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Dieci ulteriori consigli per l’aspirante scrittore di fantasy

Questo di oggi è il quindicesimo appuntamento della rubrica e, come ormai è abitudine, ogni cinque articoli mi prendo un momento di pausa dalle spiegazioni, anche perché tirare avanti come un treno potrebbe annoiare la platea.
Qui dunque non affronterò nessun nuovo argomento, ma come ho fatto altre volte, elencherò alcuni elementi che ho dimenticato nel corso delle spiegazioni passate. Questo elenco non vuole essere esaustivo o definitivo, ma vuole soltanto riparare a qualche dimenticanza più o meno rilevante.

1 – Fate molta attenzione ad aggiungere nuovi piccoli poteri o tecnologie o oggetti solo perché vi sembrano simpatici e utili in un dato momento del vostro racconto. Potrebbero essere aggiunte di peso irrilevante, ma ci potrebbero anche essere degli eventi passati (o futuri) che sarebbero stati notevolmente differenti se quel “piccolo potere” fosse stato già presente. Per fare un esempio banale, se volete aggiungere uno stormo di aquile che salvi i vostri personaggi all’ultimo momento, dovete spiegare perché queste stesse aquile non vi abbiano portato in groppa sin dall’inizio. (Tolkien vi consiglierebbe di rendere le aquile il simbolo della provvidenza divina, che pertanto può aiutarvi solo in casi estremi e per brevissimi momenti.)

2 – Nel vostro mondo hanno inventato la polvere da sparo e tutti si ostinano ancora a usare le spade e le lance? Trovate una buona ragione per questo.

3 – Se inserite un flashback solo per presentare un personaggio scomparso del passato, il lettore capirà subito che volete far tornare quel personaggio nella storia principale e che, molto probabilmente, lui si scoprirà essere passato al male.

4 – Se avete modi per testare la vostra ambientazione, magari in un gioco di ruolo, fatelo. È un ottimo modo per scoprire i punti deboli del mondo che si è creato e, inoltre, potreste trovare nuove idee nel momento più inaspettato.

5 – Ho detto in un articolo precedente che almeno l’autore deve conoscere il funzionamento delle tecnologie del proprio mondo. Ciò non vuol dire che bisogna spiegare al lettore il funzionamento di ogni macchina che compare nel racconto, ma bisogna solo fargli intuire il meccanismo generale che c’è dietro. Insomma, dovete scrivere un romanzo, non un trattato di meccanica.

6 – L’ambientazione deve funzionare ed essere viva al di là della trama. Se i vostri avventurieri arrivano in una città, non possono trovare una situazione sempre “normale” fino a quando non arriveranno i cattivi di turno. Ogni posto è particolare a suo modo e ha i suoi problemi.

7 – I libri nel medioevo erano tutti scritti a mano, perciò avevano un enorme valore. Chi si poteva permettere una biblioteca o anche pochi libri, era una persona incredibilmente agiata. Se nella vostra ambientazione non è stata ancora inventata la stampa, il vostro giovane prescelto che vive in un villaggio di zappatori non può passare il tempo a leggere. E se invece è stata inventata la stampa o qualcosa di simile a essa, allora non siete più in un medioevo di fantasia, ma in qualcosa di più avanzato.

8 – Lo stesso discorso vale per la scuola e i passatempi in generale. Nei paesi di contadini si passa il tempo a coltivare la terra e i giovani hanno modo solo di andare in taverna (e a volte neanche quello).

9 – Le informazioni circolano molto lentamente in un mondo medievale. In una regione grande come l’Europa, occorrerebbero mesi per portare un messaggio da un regno all’altro. Per questo motivo al termine del Signore degli Anelli (mi riferisco al film) nella Contea nessuno sa nulla di quello che è avvenuto. Non sono gli hobbit a essere ignoranti, ma sono gli sceneggiatori a essere intelligenti. Dunque se in un regno avviene qualcosa, non è possibile che il giorno dopo il regno dall’altro lato del globo conosca già l’avvenimento (a meno che non inventiate magie adeguate).

10 – Un nemico davvero astuto non svela il proprio piano prima che esso si sia compiuto. (Per comprendere al meglio il concetto si consiglia la lettura e la visione di Watchmen).

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La tecnologia
La magia (parte 1)
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Ha scritto il suo primo libro all'età di otto anni (un'orribile copia di Jurassic Park) e da allora non ha più smesso di sprecare inchiostro, nel tentativo di emulare i suoi inarrivabili punti di riferimento. Collabora con alcuni siti di interesse letterario, oltre a questo blog. Ha affrontato i misteri dell'autopubblicazione, alcuni premi letterari e una piccola pubblicazione in cartaceo, ma continua a scrivere continuamente per raggiungere il suo vero obbiettivo: scrivere continuamente.
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