Trama: Eragon trova una liscia pietra blu nella foresta, è convinto che gli sia toccata una grande fortuna: potrà venderla e nutrire la sua famiglia per tutto l’inverno. Ma la pietra in realtà è un uovo. Quando si schiude rivelando il suo straordinario contenuto, un cucciolo di drago, Eragon scopre che gli è toccato in sorte un’eredità antica come l’Impero. Forte di una spada magica e dei consigli di un vecchio cantastorie, dovrà cavarsela in un universo denso di magia, mistero e insidie, imparare a distinguere l’amico dal nemico, dimostrare di essere il degno erede dei Cavalieri dei Draghi.
La coppia. Ebbene oggi vi descriverò una delle coppie che mi ha causato più carenze di zucchero da quando io mi ricordi, per giorni dopo la fine del’ultimo libro sono stata a mangiare solo, e sottolineo solo, cioccolata a pranzo e a cena. La coppia, o per meglio dire, la non coppia è quella di Eragon e Arya del ciclo dell’eredità.
Per iniziare vorrei sottolineare l’insufficienza di glucosio che mi ha causato il continuo peregrinare del nostro eroe all’inseguimento dell’elfa più insensibile e aliena dell’intero suo popolo. Sì, lo so che stiamo parlando del popolo elfico che è distante e diverso dall’essere umano, ma Arya non fa altro che mostrarsi scostante, superba, anche un po’ acida nei confronti del nostro cavaliere di draghi e lui, per tutta risposta, cosa fa??? Invece, di cacciare un po’ di orgoglio e testardaggine, tratti che lo caratterizzano in altre parti del romanzo, sembra un cagnolino bastonato, sempre costantemente nell’ombra di quest’amore impossibile. Eragon è goffo, impaurito, perdente nel momento stesso in cui posa gli occhi sulla nostra robotica Arya. Attenzione non sto affermando che debba essere una storia d’amore per forza corrisposta, in realtà all’inizia la scelta dell’autore di mostrare un rapporto fortemente sbilanciato è giustificata: un ragazzino e un elfa millenaria cosa mai li può accomunare? Sto criticando, invece, la mancanza di sviluppi nel rapporto amoroso, è una situazione statica, immutata. Insomma nei libri assistiamo a tutto ciò che egli sopporta, il sacrificio che sceglie di affrontare, si sottolinea come Eragon matura nelle sue diverse sfaccettature e quali sono gli sviluppi del protagonista che si hanno con Arya? Ve lo dico io nessuno! Purtroppo nelle iterazioni dei due non percepisco romanticismo, tenerezza, delicati equivoci di un amore giovanile, ma solo una serie di scene consequenziali che sarebbero potute accadere tutto nelle stesse giorno.
Ad onor del vero devo dire che nell’ultima parte c’è un cambio repentino di atteggiamento di Arya, ma avviene così dal nulla, le sue motivazioni non reggono, sono spuntate di punto in bianco ed era meglio arrivati alla fine lasciare tutto piatto come era stato. Sono spiacente di dire che questa coppia non convince, non strappa emozioni al lettore lo fa solo infuriare perché sta leggendo un percorso di due amanti innaturale.
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Lissa
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