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Cercare una buona idea per il romanzo

Ci siamo.
L’ambientazione è pronta e ora bisogna trovare la trama del romanzo. Come fare?
Non resta che aspettare.
Cosa vuol dire aspettare? Dovete sedervi in finestra e attendere che lo spirito di Tolkien vi illumini? Dovete smettere di scrivere fino a quando non vi apparirà Martin in un’aura di luce?
Ovviamente no, altrimenti rischiereste di aspettare per tutta la vita.
Scrivere sempre è fondamentale per tenersi in esercizio, ma giunti a questo punto, proprio perché un esercizio serve soltanto per tenersi caldi in vista della partita vera e propria, vi sconsiglio di prendere troppo sul serio questi “esercizi”. Scrivete perciò racconti, dentro o fuori la vostra ambientazione, ma badate a non infatuarvi subito di una bella frase o dell’idea di un qualsiasi giovedì pomeriggio. Siate spietati con le vostre “ideuzze”. Quando un domani scriverete il romanzo vero e proprio, quei piccoli dettagli che vi piacciono, e che non volete perdere, potranno sempre essere inseriti nella vostra “vera opera”, ma ora dovranno rimanere nient’altro che delle prove, esercizi per non perdere la mano.

Al tempo stesso leggete, leggete qualsiasi libro possa interessarvi, soprattutto del genere che intendete scrivere (ma anche no, è uguale). Quel che conta è che il vostro cervello sia tempestato da un susseguirsi di impressioni. Perciò vedete anche film, tanti film, e poi serie tv, e leggete fumetti, e poi andate a spasso e chiacchierate con gli amici.
Un avvertimento: tutto ciò è utile, ma l’unica cosa davvero fondamentale è leggere libri, perché voi volete scrivere un libro. Se leggere invece vi annoia, ma siete comunque decisi a scrivere un romanzo, non posso fare altro che guardarvi male: è come se io domani mi presentassi alle Olimpiadi affermando che lo sport mi ha sempre nauseato.

In tutto questo periodo di “ammassamento” di idee, di letture e di esercizi, ogni giorno vi sembrerà di avere un’intuizione decisiva, quella su cui sicuramente il vostro fantasy si impernierà. Ebbene, nonostante vi sembri di aver trovato l’idea fondamentale, non dovete fare nulla. Non pensateci troppo, continuate a leggere, a scrivere i soliti “esercizi”, e fingete che l’idea arrivata sia una delle tante. Non segnatevela neppure sul vostro quadernetto degli appunti, per nessuna ragione al mondo, altrimenti tornerà sotto i vostri occhi.

Dico tutto questo perché la verità, io credo, è molto semplice: l’idea buona è quella che sopravvive nel vostro cervello nonostante tutto. Se essa, sebbene voi l’abbiate messa da parte, l’abbiate umiliata e sotterrata, comunque riaffiora, allora vuol dire che è realmente forte; se invece sparisce col passare del tempo, allora era soltanto una falsa intuizione passeggera, di scarso valore e poco peso.

L’idea buona si distingue perché non muore.
Voi aspettate mesi e lei, invece di sbiadire come le sue compagne, è l’unica che cresce, l’unica che si gonfia, l’unica a cui si attaccano altre intuizioni minori.
Sì, avete capito bene: dovete aspettare mesi e mesi.
Non potete pensare di trovare l’idea buona in un pomeriggio, o, per meglio dire, non potete sapere se essa sia quella giusta appena l’avete concepita. Soltanto il tempo vi dirà se è davvero lei.
Vi sembra che stia parlando dell’amore della vostra vita?
Beh, se non è così, ci andiamo vicini. Con quest’idea, infatti, non dovrete certo passarci la vita intera, ma, quando scriverete il romanzo, dovrete comunque trascorrerci assieme tantissimo tempo; rischiare di svegliarsi un giorno scoprendo che la vostra compagna “di penna” è soltanto una sgualdrina da “un racconto e via”, sarebbe un’atroce delusione.

Per capire se “lei” è l’intuizione decisiva per il vostro romanzo, dovrete essere sicuri che sopravvivrà in voi anche negli inevitabili momenti di noia, quando vi sembrerà che la storia si sia inceppata e non ci andrete più d’accordo.
Il buon romanzo è forte perché è costruito su fondamenta incrollabili.

Molto spesso si dice che la buona idea la si deve illustrare in poche parole, e questa mi pare un’ovvia conseguenza di tutto il mio discorso. Un’idea che sopravvive per mesi in voi, difficilmente avrà necessità di dieci pagine per essere spiegata.
È semplice, è un guizzo, è la prima pietra del vostro edificio.

P.S. Solito avvertimento: il metodo illustrato è quello che io ritengo migliore, ma se ne avete altri proponeteli pure nei commenti.

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Ha scritto il suo primo libro all'età di otto anni (un'orribile copia di Jurassic Park) e da allora non ha più smesso di sprecare inchiostro, nel tentativo di emulare i suoi inarrivabili punti di riferimento. Collabora con alcuni siti di interesse letterario, oltre a questo blog. Ha affrontato i misteri dell'autopubblicazione, alcuni premi letterari e una piccola pubblicazione in cartaceo, ma continua a scrivere continuamente per raggiungere il suo vero obbiettivo: scrivere continuamente.
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2 Comments

  1. avatar Andrew Next ha detto:

    Mi ritrovo in questa spiegazione, ma con un piccolo distinguo: ogni idea diventa un racconto ambientato. Questo perché son smemorato e se non mi scrivo tutto lo perdo.. come lacrime nella pioggia (cit).
    Talvolta ne esce materiale utile per il blog.

    A.V.

  2. avatar Andrea Micalone ha detto:

    Ottimo. 🙂
    Aggiungo inoltre che il mio articolo illustra come cercare un’idea per un romanzo, ma se ci si trova meglio nella forma del racconto breve (come forse è nel tuo caso), allora valgono regole diverse.

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