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Elfpunk, Urban Fantasy e Paranormal Romance

Elfpunk/Cyberpunk

Il tipico Elfpunk – ci sono già creature a sufficienza e lei le sta solo usando. L’Urban Fantasy, invece, a volte può far sbucare fuori creature superpotenzializzate e diaboliche.
Elizabeth Partridge parlando di Holly Black (scrittrice dell’Elfpunk), al National Book Award (2007)

In questo articolo ci dedicheremo a tre sottogeneri del fantasy contemporaneo.
Voglio anticipare alcune caratteristiche di questo articolo per renderne più semplice la lettura.

  • 1. Per ogni sottogenere citerò esempi da un solo libro, per non dover riassumere ad ogni punto a quale storia si potrebbe vedere una parallela.
  • 2. In italiano non abbiamo una traduzione corretta per il Cyberpunk, che sarebbe il vero nome dell’Elfpunk. In qualsiasi caso in questa puntata mi riferirò all’Elfpunk usandolo incorrettamente come equivalente al titolo del Cyberpunk. Consiglio di leggersi questo articolo in inglese su Wikipedia per approfondire l’argomento.
  • 3. I libri che citerò:
    • a. Per l’Elfpunk: Artemis Fowl di E. Colfer e Le Cronache degli Elfi – Sangue d’elfo di W. Hohlbein (credo che non ci sia ancora la traduzione in italiano, di quest’ultimo).
    • b. Per l’Urban Fantasy: Spiderman di S. Lee e S. Ditko.
    • c. Per la Paranormal Romance: La casa della notte di P.C. Cast e Kristin Cast.

Il protagonista dell’Elfpunk…

  • • Genio del male oppure un personaggio fuorilegge e che non esita a premere il grilletto quando gli si scombussola il suo piano.
  • • Mente molto organizzata, cerca anche nelle situazioni più astratte un filo di logica in base alle sue esperienze fino a lì e lo mette in pratica.
  • • A volte, non sempre perché siamo comunque nel Low Fantasy, ha un amico al suo fianco.
    • o Artemis Fowl può sempre contare sulla sua guardia del corpo Domovoi Leale, anche se probabilmente lui stesso non calcola troppo importante la sua presenza.
    • o In Sangue d’elfo la ladra delle favelas di Rio de Janeiro Pia viene trascinata da un elfo comparso dal nulla in un altro mondo. Ma non viene trascinata da sola: con lei c’è la compagna di un suo conoscente dal quale si era rifugiata dopo che un furto era andato a male. Pia e Alica hanno due caratteri molto determinati, entrambe cercano sempre di pianificare le cose. Nel nuovo mondo, sfuggendo loro di mano la situazione, nascono le incertezze nel subconscio che faranno litigare spesso le due donne. Tuttavia è una delle poche – se non uniche – presenze che saranno vicine a Pia non solo nel primo, ma anche nel secondo libro. (totale 3 volumi)
  • • Una profezia prevede le sue avventure.
    • o Nel caso di Pia, che lei sia davvero la scomparsa principessa degli elfi Gaylen di cui le parlano a Bianco Bosco (luogo in cui è stata catapultata con Alica) o meno, come dirà Alica nel secondo libro “non importa più che tu lo sia o no. E’ quello in cui credono”. Ci sono tratti che potrebbero provare a Pia di essere Gaylen, altre in cui si dubita fortemente che in quel viso da ladra con quei capelli biondissimi e la pelle chiara nel bel mezzo di una favela si possa nascondere anche solo lontanamente una parentela o discendenza da quella principessa che “porterà la libertà”.

Ambientazione

Seppur Sangue d’elfo somigli come trama più a un High Fantasy (viaggio in un altro mondo), devo affermare che è un perfetto fantasy contemporaneo e quindi un Elfpunk. Sulla qualità del primo libro le recensioni hanno visto sia la categoria delle stelle che delle stalle, ma Pia è in continuo viaggio da un mondo all’altro, involontariamente, e deve quindi ogni volta riadattarsi, capire quanto tempo è realmente passato dalla sua partenza al suo ritorno (nel primo viaggio ricordo qualcosa del genere: Pia era stata nel nostro mondo per nemmeno una settimana, mentre nell’altro mondo erano passati dodici anni). Nel nostro mondo comunque non è che possa tornare alla sua routine: fra una storia e l’altra, gli eventi non fanno mai altro che precipitarsi e metterla in difficoltà, perché man mano i suoi avversari nel nostro mondo iniziano a capire che Pia ha accesso a un qualcosa di magico, di scientificamente inspiegabile. E in una favela è facile che questo potere, se si riuscisse a padroneggiarlo, verrebbe mal usato.

