Le ossa di Helen cominciarono a scricchiolare, la donna cominciò ad emettere rantoli di dolore.
Dopo qualche minuto Helen urlò paurosamente, poi un silenzio profondo e inquietante.
Helen posò la mano destra sulla spalla destra di Jeremy.
L’uomo innervosito dalle urla si volto di scatto.
«LA SMETTA CON…»
Senza avere nemmeno il tempo di dire che gli sembrava una farsa, si trovò davanti una persona del tutto nuova, una giovane e bellissima ragazza con lunghi capelli neri, gli occhi di Jeremy si spalancarono, il viso e le mani cominciarono a sudare.
Jeremy inarcò di scatto la schiena e la sedia si impennò pericolosamente.
«TU CHI DIAVOLO SEI? DOVE E’ HELEN.»
«Si calmi signor Walters, sono io Helen.»
«NON DICA STUPIDAGGINI SIGNORINA, LA SIGNORA STOKES E’ ANZIANA.»
Passato lo spavento Jeremy abbassò lo sguardo squadrando per un attimo quella giovane donna e fu di nuovo terrorizzato da un dettaglio.
La ragazza indossava gli stessi abiti che aveva visto addosso ad Helen qualche minuto prima, e le stavano larghi.
Un brivido gelido si propagò lungo la schiena del militare
«Ma-ma come diavolo è possibile.»
«Le ho detto che sono io signor Walters. Vediamo come le posso spiegare, anche a me ultimamente sono successe cose strane e pochi minuti fa, toccando la sua carrozzina per aiutarla ad uscire ho avuto una visione sull’uomo che mi ha descritto lei poco fa.»
«Così ho tentato di farla restare.»
«So che è difficile da credere ma come può vedere sono in grado di ringiovanire anche se il processo è doloroso. Non so bene nemmeno io come sia possibile quindi per adesso non me la sento di dirle altro ma come vede non è l’unico ad avere strani segreti e per il bene di tutti e due la invito a restare.»
«Santo cielo signora Stokes, io non ho mai creduto nel destino ma a quanto pare mi dovrò ricredere, d’accordo resterò ma è tutto il giorno che non mangio che ne dice di ordinare una pizza?»
Helen guardo con rabbia Jeremy.
«Si rilassi signora, questa volta pago io.»
Il viso imbronciato di Helen si trasformo in un sorriso quasi beffardo.
«D’accordo signor Walters, aspetti qui, le porto il telefono.»
Mantenendo l’aspetto giovane Helen si avvio zoppicando verso il cordless, così Jeremy osservando la scena iniziò a farsi delle domande.
«Ma signora, anche se non so ancora come lei faccia a diventare giovane e anche se dopo tutto quel che ho visto nulla mi sorprende, come è possibile che lei zoppichi ancora, che questa sia una forma apparente o un trucco?»
«Guardi signor Walters, non conosco nemmeno io il funzionamento esatto, ma credo che gli acciacchi della vecchiaia siano volutamente rimasti, come a ricordarmi che questo premio ha un prezzo.
«E quale sarebbe questo prezzo?»
«Non ne ho idea signor Walters, ora smettiamo di parlare di me e ordini quella maledetta pizza, ecco il telefono e l’elenco.»
Helen, innervosita gettò i due oggetti sulle ginocchia del militare stava mentendo, sapeva benissimo quale era il prezzo da pagare per aver ottenuto la giovinezza.
Jeremy distolse lo sguardo da Helen e nella sua mente si materializzo una pizza gigante con patatine e salame piccante, così l’uomo afferrò saldamente l’elenco e lo scrutò in cerca del numero di una pizzeria.
Una volta trovato il numero posò l’elenco sulle ginocchia tenendolo aperto, con la mano destra afferrò il telefono portatile e con il pollice digitò il numero.
Circa due ore dopo aver ordinato, mentre Jeremy ed Helen discutevano sul da farsi, il campanello suonò.
Helen subito non sentì e continuò a parlare ma Jeremy la interruppe avvisandola.
Helen si alzò faticosamente e andò ad aprire, quando la porta si aprì completamente Helen si trovo davanti il fattorino tanto atteso con la pizza.
Subito dopo uno sguardo più attento Helen si accorse che a fianco del fattorino vi era Honorius.
«Buona sera Honorius, cosa ci fa qui»
«Passavo di qui per parlare con lei»
Nel frattempo Jeremy si avvicinò per ritirare la pizza, allungò le braccia verso il fattorino e con entrambe le mani afferrò la pizza e se la posò sulle ginocchia.
Portando il braccio destro verso la tasca sinistra della giacca afferrò il portafoglio, lo estrasse dalla tasca e con la mano sinistra afferrò cinque dollari porgendoli al ragazzo che dopo aver educatamente salutato si voltò, risali sul motorino e se ne andò.
Una volta riposto il portafoglio nella tasca della giacca Jeremy porse la mano a Honorius per presentarsi.
Quando i due si toccarono gli occhi di Jeremy si accesero di un azzurro intenso e dopo qualche secondo il viso di Honorius cambiò in una smorfia di dolore e altrettanto accadde a Jeremy.
I due separarono le mani, sul palmo della mano di Honorius era comparso un simbolo come marchiato a fuoco, una croce e poco più in alto una corona di spine.
Osservando Jeremy, Helen capì che la creatura di nome Ishmael di cui Jeremy parlava aveva preso il sopravvento e in questo momento comandava sull’uomo.
Sul palmo di Ishmael comparve lo stesso simbolo che Helen aveva sul braccio, una coppia di serpenti intrecciati ad una croce rovesciata. Il tutto delimitato da un cerchio con un’unica differenza, era più piccolo, abbastanza da stare nella mano.
Il viso e il braccio destro di Honorius mutarono, la pelle diventò color mattone e si ricoprì di aculei neri, dalla mano spuntarono lunghi artigli neri, gli occhi diventarono gialli e la pupilla si fece stretta.
Con voce roca ma decisa questa creatura rivelò il suo nome, Malthas.
Sollevo velocemente l’artiglio e colpì Ishmael sul viso.
Ishmael portò la mano sinistra sulla guancia e dopo qualche secondo di dolore per lo squarcio, portò con uno scatto la mano destra sul viso di Malthas e si alzò.
La mano di Ishmael si illuminò intensamente bruciando il viso di Malthas che per tutta risposta afferrò Ismael per la giacca e lo spinse nuovamente sulla sedia.
Helen vedendo tutto questo si gettò tra le braccia di Malthas cercando di calmarlo.
«CHE VI PRENDE, FERMATEVI.»
Malthas ruggì ma guardando Helen si calmò e il suo corpo tornò normale. Lo stesso accadde a Ishmael che tornò ad essere Jeremy, non ricordando quei pochi minuti.
Helen ebbe una strana sensazione, appariva oramai chiaro che i tre non erano li per caso, ma la domanda che in realtà si poneva era: quei due e le loro entità avrebbero mai potuto collaborare e coesistere?
Ma sopprattutto chi erano davvero Honorius, Malthas, Jeremy e Ismael?
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