“Conta su di me!”, conferma Leprotto e lancia il suo grido di battaglia.
I primi a sollevarsi da terra sono i fratelli Lucky e anch’io, per ultima, mi levo in volo superandoli tutti.
***
Mi sono messo d’accordo con Michael molti anni fa. Ha detto che avrebbe aperto il passaggio per far tornare i pirati sull’Isola. Penso che alla caccia però ci pensa la scatenata banda di Wendy.
Con il tempo, ma nessuno mi deve chiedere quanto, i pirati sono davvero ritornati nella loro Baia. Io ai tempi mi sono preoccupato solo di riportare la nave assieme ad Eila.
Peter da allora fa avanti e indietro dal mondo degli adulti, l’Albero dell’Impiccato inizia a essere stretto e Ciuffo Biondo ha chiesto di unirsi agli indiani. Non ho dovuto coprirgli le spalle, Peter lo ha accompagnato subito e senza problemi. Mi ha sorpreso e tutte le volte che vedo Ciuffo Biondo mi si riempie il cuore di gioia.
Non ho capito però che cos’è successo con Trilli. Di sicuro non l’ho più rivista per un lungo tempo. Forse una sana litigata che Peter ha dimenticato appena è tornato sull’Isola. Si è rifiutato di spiegarmi, anzi, all’inizio faceva finta che non la ricordava. Nelle ultime settimane ha detto che è libera di stargli vicino o alla larga come desidera.
Negli ultimi giorni lei è ritornata da lui e i rapporti sembrano quasi gli stessi di prima.
Quello che mi ha fatto più piacere è stato quando Peter è venuto a cercarmi. Era solo, sorrideva, ma soprattutto ho sentito che era di nuovo lui, il mio vecchio Peter, quello pallido e magro che tutti volevano morto perché era un peso e invece è diventato immortale e protettore della fantasia.
Io ero con Eila sulla nave dei pirati e facevo del mio meglio per tenere fermo il timone. Volando con la polvere di fata, conta solo quello. Per il vento e la marea non c’è bisogno di fare attenzione.
Peter ha fatto un paio di giri attorno alla chiglia, rideva, mi prendeva in giro, poi mi si è messo accanto e mi ha aiutato a guidare la nave.
A riportare il capitano ci ha pensato Peter personalmente, con una storia davvero fra le più assurde che si sia mai inventato. All’incirca il capitano Jim Milo Berryl dev’essere stato il settimo pirata rientrato sull’Isola. Aveva di nuovo i suoi occhi di ghiaccio e il suo caratteraccio non è cambiato per niente.
Giglio Tigrato e Piccolo Fiume sono rientrati con un portale di Michael.
Giglio Tigrato ha dichiarato di non poter crescere più del suo cuore e così Grande Toro nominerà Piccolo Fiume il nuovo Grande Capo.
Siamo tutti qui attorno al totem e abbiamo fumato la pipa della pace.
I Bimbi Sperduti, Peter Pan, gli indiani, è venuto persino Killian Flint che da qualche tempo sta facendo attentati alla vita del capitano, ma Peter lo ferma tutte le volte: Jimmy è suo, quanto Peter appartiene a Jimmy. Ultimamente Volpino ha chiesto di lasciare l’Albero dell’Impiccato: penso perché vuole troppo bene a Killian, il Cacciatore Nero, per poter sopportare che Peter gli mette i bastoni tra le ruote.
Il Grande Capo alza il suo copricapo pieno di piume ed elenca per ogni piuma le sue gloriose gesta di chissà quanti millenni di vita. Quando finisce di narrare un gesto, aggiunge un augurio per il nuovo Grande Capo, oppure racconta di un gesto compiuto da lui, il mio amico indiano. Ovviamente non viene taciuto di come ha aiutato il saggio portale Michael a ritrovare casa, di come si è gettato sull’intera ciurma dei pirati per salvare me e Leprotto e non dimenticherò mai il suo ritorno all’Isola. Portava lo Spadaccino Sanguinoso e Roger Smith, disarmati, legati e imbavagliati e così li ha abbandonati sulle sabbie sassose della Baia dei Pirati.