Quindi tutto sommato per l’Elfpunk possiamo dire che è possibile viaggiare fra i mondi, ma si resta ancora molto legati a quello reale, mentre si perde il controllo sulle situazioni che ti crollano addosso nel mondo magico.

Urban Fantasy

Fai già anche troppo, università, lavoro, tutto questo tempo con me. Non sei mica Superman, sai?
Zia May rivolta a Peter Parker, Spider-Man, film 2002

Cosa abbiamo pensato nel sentire questa frase? – Zia, non ti sbagli mai. Superman qui non centra niente, per una volta.
Ho scelto questo personaggio perché è molto noto sia in pregi che difetti, e forse fra tutti i protagonisti e supereroi, è l’unico che venga così radicalmente e continuamente messo alla prova con se stesso. Ormai avrete imparato a conoscermi: mi piacciono i protagonisti imperfetti, quelli che fanno errori e – magari per orgoglio – li ammettono solo quando è tardi, anche se sanno che è un errore. Ma che lo ammettano o no, lottano sempre per far emergere il lato migliore di se e rimediare ai guai che hanno portato.

Il protagonista dell’Urban Fantasy…

  • • Personaggio semplice, senza grandi entrate e con un passato alle spalle spesso già difficile di suo.
    • o Devo citare un esempio? – Peter Parker viene abbandonato dai genitori e affidato agli zii e in età adolescenziale perderà lo zio dopo una litigata
  • • Non chiaramente definito se simpatico o asociale. Dipende dalla trama.
  • • Vive nel nostro mondo e scopre di avere superpoteri in un momento di rabbia.
    • o In che modo sia giunto ad avere quei poteri è sempre determinato dalla fantasia dell’autore.
  • • E’ inizialmente sconvolto, se non persino impaurito dalle sue capacità e decide di volerne avere il controllo assoluto su questi poteri, per non mettere a rischio nel quotidiano i suoi cari, molto spesso consapevoli di un cambiamento nel comportamento del protagonista, ma non sanno altro. (Rileggere frase introduttiva all’Urban Fantasy)
  • • I suoi antagonisti spesso condividono gli stessi ambienti del protagonista, cosa che facilita il riconoscimento l’uno dell’altro e quindi rende non solo difficile scegliere cosa fare all’eroe, ma aumenta i rischi per le persone che stanno a cuore al “buono”.
  • • Inizia a combattere a scopi personali, ma poi capirà che, come diceva zio Ben a Peter Parker: “Da un grande potere deriva una grade responsabilità”.
    • o Il protagonista si accolla le sue responsabilità, anche se non smetterà mai di lottare contro le proprie debolezze e a ritrovarsi avversari sempre più agguerriti.

Ambientazione

  • • Sempre nelle grandi metropoli, e parlando di Urban Fantasy, nato in America, non può che trovar luogo che in città come New York e compagnia bella.
  • • Il protagonista può vivere sia in periferia che semplicemente in un quartiere più povero.
  • • Spesso la tecnologia/scienza descritta nelle storie è ancora leggermente superiore alla nostra attuale, il che rende ridicoli alcuni film/serie girati in un lontano passato, ma la Marvel sta rilanciando questi vecchi film proponendoli con i mezzi che abbiamo oggi per ricreare scene e specialmente gli effetti speciali.

Paranormal Romance (PR)

“Neanche per me ha senso. Non ho idea di come funzioni un Imprinting, mi dovrai insegnare”, replicò lui, in tono dolce ed esitante.
Rephaim rivolto a Steavie Rae, La Casa della Notte – Burned, P.C. Cast e Kristin Cast

In questo sottogenere possiamo mettere dentro tutti i fantasy con sfondi fisici-sensuali, insomma, complessivamente potremmo parlare dei romanzi rosa o Harmony ambientati in un contesto fantasy.

