suoi protagonisti a modo suo.
L’High Fantasy ha una geografia precisa e ben studiata, dotata di mappe che l’autore conosce meglio delle sue tasche. Se siete una frana in geografia come me, consiglio di fare appunti e di disegnare quello che descrivete: così avrete una visuale più chiara e a correggere non dovrete fare attenzione a errori di descrizioni di paesaggi.
Per la Storia è meglio averla bene in testa. Non serve dare giorno, ora, minuto e secondo: però prendete chiodo e martello e fissate il quadro alla parete. Il quadro della vostra storia si appende su quel chiodo e nient’altro. Vi faccio un esempio pratico: quando Frodo cresce con le avventure di Bilbo, non dirà “Perdinci”, ma piuttosto “Per Smaug”. Insomma, le espressioni e i proverbi sono tutti fortemente influenzati dalla Storia di un popolo, dalle leggende e dalla sua cultura.
In entrambi i casi, l’High Fantasy cerca di creare un mondo il più concreto possibile. Lo scrittore del High Fantasy dedica molte pagine alla descrizione di questo mondo per renderlo inconfondibile.
L’High Fantasy descrive molte razze umanoidi che vivono nel mondo da loro inventato.
Generalmente le razze hanno degli schieramenti tipici: umani, elfi, nani e compagnia per il Bene, mentre orchi, goblin e troll sono al servizio del Male. Ricordiamoci delle classiche antipatie (nani e elfi) che creano a volte qualche difficoltà e poi le razze un po’ meno conosciute: gnomi, fate, spiritelli e folletti.
Ogni razza rappresenta una caratteristica umana un po’ caricata: elfi saggi, eleganti e anche presuntuosi; nani guerrieri, ostinati e orgogliosi; umani intrepidi, idealisti e testardi.
Sul lato del Bene combattono gli idealisti, i sognatori di un mondo migliore, i saggi e i nobili d’animo. A trarre le somme, sono molto meno numerosi dei loro avversari: forti, crudeli, spietati ma senza un briciolo di cervello.
E così giungiamo alle guerre sanguinose sui campi aperti. Non è una casualità che ci abbiate pensato: è una caratteristica del High Fantasy. Un High Fantasy tutto rose e fiori è praticamente impensabile: se proprio vi accorgete di non voler far combattere i vostri personaggi, almeno pensate alle spine: tutte le rose hanno spine ed è facile pungersi e far infettare la ferita.
High Fantasy e magia, magia e High Fantasy. Indivisibili. Tuttavia la magia è un’arma da non mettere troppo facilmente nelle mani dei nemici o degli amici. Su entrambi i fronti ci sono maghi versati e mentre sul lato dei buoni viene usata solo se necessario e con saggezza, il mago votato al male invece farà tutto il possibile e l’impossibile per ostacolare il protagonista.
Per concludere:
Per la prossima puntata:
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Abiti in Svizzera tedesca e sai scrivere in italiano molto meglio di me, ti invidio 🙂
Scrivi in modo naturale e chiaro, però è meglio non usare “tipo”, ma altra parole o locuzioni come “per esempio” (o almeno, i miei insegnanti di italiano criticano sempre l’uso di questa parola).
“- Tutti i titoli citati come fantasy in generale: sono, parlando storicamente, i veri padri del fantasy, che ovviamente hanno caratteristiche del fantasy come il padre somiglia al figlio, ma NON SONO fantasy!”
Invece è poco chiaro a vago, ti consiglio di rivisitarlo.
Ha parlato il genio! 😉
Con ordine…
Grazie per il complimento. Da qualche parte dovevo compensare la mia voragine matematica. 😛
tipo… sto lentamente sostituendo la parola, ma sono troppo impegnata a eliminare le frasi passive (e non mi riesce sempre). Vedrai che nel corso dei prossimi articoli diminuiscono. 😉
In qualsiasi caso la frase si riferiva agli scritti dalla Babilonia, re Artù, l’Odissea, la Divina Commedia, Sogno di una notte di mezza estate e compagnia bella: hanno un elemento fantastico, a volte hanno luogo in un mondo immaginario (Avalon per Artù). Così hanno saputo ispirare gli autori che adesso riconosciamo come scrittori fantasy.
In un certo senso Omero, Dante e Shakespeare sono stati i padri di Tolkien, C.S. Lewis e tanti altri.
Così è abbastanza dettagliato?
…mi fa piacere avere un lettore compatriota. Benvenuto sul blog 🙂