Il tipico Elfpunk – ci sono già creature a sufficienza e lei le sta solo usando. L’Urban Fantasy, invece, a volte può far sbucare fuori creature superpotenzializzate e diaboliche.
Elizabeth Partridge parlando di Holly Black (scrittrice dell’Elfpunk), al National Book Award (2007)
In questo articolo ci dedicheremo a tre sottogeneri del fantasy contemporaneo.
Voglio anticipare alcune caratteristiche di questo articolo per renderne più semplice la lettura.
Seppur Sangue d’elfo somigli come trama più a un High Fantasy (viaggio in un altro mondo), devo affermare che è un perfetto fantasy contemporaneo e quindi un Elfpunk. Sulla qualità del primo libro le recensioni hanno visto sia la categoria delle stelle che delle stalle, ma Pia è in continuo viaggio da un mondo all’altro, involontariamente, e deve quindi ogni volta riadattarsi, capire quanto tempo è realmente passato dalla sua partenza al suo ritorno (nel primo viaggio ricordo qualcosa del genere: Pia era stata nel nostro mondo per nemmeno una settimana, mentre nell’altro mondo erano passati dodici anni). Nel nostro mondo comunque non è che possa tornare alla sua routine: fra una storia e l’altra, gli eventi non fanno mai altro che precipitarsi e metterla in difficoltà, perché man mano i suoi avversari nel nostro mondo iniziano a capire che Pia ha accesso a un qualcosa di magico, di scientificamente inspiegabile. E in una favela è facile che questo potere, se si riuscisse a padroneggiarlo, verrebbe mal usato.
Quindi tutto sommato per l’Elfpunk possiamo dire che è possibile viaggiare fra i mondi, ma si resta ancora molto legati a quello reale, mentre si perde il controllo sulle situazioni che ti crollano addosso nel mondo magico.
Fai già anche troppo, università, lavoro, tutto questo tempo con me. Non sei mica Superman, sai?
Zia May rivolta a Peter Parker, Spider-Man, film 2002
Cosa abbiamo pensato nel sentire questa frase? – Zia, non ti sbagli mai. Superman qui non centra niente, per una volta.
Ho scelto questo personaggio perché è molto noto sia in pregi che difetti, e forse fra tutti i protagonisti e supereroi, è l’unico che venga così radicalmente e continuamente messo alla prova con se stesso. Ormai avrete imparato a conoscermi: mi piacciono i protagonisti imperfetti, quelli che fanno errori e – magari per orgoglio – li ammettono solo quando è tardi, anche se sanno che è un errore. Ma che lo ammettano o no, lottano sempre per far emergere il lato migliore di se e rimediare ai guai che hanno portato.
“Neanche per me ha senso. Non ho idea di come funzioni un Imprinting, mi dovrai insegnare”, replicò lui, in tono dolce ed esitante.
Rephaim rivolto a Steavie Rae, La Casa della Notte – Burned, P.C. Cast e Kristin Cast
In questo sottogenere possiamo mettere dentro tutti i fantasy con sfondi fisici-sensuali, insomma, complessivamente potremmo parlare dei romanzi rosa o Harmony ambientati in un contesto fantasy.
Sempre in una città affollata, ma in una realtà fittizia. Nel senso che, per quanto reali siano le città e la tecnologia che finalmente non resta indietro e neppure ci catapulta in un futuro lontano, la società non combacia di certo con quella attuale.
In La Casa della Notte tutti sanno che i vampiri esistono ed è persino parte dell’educazione scolastica, averne un’infarinatura su cosa sono/fanno. Nelle ultime generazioni i vampiri hanno fondato diverse scuole, ma restano i pregiudizi e l’ignoranza a lasciarli isolati, una solitudine che a chi brama il potere fa comodo, perché può crescere e irrobustirsi nell’ombra.
Per la prossima puntata:
Perché i Marvel? – Come ben sappiamo, il fantasy per essere fantasy ha bisogno di una sola componente fantastica. A volte i protagonisti sono divertenti (comici), altre chiusi e sensibili, altre ancora non hanno alcuna coscienza. E in tutto questo i Marvel non hanno usato un grande vocabolario: colori, suoni scritti e poche bolle bianche raccontano storie e molto spesso ci hanno fatto persino pena, nonostante avessero poteri che molti sognano.
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