L’unica cosa che sentivano era l’aria fredda che gli colpiva la pelle.
Buio. Tutto ciò che li circondava era il buio più assoluto.
Gli unici rumori che riuscivano a sentire era il respiro uno dell’altro.
“Non riesco a parlare, non riesco ad emettere un fiato”
Alex era terrorizzata, non si era immaginata quello, non quella situazione quando aveva indossato quegli stivali.
“Dannazione! Dannazione”
Si sentiva intrappolata nel suo stesso corpo.
Sentì qualche cosa toccarla, una mano sulla spalla, scense fino a prendere la sua. Le dita si muovevano.
Cercava di formare delle lettere: t, o, i, i, trattino.
T.
O.
S.
trattino.
Josh. Il suo amico le stava scrivendo sulla mano.
La rossa prese quella del suo amico e cercò di comunicare con lui.
“Cosa è successo?”
Era difficile, ci voleva del tempo e si doveva andare ad interpretazione, con simboli anche.
Josh rispose soltanto: ?.
“Levati le scarpe”
Ci mise un po’ per decifrare il messaggio di Josh, capiva soltanto scarpe ma la prima parola le sfuggiva.
Cinque, dieci minuti? Forse anche quindici prima di capire che cosa intendesse.
Si aggrappò a lui, alla sua spalla e cercò nel buio di levarsi gli stivali.
Non sapeva che cosa fossero, ma si rese conto che erano alti, arrivavano poco sotto il ginocchio e usavano dei lacci, sistemati ad incrocio credeva, al buio era difficile dirlo, prima di levarseli di dosso, controllò anche il resto del vestiario.
Indossava una tuta, lunga. Le si attaccava alla pelle ed era sicuramente sagomata perché non si sentiva stoffa in più.
La stoffa, per l’appunto era acrilica, al tatto era difficile a dirsi, ma paragonabile a quelle appiccicose tute da sub.
Sembrava di non avere niente indosso.
Josh le diede uno scossone e traballò, era una sensazione strana perché sembrava che non poggiasse i piedi su nessuna superficie.
Si riprese e riportò le mani sulle scarpe.
Ci vollero un migliaio di minuti, c’erano centinaia di lacci, e incroci in quelle scarpe.
Appena fece scivolare via la prima stette in silenzio per sentire se avesse sbattuto, ma niente.
Slacciò anche la seconda e cercò di velocizzare il ritmo.
Appena la scarpa lasciò il suo piede, aspettò il solito rito.
Ma era già buio, e nessun rumore assordante li sorprese.
Si sentì mancare.
“Corri J Corri, e lasciami qui”
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