Josh non riusciva a placare le lacrime di Alex. Appena tornati lei era ancora preda di quel mancamento, Josh la prese in braccio e la posò sul letto.
Era in preda al panico, non aveva la più pallida idea di cosa fare.
Lentamente Alex, si risvegliò. Non aprì gli occhi, anzi li strinse più forte. Si portò subito le mani a coprire le orecchie.
Iniziò a dondolarsi da una parte e dall’altra, senza smettere e iniziò a piangere, singhiozzando rumorosamente.
Josh non riusciva a calmarla, aveva cercato di parlarle, ma stringeva così forte le mani sulle orecchie che il suono non sarebbe passato. Aveva anche cercato di toglierle le mani, ma ebbe come reazione solo una spallata che lo sbilanciò e lo fece cadere dal letto.
Rimase immobile per qualche minuto, sconvolto e preoccupato per la sua amica.
-Dov’è il computer?!-
Fece ruotare i suoi occhi spauriti per la stanza, soffermandosi sulla scrivania, ma non vide nulla la sopra.
-Lo zaino-
Scese di corsa e andò a passo sicuro dove ricordava che Alex avesse lasciato lo zaino appena tornata a casa.
Ci si lanciò quasi addosso.
-Trovato!-
Cercò di accenderlo mentre a grandi passi ritornava verso la camera della rossa. Non voleva lasciarla troppo a lungo da sola.
Quando fu sulla soglia della camera, ritrovò Alex nella stessa posizione di prima, scossa dai singhiozzi con gli occhi sbarrati e le mani sulle orecchie.
-Dannazione la password-
Cercò il computer per delle informazioni su come calmarla, o qualcosa di simile, ma la password glielo impediva.
Digitò tutto ciò che gli venne in mente, ma nessuna sembrò funzionare.
Sconsolato di mise a sedere vicino ad Alex, tormentato dall’impotenza che si rivelava in quella situazione.
Alex riprese il controllo di se stessa quando ormai la luna era alta nel cielo.
Aprì gli occhi lentamente, ringraziò che la luce fosse spenta, perché si sentiva non riuscire ad affrontarla. Gli occhi verdi aspettarono di abituarsi al buio, o alla sottile luce che passava dalla finestra.
Cercò di tendere le orecchie per sentire qualche cosa, ma si rese conto che che le aveva tappate. Con molta lentezza le levò, facendolo venne invasa dall’ansia di sentire quel rumore assordante.
Quando però si rese conto che gli unici rumori erano il suo respiro e il leggero vento di fuori, si portò una mano al petto per cercare di fermare il battito furioso del suo cuore.
Si cercò di alzare ma si sentiva stanca, poso prima il piede sinistro e poi il destro.
-Porta male poggiare prima il sinistro lo sai?-
Alex scivolò cadendo sul sedere dallo spavento.
-Dico ma sei matto?-
Si alzò in piedi, Josh sorrise.
-Allora mi hai riportato indietro!-
Josh guardò confuso la ragazza, non capiva che cosa volesse dire.
-Quando hai tolto le scarpe siamo tornati-
Alex si sedette sul letto a gambe incrociate. Si mise a riflettere su le ultime cose che ricordava.
“Corri J Corri, salvati”
O ricordava comunque qualche cosa di simile. Che cosa era successo?
-Raccontami che cosa è successo-
Josh raccontò ad Alex cosa aveva visto. Le persone, gli edifici e tutto il resto. Le raccontò anche di ciò che era successo quando erano tornati.
-E a te? Io so solo che stavi male-
Alex venne percorsa da un brivido a ricordare quello che era successo, ma con uno sforzo raccontò a Josh cosa aveva provato.
-Quindi per il tempo che siamo stati li tu non riuscivi a parlare, non sentivi niente e….-
Alex annuì tristemente. Ricordarlo, non lo trovava tanto diverso dal viverlo.
-Quindi hai avuto un mancamento, e nella tua testa hai detto “Corri J corri!”-
Alex annuì nuovamente, e Josh scoppiò a ridere.
-Ehy-
Anche lei poi lo seguì nella risata.
-Al, adesso devo tornare a casa, la mamma sarà preoccupata-
Alex si alzò per salutarlo.
-Corri j corri, o passi di guai.-
Si salutarono sulla porta, e Alex tornò a letto distrutta dalla giornata.
(353)