Il protagonista della Paranormal Romance…

  • • Spesso superdotato/a nel suo campo
    • o Zoey ha un’affinità verso tutti gli elementi, questo la rende capace anche di evocarli in caso di bisogno.
  • • Scopre i suoi poteri in seguito a un cambiamento radicale.
    • o Zoey viene “segnata”.
  • • Incontra prima una rivale e poi un gruppo di amici.
    • o La rivale però non è la sua antagonista, cosa che – un po’ come Harry che ha puntato il dito contro Piton piuttosto che contro Raptor – tende a sorprendere il protagonista.
  • • I gruppo di amici può essere formato in diversi modi, possono essere la classica triade oppure di più, ma troveremo due caratteri che ormai diventano stereotipi: il secchione e il divertente.
    • o L’amico/a del cuore, nel caso si tratti di un quartetto, è sempre la quarta persona, un incrocio fra divertimento, unicità e di intelligenza medio-alta.
      • – Stevie Rae è la migliore amica di Zoey e un po’ rappresenta un incrocio fra la serietà di Daniel e l’ironia delle “gemelle”, Erin e Shaunee.
  • • Si innamora della persona più bella e “in” del nuovo ambiente, nonostante abbia già una relazione che va – apparentemente contro la sua volontà – rafforzandosi.
  • • Sogna una relazione da favola che sa non esiste, ma coscientemente si ritrova sempre in conflitto fra almeno due uomini.
    • o Nel caso di La Casa della Notte ce ne sono tanti quanto le parole del titolo: quattro.
      • – Di cui uno ha almeno il cervello di smettere di corteggiarla, però diventando praticamente la sua guardia del corpo.
  • • Oltre ad avere molto presto cariche alte o comunque un ruolo come minimo necessario e non affidabile a nessun altro, si rivela allo stesso ritmo il vero volto del nemico.

Ambientazione

Sempre in una città affollata, ma in una realtà fittizia. Nel senso che, per quanto reali siano le città e la tecnologia che finalmente non resta indietro e neppure ci catapulta in un futuro lontano, la società non combacia di certo con quella attuale.

In La Casa della Notte tutti sanno che i vampiri esistono ed è persino parte dell’educazione scolastica, averne un’infarinatura su cosa sono/fanno. Nelle ultime generazioni i vampiri hanno fondato diverse scuole, ma restano i pregiudizi e l’ignoranza a lasciarli isolati, una solitudine che a chi brama il potere fa comodo, perché può crescere e irrobustirsi nell’ombra.

Per la prossima puntata:

  • Dark Fantasy
  • • Marvel comics: mi sembra dovuto, ora che conosciamo fantasy comico, contemporaneo e specificamente l’Urban Fantasy.
    • o Tratteremo gli eroi più famosi in tre sessioni da due pagine (prometto che manterrò il vostro generoso limite di sopportazione) e parleremo generalmente dei film:

Perché i Marvel? – Come ben sappiamo, il fantasy per essere fantasy ha bisogno di una sola componente fantastica. A volte i protagonisti sono divertenti (comici), altre chiusi e sensibili, altre ancora non hanno alcuna coscienza. E in tutto questo i Marvel non hanno usato un grande vocabolario: colori, suoni scritti e poche bolle bianche raccontano storie e molto spesso ci hanno fatto persino pena, nonostante avessero poteri che molti sognano.

(1763)

Fantasy contemporaneo
Dark Fantasy
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SaraIE

Passa il tempo libero fra libri, carte e penna, suona in una piccola orchestra e ama tenersi impegnata giorno e notte. Studentessa sognatrice, 18enne, vive in Svizzera con la sua famiglia, le piace interpretare le voci quando legge e non ha mai abbandonato le storie di fantasia, anzi, semmai si è irrevocabilmente persa fra i boschi degli elfi, le caverne dei nani, i cieli delle fate e gli abissi delle sirene. Ma, secondo la sua filosofia, prima di fare ordine ci deve essere il caos e prima del sapersi orientare non si può fare a meno di perdersi. Non preoccupatevi se vi sembra strano quello che scrive... Proseguite che alla fine vi ritroverete 😉
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