Si erano addormentati sull’erba, i vestiti si erano inumiditi dalla brina.
Non avevano ben chiaro l’orario, o quanto avessero dormito, non ebbero il tempo di controllare in alcun modo perché la terra crollò letteralmente sotto i loro corpi.
-Josh!!!-
Josh stava cadendo più velocemente, oltre ad essere scivolato prima, si era staccato dalla parete scoscesa e non aveva l’attrito a rallentarlo. Alex lo perse di vista. L’urlo della ragazza rimbombò in quel cunicolo, stretto e angusto. Il tonfo che provocò il ragazzo quando toccò il suolo fu rumoroso e decisamente violento. Qualche istante dopo, quando anche la ragazza arrivò, trovò ad attenderla qualcosa di morbido.
-Caduta morbida-
Josh se la tolse di dosso non troppo gentilmente e le fece una smorfia, si mise in piedi ma sbatté la testa contro il soffitto.
-Che altro è successo adesso?-
Alex aveva dimenticato tutto, che non era più a casa e che erano caduti dentro la terra.
-Sempre a lamentarti, non rompere con le tue noiosità!-
Josh rise.
-Noiosità? Ma dove le peschi certe cose? Spero che i tuoi voti non siano alti, mi potrei preoccupare del nostro sistema scolastico-
Alex gli fece la linguaccia e fece per imboccare uno dei condotti che si dipanavano in varie direzioni. Sembrava che fossero cascati in una intersezione circolare di una qualche rete stradale sotterranea.
Lungo le pareti di tutti i cunicoli erano appese ordinatamente delle file di fiaccole che facevano traballare le ombre dei due ragazzi. Alex mosse alcuni passi e notò che stava calpestando una sorta di sentiero in terra battuta, si chiese se in realtà pavimento e pareti non fossero solo marroni, ma non aveva il coraggio di toccare il muro. Aveva scelto il passaggio più alto, così che anche J ci potesse passare.
-Secondo te dove portano?- Josh l’aveva seguita senza fiatare.
-Non ne ho idea-
Camminarono per una mezz’ora, vedevano ogni pochi passi incroci con altri cunicoli che portavano chissà dove, Josh ormai doveva stare piegato a causa di un lento ma inesorabile ribassarsi del soffitto e dopo pochi minuti gli iniziò a far male il collo.
Alex invece, dal basso del suo metro e sessanta scarso, saltellava e cercava di toccare con la mano la parte superiore del cunicolo.
Procedettero per altri dieci minuti finché Alex si bloccò.
-Ehi! La senti questa musica?- chiese all’amico.
-A me pare acqua che scorre- rispose dopo qualche secondo di concentrazione.
-È musica prodotta dall’acqua! Corri J Corri!-
Alex partì di corsa per raggiungere la fonte di quella melodia con il ragazzo ingobbito che cercava di starle dietro.
Arrivarono in uno spiazzo, era enorme, e rimasero inebetiti da ciò che videro.
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