Quando Grande Toro finisce l’elenco delle piume, posa il copricapo sulla testa di Piccolo Fiume. Ora il comando del villaggio indiano è passato a lui.
Alla fine Saggio Corvo si fa avanti e segna la fronte e le guance di Piccolo Fiume con delle righe zigzagate, blu. Parla in inglese, il vecchio, perché apparentemente vuole che anche noi altri possiamo capire: “Spiriti di unione con te, Grande Capo, in grandi gesti del passato. Equilibrio e pazienza tue grandi armi, cuore generoso tua guida”, dichiara; “Anni fa tu diventato guerriero e detto che nome restare Piccolo Fiume, perché tu volere no gente paura di te”, racconta; “Ora però guerriero saggio bisogno di un nome da Grande Capo e gli spiriti portato consiglio nella notte”
Mi sento teso e aspetto.
Finalmente giunge alle mie orecchie il nuovo nome dell’indiano che mi ha regalato un paio di scarpe prima che sono partito per Londra, per tutto il casino che poi è successo. “Alzati ora, Grande Capo Fiume-che-splende, perché tua forza e saggezza ora luce per destino di tribù”
Fiume-che-splende non fa in tempo a voltarsi verso la sua gente che qualcuno ha già iniziato a battere le mani e a urlare, qualcuno che non conosce la tradizione indiana: è il vecchio Grande Capo che deve esultare per primo e chiamare quello nuovo per nome. Peter si solleva da terra di diversi metri per l’entusiasmo, io faccio solo in tempo a vederli e riconoscerli.
Anche Leprotto, scomparso da anni e ormai adulto, ha assistito al grande giorno del suo migliore amico. Ho visto persino Michael, lui e Fiume-che-splende hanno un legame speciale, penso. E poi c’era anche Johnnie, che per gli indiani è uno di loro, lo chiamano tutt’ora Gufo dell’Alba. Ho visto anche Fortunato, Tamburello che cammina guidato da un bastone, e Red. Ma soprattutto ho riconosciuto un uomo a braccetto di una donna. C’erano quattro bambini sconosciuti con tutto il gruppetto di visitatori. Due stavano in piedi, stringevano la mano una a Wendy e l’altro a Michael. Un terzo bambino stava in braccio a Johnnie. L’ultima bambina ha dei boccoli biondissimi e gli occhi azzurri dell’uomo che la tiene in braccio.
Wendy e il suo sposo. Adesso hanno persino quattro bambini loro, ma non ci hanno dimenticato, sono qui, con noi.
Tutti loro sono scomparsi nello stesso istante in cui li abbiamo riconosciuti.
Con tre portali a portata di mano, non c’è da chiedersi com’è possibile che sono venuti e scomparsi in un battibaleno.
Peter è ripartito da poco a caccia di Wendy, seguito da Trilli che sbuffa e mostra tutti i suoi sbalzi d’umore, ma segue l’eroe fedelmente.
Vedere Peter la sera che chiama tutti i Bimbi Sperduti per nome, che chiede dove sono finiti gli uni o gli altri, e soprattutto quando non mi trova subito e mi cerca, sono i piccoli momenti che mi commuovono, dico davvero. Non mi vergogno.
La sera guardiamo insieme le stelle. Lui per contarle all’infinito, perché lui sa tutto. Io perché solo quando avrò finito di contarle – semmai mi riuscirà – saprò che Wendy mi ha dimenticato. Ancora non è mai successo.
Wendy ci vuole bene. A Peter per sempre, e anche a me, tantissimo.
Peter lo ha sempre saputo che Wendy poteva salvare l’Isola-che-non-c’è. E sa che potrà contare su di me per sempre.
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